Ted Ligety: il gigante di Salt Lake City

This file is licensed under the Creative Commons Attribution 2.0 Generic license – Author: Doug Haney for U.S. Ski Team – Source: World Cup Champs Ted Ligety and Lindsey Vonn on Flickr

Il termine guerriero è un aggettivo abbondantemente usato all’interno del mondo dello sport e, spesso, in maniera impropria in quanto esso dovrebbe essere applicato con estrema cautela vista l’importanza di un significato ascrivibile solo ad una particolare elite di atleti: non può esserci cautela alcuna bensì solo e soltanto estrema sicurezza, quando esso viene affiancata alla figura di un fenomeno dello sci con un nome e ed un cognome co rrispondenti a Leg Ligety in sede di anagrafe. Il re del gigante era in grado di accendere qualsiasi platea con uno stile di sciata essenzialmente unico, sempre al limite ma allo stesso tempo efficace e spettacolare come poche, pochissime cose all’interno dello sport in generale e degli sport invernali nello specifico: scendere per vincere ma, allo stesso tempo, divertirsi in modo proprio, esattamente come un inventore che brevetta un modello cui nessuno può essere in grado di replicare, un artista unico in grado di porre in essere delle tele che hanno meritato di essere posti in sede di critica, fino a pochi anni fa, tra i migliori capolavori applicabili alla disciplina dello sport.

Dei capolavori che han portato il buon Ted a cavalcare l’onda della sua passione traducendo essi in risultati assolutamente fuori portata per molti sciatori: parliamo di un atleta strepitoso che ha costruito nella sua abitazione una bacheca che racconta della laurea nei cinque cerchi olimpici in combinata alpina a Torino nel lontano 2006 e a Sochi 2014 in slalom gigante, tre titoli ai Campionati del Mondo di fila sempre nella sua specialità preferita, lo slalom gigante, conquistati a Garmisch-Partenkirchen nel 2011, a Schladming 2013 e a Beaver Creek 2015; continuando a parlando di iride poi, Schladming in particolare fu l’edizione dove si elevò al mondo portandosi a casa altri due ori in combinata alpina e anche supergigante a testimonianza della sua anche polivalenza e completezza.

Ma anche il circuito intercontinentale di Coppa del Mondo lo ha premiato e lo ha ammirato aggiungendo il suo nome nelle sfide più continue oltre a quelle secche già summenzionate: qui parliamo di Coppe del Mondo di specialità sempre in gigante nei fantastici anni 2008, 2010, 2011, 2013 e 2014, per un totale di 25 successi su 52 podi, ultimo successo datato Solden il 25 ottobre del 2015. Ted Ligety con questi numeri ha dimostrato di essere assolutamente impressionante oltre che continuo come pochi, ha saputo interpretare a modo suo il suo mestiere, cavalcandolo con una destrezza unica, ed interpretandolo in una maniera estremamente personale come mai si era vista prima.

Certo, il tempo passa e arriva il momento in cui decidi di smettere e, in occasione di questi 46mi Campionati del Mondo di Cortina d’Ampezzo terminati ieri con la medaglia d’oro in slalom speciale maschile di Foss-Solevaag, ha annunciato di appendere scarponi e sci al chiodo concludendo una carriera spaventosa dopo aver scritto indelebili pagine dello sci. Tuttavia, purtroppo, una pecca a questa magica storia la troviamo: a causa di un doloroso mal di schiena, Ted non ha potuto prender parte al gigante di Cortina d’Ampezzo che avrebbe contrassegnato la sua ultima gara all’interno del circuito internazionale dello sci alpino: lo avrebbe meritato e tutti noi avremmo dovuto goderci l’ultima grande sinfonia, di uno dei più grandi interpreti alpini di ogni tempo. Ad ogni modo, grazie per averci deliziato con la tua classe e la tua solarità, siamo assolutamente certi che sarà estremamente difficile ritrovare un fuoriclasse con simili caratteristiche e con una forza, davvero, fuori dal comune.

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