Dominik Paris pennella ancora la Stelvio in discesa, vince la gara, e porta al comando della classifica di Coppa del Mondo generale quasi 25 anni dopo Tomba

Quando Dominik Paris è in forma ed in giornata, non ce ne sta davvero per nessuno.

Dall’alto della sua classe e della sua infinita tecnica, l’atleta altoatesino vince ancora una volta sulla “Stelvio” in quel di Bormio e porta a casa la seconda discesa libera in due giorni aggiornando un palmares che nel circuito internazionale della Coppa del Mondo parla chiaramente del successo numero cinque a Bormio e il 18mo complessivo in carriera per un totale di 14 nella prova regina della velocità ma, sopratutto, dopo quasi 25 anni dall’ultima volta griffata Alberto Tomba, si porta al comando della classifica generale e anche in quella di specialità.

Nessuna possibilità di replica per gli avversari portati letteralmente a scuola da Dominik che interpreta al meglio la pista di casa e precede un grandissimo Urs Kryenbuehl battente bandiera elvetica sceso con il pettorale numero 25 di soli 8 centesimi, poi il solito Feuz ancora una volta sul podio ma che con il terzo posto va a perdere la leadership a vantaggio di Paris in classifica di specialità staccato di 26 centesimi in giornata odierna, e con gli altri favoriti Kilde e Mayer che chiudono i primi cinque rispettivamente staccati di 73 e 84 centesimi; gli altri italiani più arretrati dove occorre ancora pazientare affinché possano sbocciare i nostri talenti più giovani.

Una giornata di per sé storica per lo sci italiano che ritorna a guidare la Coppa del Mondo di sci alpino generale e che lascia presagire ottime speranze in una annata che, orfana di Marcel Hirscher, non ha trovato ancora un vero e proprio dominatore a causa anche della scarsa continuità di risultati dei favoriti nel settore tecnico come Pinturault e Kristoffersen che alternano cose buone a prove opache.

Sarà molto importante la combinata alpina maschile di domani prevista per le ore 11 in prima manche e 13 sulla seconda per capire, ancora più di una volta, se i sogni finali di gloria possano essere ancora più leciti.

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