Elena Fanchini: il valore e il peso di un sorriso

Quando a metà del gennaio dell’anno corrente uscì la notizia di una malattia seria che aveva colpito Elena Fanchini, 33enne atleta della nostra Nazionale azzurra di sci alpino specializzata in discipline veloci, tutti noi rimanemmo sbigottiti perché non si capisce come possano questi mali oscuri possano colpire all’improvviso anche le persone più belle e serene che ci possano essere.

Si potrebbero buttar giù migliaia di parole in merito a vicende come questa, ma sostanzialmente quella da utilizzare è semplicemente: sorriso.

Molti si chiederebbero cosa ci possa essere da sorridere in vicende dolorose come la corrente: potremmo semplicemente rispondere a tutte loro che questo è stata probabilmente una delle medicine determinanti per far sì che la nostra splendida azzurra affinché potesse tornare piano piano sulla via della guarigione. Elena è stata in quei mesi una ragazza straordinaria, perché al netto dei momenti naturalmente complicati che ha trascorso, non ha perso mai né la speranza né questo sorriso che l’hanno spinta sempre più a gettare il cuore oltre l’ostacolo dando una lezione incredibile a tutti noi, vale a dire che se credi fortemente a una cosa, se la ami, e se vuoi tornare ad assaggiare le sue brezza, devi lottare con tutta te stessa credendoci sempre, mollando zero, e rimanere sempre estremamente positiva.

L’amore per lo sci che ha contraddistinto praticamente tutta la sua vita sin da quando era piccina assieme alle sue sorelle Nadia e Sabrina anch’esse, come sappiamo, sciatrici di livello della nostra Nazionale di sci alpino, è stata la chiave di volta per permetterle di andare avanti contro questa brutta neoplasia che le aveva messo i bastoni fra le ruote e cercare sempre più di correre questa volta su una superficie più insidiosa di quella di una discesa libera. Qui c’era la vita in ballo e non una gara tra paletti, una cosa estremamente seria da non prendere assolutamente sottogamba. Ma questo male, probabilmente, aveva fatto i conti senza l’oste permettendosi di attaccare una delle persone più determinate che possano esistere sulla faccia della terra.

Ad ogni intervista televisiva o stampata che sia stata, Elena Fanchini non ha mai lasciato che lo scoramento, che sarebbe stato legittimo in chiunque si sia trovata in una situazione come questa, potesse prendere il sopravvento dimostrando una forza e una voglia che han messo in risalto una tempra d’acciaio incredibile volte all’amore per la vita propria e di tutti coloro che la amano e che le sono stati vicini soprattutto in questo momento, e per lo sci. Uno sci che si è insediato visceralmente da tanti anni in lei e che non smetterà mai di accompagnarla per tutto il resto della sua vita, con tante storie ancora da scrivere già dalla prossima Coppa del Mondo ed anche in occasione dei Campionati del Mondo in terra svedese.

Già, c’è molto da scrivere perché la tua presenza sarà già la firma d’autore sia dalla gara in cui realizzerai un tuo nuovo esordio, sia dal momento in cui calcherai qualsiasi palcoscenico sportivo che renderai semplicemente speciale con il tuo sorriso e la tua voglia immutata di migliorarti ancora e ancora, tipico non soltanto di chi non molla mai ma anche di chi ogni giorno compie incredibili sacrifici quotidiani per massimizzare al massimo il frutto del proprio lavoro; caratteri ed elementi detenuti internamente da questa splendida ragazza nativa di Lóvere, un piccolo e grazioso comune  dell’Alto Sebino in quel del bergamasco.

Il 25 luglio Elena, medaglia d’argento in discesa libera a Bormio nel 2005 e vincitrice di due gare in Coppa del Mondo a Lake Louise nel 2005 e a Cortina nel 2015, si è presentata al raduno delle velociste nella splendida cornice dello Stelvio a riprender contatto con il suo amore più profondo, quello con lo sci, indossando oltre i relativi materiali la cosa più importante che non dobbiamo mai dimenticare di portare assieme a noi in qualunque avventura, positiva o negativa che sia, che ci può contraddistinguere nel corso delle nostre esistenze, ossia il sorriso; le sue parole, scritte sul suo profilo Instagram a far da didascalia ad una bellissima foto, recitavano così: “a volte la tua gioia é la fonte del tuo sorriso, ma spesso il tuo sorriso può essere la fonte della tua gioia”.

Non c’è realmente molto altro da aggiungere in merito dopo questo meraviglioso aforisma, le parole cantano un suono dolce lungo il corso della verità ma possiamo soltanto dirti, Campionessa cara di sport e vita con la C maiuscola, che adesso non serve altro che attendere l’ultimo step, ossia ammirarti nuovamente e ufficialmente per farti scaldare ancora il cuore nel fare ciò che ami, in modo tale da deliziare tutti noi le tue gesta lungo delle discese bianche che ornerai attraverso i colori di quel sorriso che ti contraddistingue di cui parliamo, e della specialità che ti contraddistingue.

Prenditi tutto il tempo necessario, completa il tuo iter e preparati a riabbracciare quel bianco che hai reso migliore anche tu e tutti noi che ti aspettiamo a braccia aperte, Lake Louise o altro che sia.

Nel 2012 usciva nelle sale mondiali “Il lato positivo”, uno splendido film diretto da David O. Russell con protagonisti B. Cooper, J. Lawrence, e R. De Niro, uno spaccato tra sentimento ed ottimismo nelle varie fasi complicate e non della vita; in merito c’è una frase molto importante menzionata all’interno di esso, tanto semplice quanto grande da riscaldare il cuore: “devi fare tutto il possibile, lavorare al massimo e, se rimani positivo, vedrai spuntare il sole tra le nuvole.

Il tutto ci sembra essere di estrema attualità in merito a questa tesi.

Bentornata Elena.

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