La campionessa silenziosa: Wendy Holdener

Ci sono quelle atlete che ti prendono e ti incantano grazie e soprattutto alla loro concretezza e serietà che dimostrano giorno dopo giorno nell’ambito della loro attività lavorativa nel settore specifico sportivo.

Uno dei casi cui si può applicare la disciplina in esame, è senza ombra quello di Wendy Holdener.

Wendy Holdener ha fatto della sua concretezza associata al silenzio che continua a correre sulla lunga autostrada che porta al successo; questa atleta svizzera,  classe 1993 nata a Unteriberg un piccolo comune di più di 2000 anima nel Canton Svitto, ha continuato a migliorare anno dopo dopo anno senza fermarsi mai con la netta convinzione che il tempo potesse essere il suo migliore alleato per continuare una crescita importante sia dal punto di vista fisico che tecnico in via esponenziale; inutile dire che aveva semplicemente ragione.

Mano a mano che gli anni son passati ha raccolto tutto ciò che, con estremo sacrificio ha seminato duramente innestandosi tra le migliori sciatrici attualmente presenti sulla faccia della terra. Wendy è attualmente, e non ci sono discussioni che possano tenere in merito a questa, indiscutibilmente la più forte combinatista del pianeta.

Gli ultimi tre anni per lei sono stati molto molto importanti, perché han sancito uno spartiacque rilevante per la sua carriera sancendo davvero l’ingresso nell’élite dello sci a livello internazionale: agli ultimi mondiali a St. Moritz un oro e un argento rispettivamente in combinata e in slalom speciale, ma soprattutto il 2018 ha rappresentato la svolta definitivo con 3 medaglie olimpiche tra cui quella d’oro nella gara a squadre e un argento in slalom più il bronzo nella sua combinata cui va a aggiunta anche la coppa di specialità di combinata numero due dopo quella conquistata nel 2016 nel circuito della Coppa del Mondo dove conta 3 vittorie e 24 podi e, dove nell’ultima edizione, si è inchinata nel contesto generale solo ed esclusivamente davanti a sua maestà Mikaela Shiffrin.

Dei numeri importanti che testimoniano la crescita e l’importanza tecnica dell’elvetica: una ragazza che riesce a mantecare una scorrevolezza notevole sulla superficie tecnica ad una buonissima coordinazione sugli sci durante l’ambito veloce che le consentono di primeggiare in questa disciplina di due manche differenti che tanti vorrebbero sopprimere a favore del parallelo ma che è indispensabile per capire quali siano le atlete e gli atleti in grado di poter primeggiare in entrambi gli ambiti dello sci alpino; togliere il tutto, sarebbe un gravissimo errore.

La stagione che verrà porta in dote grandi aspettative per la bella Wendy che mira a qualcosa di molto importante anche in ottica iridata andando, come normale che sia, focalizzando l’obiettivo su una Coppa del Mondo con delle avversarie di enorme rispetto cercando di migliorare il secondo posto dell’ultima edizione nella non facile sfida alla statunitense.

Il silenzio è il suo alleato assieme a una dedizione maniacale che, ne siamo certi, andranno a fare un rumore sempre più assordante attraverso le gesta di questa fantastica atleta.

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