Ecco come la canadese ha rubato lo scettro alla Russia nella gara artistica mondiale per eccellenza
Alle volte capita che lo sport ti metta davanti a sorprese (Liete) tendenti a stravolgere tutto il piano che ci si era pronosticati.
Ed è sensazionale quando tutto questo avvenga soprattutto in competizioni di fondamentale importanze come è un campionato mondiale: semplicemente è tutto quello che è accaduto ieri in quel del forum di Assago a Milano in occasione dei Mondiali di pattinaggio su figura dove il programma femminile è stato vinto da una enorme Katelyn Osmond.
In un contesto di gara dove si era data praticamente per vinta in forma certa la campionessa olimpica di PyeongChang 2018 Alina Zagitova, la Osmond ha sorpreso tutte e tutti e approfittando delle imprecisioni sul programma libero da parte della russa ha fatto sua la gara e riscritto la storia.
La splendida canadese, classe 1995 e nativa nella meravigliosa Marystown in Canada nel Newfoundland and Labrador, è riuscita ad imprimere assoluta sicurezza nella sua esibizione; partendo dalla quarta posizione conquistata qualche giorno fa in occasione del programma corto, ieri con un punteggio di 223,23 si è portata a casa il titolo iridato facendo segnare il suo record personale precedendo le due atleti giapponesi Wakaba Higuchi (210,90) e Satoko Miyhara (210,08) con tanto di rammarico azzurro per l’occasione sprecata dalla nostra Carolina Kostner che chiude al quarto posto dopo il primo conquistato nel corto.
Lineare, fluida, serena, tranquilla, la Osmond ha ripercorso l’ottima forma già vista in quel della Corea che le aveva permesso di portare a casa un oro a squadre e il bronzo nel singolo e suggella nel migliore dei modi una stagione irripetibile vedendosi arricchire la sua bacheca di un titolo insperato ed arrivato nel migliore dei modi applicando tutta la sua tecnica e serenità in un momento storico in cui la Russia ha lasciato spalancata la porta alla vittoria attraverso il forfait della vigilia di Medvedeva ed il disastro di ieri di Zagitova.
Ma chi è Katelyn Osmond? Indubbiamente un talento, di quelli puri e cristallini che spesso non vengono messi troppo in risalto a causa dello strapotere russo in questo sport ma che nei momenti che contano, per questioni di DNA e soprattutto di affidabilità sportiva, vengono in rilievo scrivendo la storia griffandola con la firma più autorevole come quella vista ieri sera nel capoluogo milanese.
Comincia a pattinare alla tenerissima età di 3 primavere e fa il suo esordio nel circuito senior a partire dalla stagione 2011/12 dove arpiona ai campionati canadesi la medaglia di bronzo facendo capire già che si aveva davanti un “discreto talento”. La prima vittoria risale alla stagione successiva, nel 2012/13, quando porta a casa il suo primo trofeo internazionale, il Nebelhorn Trophy, seguito qualche mese più tardi dalla conquista del suo primo titolo nazionale ai campionati canadesi assoluti del 2013.
Il 2014 come sappiamo è stato l’anno importante degli esordi da contrassegnare con il grassetto: prima le Olimpiadi russe di Sochi dove lei, al suo promo appuntamento a cinque cerchi, si tolse la soddisfazione di vincere la medaglia d’argento nella gara a squadre per il Canada nonostante un tredicesimo posto nella gara individuale, e poi i Campionati del Mondo del a Saitama in terra nipponica concludendo anche qui fuori dai primi dieci classificandosi in undicesima posizione.
Successivamente una fase un pò buia per due anni dove vari infortuni l’hanno costretta a non allenarsi per un pò di tempo e minandogli un pò di certezze per l’avvenire con risultati che non riuscivano ad arrivano; la pratica e la storia anche ci insegnano che la storia di un capitolo può essere ampiamente sovvertita quando alle vicissitudini negative seguono dei programmi di rivalsa posti in essere attraverso la enorme forza di volontà coniugata nel migliore dei modi alla tecnica e alla certezza di potersi migliorare ancora e ancora; è stato questo il caso specifico di Katelyn Osmond la quale, nel 2015, vince ancora una volta il Nebelhorn Trophy che è stato il suo primo trofeo importante della sua carriera, e nonostante la mancata qualificazione alla finale del Grand Prix, agli assoluti Canadesi del 2016 conclude terza.
Un 2016 che ha rappresentato la gittata delle basi vincenti che contano per la per la giovane canadese, che conquista il Finlandia Trophy, la medaglia d’argento a Skate Canada arrendendosi davanti a una inarrivabile Medvedeva, e un altro secondo posto stavolta alla Cup of China; il chiaro segnale di come un’atleta abbia intenzione di alzare il volume della radio con le proprie prestazioni culminate con l’aggiudicarsi nel 2017 la medaglia d’argento ai Mondiali di Helsinki, al secondo posto in entrambi i segmenti di gara.
Il resto è storia recente in quel della Corea e in quel di Milano dove, dopo una lunga rincorsa, è riuscita a raggiungere quei sogni che desiderava: in due mesi si è legata al collo due pesantissime medaglie d’oro in ottica olimpica e mondiale a sostegno di una serie di sacrifici notevoli per se stessa che le hanno permesso di raccogliere i frutti di tutto ciò che in questi anni aveva nonostante le difficoltà seminato con caparbietà e spirito combattivo.
Veloce, precisa, fluida, estremamente tecnica, col tempo ha migliorato le sue modalità di esecuzione raggiungendo livelli notevoli e avvicinandosi quanto più possibile alle posizioni di vertice. Va anche fatto un grosso plauso per il semplice fatto di aver approfittato di una delle poche sbavature nella storia russa nel pattinaggio di figura.
La Osmond è senza dubbio un’atleta sensazionale che ieri ha scritto una grossa pagina di storia e, se tanto da tanto, le sue velleità non sono di certo finite qua.
D’altronde funziona così, quando meno te lo aspetti in un quadro scontato, arriva sempre una farfalla diversa a colorare più luminosamente un contesto di per sé già meraviglioso.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
“non leggete come fanno i bambini per divertirvi,o,come gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere.”
(Gustave Flaubert)