L’anno scorso abbiamo assistito ad un autentico dominatore del fondo; cosa ci si dovrà aspettare dal nuovo fenomeno del fondo mondiale maschile

Giovane, bello, social, simpatico, ma soprattutto talentuoso e ancor di più vincente.
Se dovessimo imbastire una ricetta perfetta per l’epoca attuale, c’è da dire che Johannes Hoesflot Klæbo incarna alla perfezione davvero il tutto: il giovane norvegese lasciatosi alle spalle un 2018 colmo di soddisfazioni e di vittorie, ha dato soltanto la sensazione di aver apparecchiato la tavola.
Il giovane norvegese è salito in cattedra di prepotenza e ha messo in risalto non soltanto tutto il suo talento, ma ha lasciato intravedere gli enormi margini di miglioramento che, se affinati e allenati con costanza, potrebbero portarlo sin verso vette che han regalato gli onori e gli allori più lucenti di ogni epoca a mostri sacri del fondo nel passato.
Attraverso la forza prepotente mescolata ad una progressione muscolare impressionante, Klæbo ha dominato gran parte delle gare dell’ultima stagione sancendo per gli avversari spesso e volentieri una sentenza senza appello riducendo la competizione valida soltanto dal secondo posto in giù; l’unico a tenergli testa quest’anno è stato il nostro Chicco Pellegrino, attraverso la sagace tenacia e forza che sempre lo hanno contraddistinto portandolo ai vertici del fondo mondiale.
Ci si chiede, dopo un 2018 che lo ha visto vincere 3 medaglie d’oro ai Giochi Olimpici di PyeongChang (Nello sprint individuale, nello sprint a squadre, e nella staffetta), e la Coppa del Mondo di fondo generale oltre a quella di specialità nello sprint (La seconda, quest’ultima, dopo quella del 2017) per un totale di 8 vittorie (Con tanto di affermazione al Ruka Triple), quali siano gli obiettivi per questo 2018 e come potrà migliorare questo autentico fenomeno.
La risposta è molto semplice: se sei un fenomeno, e Johannes indubbiamente lo è, non esistono limiti che possono limitarti. L’unico può essere un fattore mentale visto la fisicità devastante che lo contraddistingue, ma neanche questo sembra essere un fattore di discussione vista la dedizione e la minuzia alla cura dei particolari che dedica assieme al suo intero staff ogni giorno: a 22 anni ancora da compiere, ha la possibilità di crescere ancora di più fisicamente e tecnicamente cominciando a costruire un autentico grattacielo di successi dopo aver posto le basi nella passata stagione: no, state leggendo molto bene: anche se ha preso tutto quello che poteva prendere dal punto di vista olimpico, come detto in sede iniziale di questo post siamo davvero soltanto all’inizio.
Klæbo dà la sensazione di poter crescere ancora di più: ci sono le competizioni mondiali, nuovi record da inserire in ottica Cdm, e anche la possibilità di integrare quella resistenza in più che potrebbe portare a dominarlo oltre che negli sprint anche nelle gare distance.
Mai come ora, non c’è alcun tipo di effetto scontato nel dire che per questo ragazzo, il futuro è già adesso.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
“non leggete come fanno i bambini per divertirvi,o,come gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere.”
(Gustave Flaubert)