La farfalla che diventó un’aquila d’oro: l’evoluzione di Ryoyu Kobayashi

Rendi il tuo spirito simile al vento, che come tutte le cose passa su tutto senza attaccarsi a niente.

Se sei giapponese e quindi di conseguenza provieni da una cultura innata e profonda come quella orientale, le espressioni zen sono il piatto forte nella personificazione della centralità del tutto e rappresentano parimenti il volano fondamentale per l’identificazione di un qualcosa che, con lo scorrere del tempo, diventa sempre più speciale.

Nello sport, qualsiasi tipo di sport, assistiamo quasi quotidianamente alla nascita di gesti tecnici tra i più disparati che ci passano davanti agli occhi come fulmini alla velocità della luce, soltanto che alcuni transitano dalla residenza del nostro sguardo come delle vere e proprie meteore, mentre altri ti fanno scattare quella magia tale da farti bloccare ed incantare esattamente alla stessa stregua al momento dell’ascolto di un pezzo dei Pink Floyd tratto da “The Dark Side of the Moon“, ossia lasciando dentro  quella sensazione di diversità e di colore differente dal resto che ci ci circonda, trasformando in certezza quella sensazione preventiva di unicità: nei gesti dell’ultimo periodo del signor Ryoyu Kobayashi nel salto con gli sci ci si può ritrovare perfettamente in merito a questa tesi.

Il salto non è uno sport per tutti: è uno sport dove serve competenza e una molteplicità di fattori per la determinazione del risultato a dir poco unica al mondo: le fasi di esecuzione, la direzione del vento, la compensazione, l’aerodinamica, la valutazione del giudice… Ma è un ambito dove il gesto tecnico di un atleta può portare al compimento più definito del connubio tra sport e magia se chi lo interpreta alla perfezione è in grado di far emergere il carattere più ampio del gesto tecnico, cosa che sembra riuscire abbastanza agevolmente a questo giovane nipponico nativo di Hachimantai, piccolo centro del Giappone settentrionale situato nella prefettura di Iwate con circa 30 mila anime.

E cosa ha fatto ieri portando a compimento una tournée a dir poco sontuosa? Con un bel pò di pressione addosso (Cosa normale soprattutto se quello che stai combinando verrà annoverato tra i libri di storia e hai 22 primavere compiute da poco), rimontando una prima serie chiusa al quarto posto attraverso una misura di 135m, con una sicurezza e perfezione glaciale porta a casa la gara con un salto di 137,5m con un totale di 282.1 punti mediante una qualità a dir poco impressionante portando, per la quinta volta consecutiva in Coppa del Mondo 2018/19 tutti gli avversari a scuola conquistando la Tournée dei Quattro Trampolini regalandola per la seconda volta al Giappone con tanto di Grande Slam realizzato vincendo inoltre tutte e quattro le prove e divenendo così il terzo atleta dopo Sven Hannawald nel 2001-2002 e Kamil Stoch lo scorso anno a riuscire nell’impresa; i numeri attuali sono a dir poco impressionanti considerando che siamo ad uno score stagionale impressionante che ci racconta di 8 vittorie in stagione in 11 gare con 10 podi, vincendo tutte e 4 le gare e 5 serie su 8 nella Tournée tra Oberstdorf, Garmisch-Partenkirchen, Innsbruck, e Bischofshofen.

Un atleta completo capace di adattarsi in qualsiasi trampolino con margini di miglioramento ancora notevoli che lasciano presagire assolutamente la creazione di un fuoriclasse incredibile capace di potersi incuneare tra i più grandi in assoluto mettendo in risalto anche una notevolissima resistenza mentale oltre che tecnica, avendo dimostrato di non lasciarsi condizionare da colleghi molto agguerriti e anche in fase di crescita (Vedi Stefan Kraft nelle ultime settimane).

La stagione in corso ci sta facendo assistere alle gesta di un ragazzino che, alzando l’asticella, sta dimostrando che attraverso un duro lavoro ed una preparazione impeccabile condite da una serietà innata tipica del paese presso cui provieni, il salto di qualità auspicato lo scorso anno sta venendo su anche meglio e prima del previsto rispetto alle previsioni: gli 8 trionfi su 11 opportunità già su menzionate, rappresentano l’emblema dello stato di questo ragazzo che ha ancora voglia di correre e di non fermarsi più verso obiettivi concreti come quelli del circuito e del mondiale: Ryoyu esordì in Coppa nel 2016 a Zakopane chiudendo subito ottavo e nello stesso anno ai Mondiali juniores di Râșnov, in Russia, conquistò la medaglia di bronzo nel trampolino normale e nella gara a squadre, di certo un biglietto da visita non indifferente considerando il seguito che sta dando al suo impegno.

Una fase di volo regale e degli atterraggi da antologia, sono il punto di forza di Kobayashi che mista la sua tempra alla sua tecnica e potrebbe passare la storia come l’atleta che può regalare al paese del Sol Levante l’affermazione generale in Coppa del Mondo laddove molti ci han provato ma nessuno ci è mai riuscito; già solo a scrivere di questi spunti si denota chiaramente non soltanto la portata dell’impresa ma altresì anche la leggendarietà che denota lo stato attuale del saltatore cui ci si riferisce.

Una oramai celebre docu-serie che racconta le imprese di un’icona dello sport invernale e, soprattutto, in senso generale ossia Lindsey Vonn prese il nome di “chasing history”, cambiando la storia, a testimonianza della grandezza rara dell’atleta di Saint Paul: ebbene, se questo è l’antipasto di una grande storia da raccontare, allora con le dovute cautele del caso in uno sport come il salto con gli sci dove gli equilibri mutano molto spesso con l’andare delle stagioni, forse il tempo coadiuvato dalla determinazione di questo autentico talento, saranno i nostri alleati più feroci affinché tale terminologia possa essere applicata al salto con gli sci attraverso la firma prestigiosa di questa farfalla elegante che un giorno decise di planare come un’aquila dorata, come quella alzata al cielo austriaco sotto forma di trofeo,  sulle nevi più importanti al mondo regalando al Giappone una immensa soddisfazione attraverso un altro fuoriclasse assoluta nell’epoca attuale capace di scaldare i loro nobili cuori, con l’arte mista a poesia di Yuzuru Hanyu nel pattinaggio su ghiaccio: il futuro, probabilmente, è già adesso con Ryoyu Kobayashi.

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