Sua Maestà Mikaela Shiffrin

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Rolandhino1

Quando una fuoriclasse decide di vincere una gara, spesso e volentieri va in questo modo. Quando Mikaela Shiffrin decide di vincere una gara, non soltanto spesso e volentieri va in questo modo, ma realizza il tutto in una maniera regale demolendo le aspettative delle avversarie recitando un altro sport in sede di determinazione e di pura, estrema classe.

In queste righe si potrebbe tranquillamente già archiviare il discorso inerente allo slalom speciale in notturna di Flachau, ma c’è davvero di più. C’è l’oltre e l’immensità di una prestazione da parte di un’atleta assolutamente unica al mondo che riesce ad incantare ancora ed ancora il suddetto attraverso un qualcosa sempre di differente e di incantevole. Nella vittoria di Mikaela davanti a una grandissima Holdener e ad una strepitosa Liensberger, c’è tutta l’essenza della fuoriclasse di Vail: ci sono i numeri che sono pazzeschi che dicono 68 vittorie in Coppa del Mondo di cui 57 in questo format, c’è il podio numero 100, c’è lo spirito di sacrificio di un’atleta che non smette mai di migliorarsi per stupire il mondo come se fosse ancora a caccia del primo acuto, c’è l’emozione a fine gara di una ragazza che ha affrontato le sue fragilità nel periodo più difficile della sua esistenza, c’è la certezza di aver emozionato ancora il mondo attraverso una prestazione regale di una ragazza meravigliosa tanto forte quanto semplice.

C’è di tutto e molto di più quando vince Mikaela, perché ti dà la certezza che vada sempre oltre, oltre ogni cosa e orizzonte, oltre ogni sensazione: la voglia di stupire nel modo più semplice da lei reso grande, e la cura del dettaglio in ogni sua sciata tanto soffice come una linea di seta quanto determinata come un fulmine che ogni volta si scaglia all’interno di una pista dove, nella maggior parte dei casi, è lei a recitare il ruolo del primo violino.

Lo sport è meraviglioso perché riesce a regalare emozioni indescrivibili, come lo sci alpino, dove alle volte può bastare un nome ed un cognome: Mikaela Shiffrin, ossia quando la poesia è al servizio dello sci e lo sci è al servizio della sua infinita grandezza.

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