
La scorsa stagione orfana di Re Marcel Hirscher, aveva visto ai nastri di partenza la pole position sulla carta attribuita ad Henrik Kristoffersen, uno dei pochi sciatori al mondo che, negli ultimi anni, è stato in grado di impensierire il fuoriclasse austriaco a colpi di determinazione associati ad un tecnica sopraffina che ha contraddistinto il giovane norvegese come uno dei migliori interpreti alpini attualmente presenti sulla faccia della terra.
Spesso però, le tanti pressioni, e i favori dei pronostici troppo sbilanciati fanno si che le situazioni si vadano a ribaltare e le piste diano dei verdetti diametralmente opposti a quelli in precedenza pronosticati ed Henrik, non ha potuto coronare immediatamente il sogno della Coppa del Mondo generale andata poi al suo connazionale Kilde che, nel pieno rispetto del motto “Attacking Vikings”, è riuscito a riportare nell’estremo nord europeo la sfera di cristallo che da tanto tempo si attendeva.
Attenzione però, la stagione del buon Kristoffersen è stata tutt’altro che anonima: Henrik ha portato a casa la Coppa del Mondo di specialità alla voce slalom gigante davanti ad Alexis Pinturault, altro grandissimo rivale ed immenso sciatore per sei lunghezze e, per la seconda volta nel corso della sua carriera, quella di slalom speciale, precedendo uno ei talenti alpini più cristallini dell’ultimo decennio ossia Clément Noël di soli 2 punti; tutto a testimoniare della sua grande forza e tenacia volte alla conquista del massimo risultato possibile ogni volta che scattava il verde al cancelletto di partenza.
Il traguardo generale tuttavia è sfumato per una mancanza di continuità nelle prestazioni soprattutto nella fase centrale: evidentemente le troppe pressioni hanno giocato non un ruolo efficace nella mentalità (Vincente) di questo straordinario campione il quale, ogni volta che lo vedi scendere giù dallo start, è il solito mix di classe regale e di dimostrazione al mondo del suo talento, e quindi magari una maggiore serenità lo avrebbe potuto condurre molto più lontano del terzo in classifica generale per un totale di 9 podi e con 3 vittorie di cui una ha avuto il sapore d’azzurro conquistata nello slalom gigante della Gran Risa in Alta Badia, vittoria messa in mezzo tra i due slalom speciali presi e portati a casa sulla Black Levi e nella Planai di Schladming.
“Kristo” riparte quindi, alla ricerca della continuità e nell’obiettivo di centrare più vittorie possibili che ha assolutamente nelle sue corde: essendo un atleta ancora molto giovane ha dei margini di miglioramento assolutamente notevoli, e il talento che porta in dote assieme a una tecnica sopraffina potrà spingerlo nella maniera più assoluta oltre tre vittorie come quelle dello scorso anno, con un futuro da predestinato come pochi atleti al mondo.
No, non è un controsenso a ciò che è stato scritto nei capoversi precedenti, non c’è nessun obiettivo in questa sede di mettere pressione ad Henrik, che sicuramente però, avrà capito meglio come gestire il tutto, ma si parla soltanto di ovvietà, di fatti che dimostrano le sue immense doti che comunque, da sole, non possono di certo regalare soddisfazioni da alzare alla gloria verso il cielo: dietro c’è sacrificio, passione, e voglia di migliorarsi, tre ingredienti per una ricetta perfetta che Henrik conosce molto bene e che, sicuramente, in questi mesi distanti dalle nevi, ha imparato a perfezionare e dove, sin da Solden, cercherà di mostrare al mondo quanto del suo repertorio ancora non avevamo visto ed è stato perfezionato.
Perché questa è la storia scritta dal sacrificio dei Campioni, quelli veri, di cui Henrik Kristoffersen ne è un suo testimone, una storia che, col tempo, andrà a scrivere a se stesso e a tutti noi pronti ad ammirarlo ancora una volta arricchendo di meraviglia la nostra memoria sportiva.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
“non leggete come fanno i bambini per divertirvi,o,come gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere.”
(Gustave Flaubert)