
Tra i format di gara più controversi e dove le discussioni si accendono maggiormente a seconda dei punti di vista, oltre la combinata alpina vi è posto sempre il focus in merito anche verso il parallelo, che sarà il prossimo appuntamento della Coppa del Mondo di sci alpino che ha visto due settimana fa il suo esordio a Soelden con le vittorie nei giganti in programma rispettivamente di Mikaela Shiffrin e di Marc Odermatt autentici dominatori sul Rettenbach in terra austriaca.
Il parallelo di Lech nella Flexenarena previsto salvo spostamenti per condizioni meteo per l’11 di questo mese, sarà l’unica sfida side by side inserita in calendario per l’edizione numero 56 della massima rassegna continentale; non vi saranno altre date in cui è stata decisa la presenza se non quella dell’appuntamento a cinque cerchi a Pechino per l’assegnazione del titolo olimpico, ma naturalmente stiamo parlando di un’altra competizione. Lo scorso anno il parallelo, sempre e solo nella sua unica tappa a Lech ha decretato i suoi seguenti verdetti: per le donne a vincere fu Petra Vlhová davanti a Moltzan e Gut-Behrami che portò a casa 100 punti alla fine anche decisivi per la vittoria della generale proprio davanti all’elvetica sul filo di lana, invece per gli uomini prevalse Pinturault davanti a Kristoffersen e Schmid, anche qui tra gli uomini con un gradino più alto del podio che fu di buon auspicio al francese che al pari della Vlhová gli consegnò la sfera di cristallo overall.
Controversa come detto la storia di questo format sciistico, spesso posto in competizione come detto con la combinata: l’esordio avvenne proprio in Italia nell’ormai lontano 1975 in quel della Val Gardena dove a trionfare fu l’immenso Gustav Thöni, in un gara al cardiopalma assolutamente decisiva, tra l’altro, per l’assegnazione della Coppa del Mondo generale, e quel trionfo gli consentì di portarsi a casa la Coppa del Mondo davanti ad un novero nomi che, assieme al nostro fuoriclasse azzurro solo a sentirli oggi, fanno davvero tremar le vene ai polsi: Franz Klammer e Ingemar Stenmark, quest’ultimo allora ancora agli albori di una carriera che poi sarebbe divenuta dir poco leggendaria come la storia ci insegna.
Dopo questo grande evento, il parallelo in Coppa del Mondo di sci alpino fu riportato in auge per due anni di fila nel 1981 e nel 1982 per poi finire praticamente nel dimenticatoio considerando che, in quelle occasioni, venne snobbato anche dai grandi nomi. Negli ultimi anni poi si è riacceso il dibattito se riportarlo o meno in risalto, per poi prendere la decisione praticamente di riesumarlo nella stagione 2010/11 a Monaco di Baviera denominando la gara City Event.
Le nuove generazioni paiono apprezzare il tutto, e il parallelo viene confermato per l’anno dopo in quel di Mosca senza vedere mai però la luce a causa della cancellazione della gara per mancanza di neve sino ad arrivare ai giorni nostri dove addirittura viene inserito anche all’interno dell’ambito olimpico ed iridato vista l’importanza oramai attribuitagli anche in senso di circuito intercontinentale diventando a tutti gli effetti una gara ufficiale le cui vittorie (E lo potete notare anche dal primo capoverso) soo sono validi oltre che per la Coppa del mondo anche per la classifica di slalom speciale. Controverso il discorso per la la consegna del trofeo. Lo scorso anno non fu assegnata nessuna coppetta di cristallo, invece un anno prima nella stagione 2019/20 venne invece fatto l’esatto contrario dando il trofeo nelle mani di Vlhová e Loic Meillard.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
“non leggete come fanno i bambini per divertirvi,o,come gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere.”
(Gustave Flaubert)