Back in the future: Ilka Stuhec

Se tornassimo indietro di più di un anno, il 2017 nello specifico, bisognerebbe dividere lo stesso per Ilka Stuhec in due sfaccettature: una paradisiaca e l’altra infernale.

La classe 1990 nativa di Slovenj Gradec, una città della Slovenia con poco meno di 17mila abitanti situata lungo la valle della Mislinja, ai piedi dei monti Pohorje, aveva dato vita a un qualcosa di assolutamente straordinario: la Coppa del Mondo era quella della stagione 2016/17 e, allo start della stessa, la Stuhec aveva totalizzato nel circuito internazionale uno score di zero vittorie pur lasciando intravedere un talento straordinario.

La preparazione effettuata nell’estate del 2016 è stata pressoché la perfezione che le aveva consentito di tramutare in solidissime realtà tutte le aspettative che si erano da anni riversate su questo praticamente fenomeno dello sci femminile: una sfilza di 7 vittorie iniziate il 2 dicembre del 2016 in discesa a Lake Louise culminate alla fine della stagione con la conquista delle due sfere di cristallo di specialità rispettivamente in discesa libera e combinata alpina inchinandosi in sede generale solo a sua maestà Shiffrin chiudendo seconda, e in mezzo un pazzesco oro ai Campionati del Mondo di St. Moritz sempre nella discesa, sua specialità come si può ben intuire, favorita.

Per Ilka Stuhec si era praticamente aperta una nuova fase della sua carriera dove aveva cominciato a raccogliere, assolutamente in via pesante, molti frutti della sua semina che dati alla mano è stata assolutamente fruttuosa, inserendosi prepotentemente tra le migliori discesiste sulla faccia della terra insidiando le terre di conquista di Vonn e di Goggia.

Purtroppo, però, lo sci alpino e tutto lo sci in generale è uno sport altamente imprevedibile che può portarti su un’altalena di emozioni pazzesca spesso, minando le tue certezze e riportarti al punto di partenza come se stessi giocando ad un semplice Monopoli: se la prima parte dell’annata è stata sublime, la seconda, dove tutti si aspettavano la continuità più totale anche nell’anno olimpico, tutto è venuto meno in quel maledetto 22 ottobre dello scorso anno a Pitzal in Austria in allenamento, quando proprio alle porte della nuova stagione una caduta rovinosa le ha procurato la rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro che ha significato per lei lo stop alle gare e l’addio al pensiero di una stagione ad alto livello.

Ilka Stuhec però è un’atleta oltre ad esser forte tecnicamente, ha una solidità mentale senza precedenti capace di resettare nei momenti più complicati gli aspetti negativi per ripartire subito con positività e determinazione cercando di riagguantare quelle sensazioni e quelle posizione arpionate nel recente passato: rieducazione, forza, e mordente han fatto la differenza in un anno praticamente passato in palestra e in fisioterapia migliorando giorno dopo giorno per farsi trovare pronte in quest’anno che verrà con un nuovo appuntamento iridato tra le altre cose.

E già i primi frutti cominciano a vedersi considerando che il 12 di questo mese a primo colpo ha subito timbrato il cartellino all’interno del palazzo della vittoria in quel di El Colorado all’interno della SAC-South American Cup categoria Super-G, a dimostrazione dell’intatto valore dell’atleta che ha lavorato sodo per riconquistarsi i posti e la dimensione in cui merita assolutamente di situare.

La concorrenza non mancherà, e tantissime atlete sono migliorate soprattutto dal punto di vista tecnico, ma il fenomeno sloveno non si farà attendere e seppur magari ci voglia il normale di riabituarsi alle nevi di tutto il mondo, la bella slovena scenderà per dare battaglia più che mai come in quel pazzesco 2017 sempre con quel sorriso contagioso sul suo viso.

Bentornata Ilka.

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