Monsieur Le Biathlon: Martin Fourcade

Viaggio alla scoperta del campione dei campioni francese

Fourcade

Monsieur Le Biathlon.

Ma è riduttivo. Quando vedo un atleta come Martin Fourcade, mi sovviene sempre un gesto che sostanzialmente è lo stesso di Henry Ford quando notava per strada un’Alfa Romeo, ossia mi tolgo il cappello.

Già, ma d’altronde non si può fare altrimenti quando non soltanto sei dominante ma pure ti metti in testa, con le tue gesta, di appassionare milioni di persone al tuo sport, il Biathlon, lanciandolo nell’ascesa più totale.

In due capoversi, semplicemente, è raccontata la storia recente di questo ragazzo di quasi 30 primavere nato a Céret in Francia in quel dell’Occitania al confine franco-catalano che nell’arco di sette anni è riuscito nell’impresa di diventare l’atleta francese più vincente della storia transalpina.

No, chi vi scrive non ha bevuto o non sta di certo esagerando, perché Fourcade è andato ben al di là incredibilmente di imprese come quelle di Zidane, di Platini, di Killy, come Loeb sebbene il Biathlon non sia (Ancora) così mainstream come altri sport come può essere il calcio o il rally.

Quando qualcuno ha talento da vendere, quando vedi che ha proprio negli occhi quello sguardo colmo di furbizia e di sete da vittoria sin dall’inizio, non puoi che arrenderti alla considerazione che se uno è predestinato, allora le possibilità che riesca nei propri intenti sono notevolissime.

E’ il proprio il caso di Martin, perché quella sete la dimostrò subito a Vancouver nel 2010 nel momento più importante, alle Olimpiadi, quando a soli 22 anni, ai suoi primi Giochi Invernali, prese la medaglia d’argento nella gara di partenza in linea mostrando al mondo tutto il suo valore ancora non espresso.

Per atleti di questo tipo i numeri possono addirittura offendere, ma in questo caso sono assolutamente necessari per far comprendere a chi legge la caratura di questo atleta e dimostrare che non c’è esagerazione alcuna nell’identificarlo come il più forte francese di ogni epoca in ambito sportivo: già, perché da Vancouver ad oggi non si è più fermato.

Cosa dice il suo curriculum vitae è un racconto che va ai confini dell’incredibile:

Olimpiadi

7 medaglie:
5 ori (individuale, inseguimento a Soči 2014; inseguimento, partenza in linea, staffetta mista a Pyeongchang 2018);
2 argenti (partenza in linea a Vancouver 2010; partenza in linea a Soči 2014)

Campionati Del Mondo

25 medaglie:
11 ori (inseguimento a Chanty-Mansijsk 2011; sprint, inseguimento, partenza in linea a Ruhpolding 2012; individuale a Nové Město na Moravě 2013; individuale a Kontiolahti 2015; sprint, inseguimento, individuale, staffetta mista a Oslo Holmenkollen 2016; inseguimento a Hochfilzen 2017);

10 argenti (sprint a Chanty-Mansijsk 2011; staffetta a Ruhpolding 2012; sprint, inseguimento, staffetta, staffetta mista a Nové Město na Moravě 2013; staffetta mista a Kontiolahti 2015; partenza in linea a Oslo Holmenkollen 2016; staffetta, staffetta mista a Hochfilzen 2017);

4 bronzi (staffetta mista a Chanty-Mansijsk 2011; staffetta a Kontiolahti 2015; sprint, individuale a Hochfilzen 2017)

Coppa del Mondo

Vincitore della Coppa del Mondo Generale nel 2012, nel 2013, nel 2014, nel 2015, nel 2016 e nel 2017;

Vincitore della Coppa del Mondo di sprint nel 2012, nel 2013, nel 2014, nel 2015, nel 2016 e nel 2017;

Vincitore della Coppa del Mondo di inseguimento nel 2010, nel 2012, nel 2013, nel 2014, nel 2015, nel 2016 e nel 2017;

Vincitore della Coppa del Mondo di partenza in linea nel 2013, nel 2014, nel 2016 e nel 2017;

Vincitore della Coppa del Mondo di individuale nel 2013, nel 2016, nel 2017 e nel 2018;

In più Fourcade conta 129 podi (109 individuali, 20 a squadre) con un totale fino ad oggi (E la stagione deve ancora finire…) di 67 vittorie, 36 secondi posti, e 26 terzi.

Non è solamente un atleta, è un individuo altamente Superiore che avrebbe un ruolo da protagonista qualora dovessero introdurre degli Avengers nel mondo dello sport. Ha una forza muscolare incredibile cui va a coniugare un’eleganza e un’azione pazzesca sugli sci per poi fare la differenza al poligono dove spesso e volentieri, ribadisce di essere uno dei cecchini più letali con delle percentuali a terra e soprattutto in piedi impressionanti in questo magico sport quale è il biathlon.

Quelle volte che ha sbagliato come è avvenuto a PyeongChang nella gara sprint e nell’individuale, il tutto è stato avvenuto per una eccessiva sicurezza dei suoi mezzi: sbagli dove lui ha posto le basi per le vittorie successive in inseguimento e partenza in linea. E’ questo il pedigree dei grandi Campioni con la C maiuscola, quello di resettare la sconfitta per voltare pagina nel momento stesso per porre le basi per la vittoria che verrà.

Tornando ad Henry Ford, lo stesso una volta disse che “chi ha paura degli insuccessi limita le sue attività. L’insuccesso è semplicemente un’opportunità per iniziare di nuovo, questa volta in modo più intelligente”;  il tutto mi sembra di estrema attualità in questo contesto.

Un biathleta incredibile, il migliore di ogni epoca, ma anche una persona infinitamente apprezzata anche fuori dalle piste che non ha mai risparmiato nel bene e nel male le sue valutazioni riuscendo nella sua spontaneità ad essere diretto e arguto al pari delle sue prestazioni in pista.

La sua preparazione fisica è curata nei minimi dettagli soprattutto durante la pausa estiva dove realizza le fondamenta per i successi che verranno in inverno e, nonostante una concorrenza sempre più agguerrita credetemi, lui vincerà. Vincerà eccome ancora e ancora. Potenzialmente potrà diventare un Bjørgen al maschile.

Se avete ancora dubbi sulla sua qualità indubbia che lo ha portato al vertice dello sport francese e in quello generale (Perchè degli score simili non possono che portarti al vertice a sederti con gli Dei dello sport riservandoti uno dei migliori posti per disquisire con loro, con le eccellenze), guardate questo video:

https://www.youtube.com/watch?v=OZORTUYR840

Al di là del valore tecnico del fuoriclasse, a immensi esempi come Martin Fourcade bisogna dire soltanto grazie non solo per farci ammirare simili prestazioni spesso e volentieri, ma anche per essere il promoter principale di uno degli sport più belli ed incredibili in assoluto dove anche una minima variabile può far rimescolare tutte le carte in gioco e ribaltare la situazione.

Sfido io a trovare uno sport più imprevedibile del Biathlon.

Ma sfido ancor di più a trovare qualcuno in questo circuito, come lui.

Semplicemente, Monsieur Le Biathlon.

Martin Fourcade.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *