
Gli occhi di Dorotea e di Dominik.
Gli occhi di due ragazzi che hanno lavorato sodo il giorno dopo giorno e che ieri finalmente hanno visto ripagati tutti i loro sacrifici; occhi che trasudano di gioia e di soddisfazione per sé stessi e per chiunque li abbia spinti oltre il vento attraverso un poligono e un paio di sci.
Le gesta ieri di Wierer e di Windisch hanno commosso tutta l’Italia, perfino coloro che di Biathlon non si occupano mai, perché è stato il raggiungimento di un risultato incredibile che va al di là della storia che riunisce ogni persona sotto la lunga ala della commozione e della vibrazione delle emozioni all’ombra dell’orgoglio tricolore pronunciato dalla nostra bandiera.
Una vittoria incredibile che avrebbe meritato più spazio all’interno delle cronache sportive nazionali laddove le copertine si sono dedicate tutte o quasi per un derby calcistico che valeva addirittura un terzo e un quarto posto, una roba veramente inconcepibile che cozza davanti alla conquista del risultato più grande per la carriera di un atleta e, in questo caso di atleti sulla vetta più alta del pianeta ne abbiamo piazzati ben due.
La conquista ieri da parte dei nostri due fuoriclasse al campionato del mondo di Biathlon è stata quella che generalmente si può rappresentare come più importante all’interno di un percorso professionale di vita che un atleta decide di intraprendere il quale, attraverso sacrifici e dedizione massima, cerca di coronare il sogno della propria vita, un sogno trasformato in realtà ieri per tutti e due; vincere un mondiale non è una cosa da poco, è semplicemente la raccolta dei frutti dopo tutto ciò che si è seminato nel corso della propria vita, non mollando mai, rifiutandosi di arrendersi anche davanti alle salite più ripide che alla sola visione ti incitano a mollare.
L’insegnamento che ci han dato questi due ragazzi è un serio monito posto davanti a tutti coloro che vogliono intraprendere una qualsiasi sfida, professionale e non necessariamente sportiva, concernente il non ritrovarsi ma in uno stato di resa ma lottando sempre comunque raggiungere quelli che sono i propri obiettivi. Come Dorothea. Come Dominik. Che ieri sono stati unici e che han rappresentato una elevazione nel mondo dello sport facendo vibrare le corde delle emozioni all’interno del nostro cuore.
Ora più che mai dobbiamo più di un grazie a Dorotea e a Dominik perché loro due, sì, sono l’orgoglio di tutti noi e la speranza per tanti giovani che vanno alla ricerca della trasformazione dei loro sogni più nitidi, rappresentando un esempio genuino da seguire, leale, dove si mette in risalto che la vita in un attimo ti ripaga di un enorme tempo speso rincorrere un qualcosa di tanto agognato.
Alle volte, si sa, basta un semplice attimo per far scorrere la vita.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
“non leggete come fanno i bambini per divertirvi,o,come gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere.”
(Gustave Flaubert)