
Nella giornata di sabato avevamo aperto l’articolo del blog celebrando la vittoria di Sofia sull’Olimpia delle Tofane al termine di una discesa libera al limite del pazzesco, utilizzando questo termine, only the brave, tanto caro alla fuoriclasse bergamasca, per enfatizzare al massimo una prestazione dal sapore leggendario anche in previsione dei Giochi che lasciavano presagire qualcosa di magico tra una ventina di giorni; mai, anche se con lo sci non si può mai dire, avremmo pensato dopo ieri di utilizzare la stessa medesima frase per dare un incoraggiamento per un infortunio che di fatto richiederà uno sforzo sovrumano per presentarsi al cancelletto di partenza per la gara di Pechino nella massima espressione di velocità. Una giornata dolcissima per la meravigliosa vittoria in superg di una incredibile Elena Curtoni che mette in fila le avversarie sfoderando una delle prestazioni più belle della sua carriera, forse la più bella, ma amarissima parimenti per quello che è successo dopo.
La diagnosi è quelle che dal punto di vista della Coppa del Mondo generale e che per il 90% delle prove che Sofia doveva svolgere alle Olimpiadi, fa calare inevitabilmente il sipario vista la gravità del contenuto: lesione parziale del legamento crociato del ginocchio sinistro già trattato nel 2013 più una leggera frattura al perone. L’obiettivo è quello di potercela fare in vista della gara a cinque cerchi di discesa libera messa in calendario il 12 febbraio prossimo, con tutti i rischi annessi che presenta la cosa. Impresa ardua ma non impossibile considerando la forza e la caparbietà di questa magnifica atleta, che tenta di fare un all in totale per difendere il titolo di cui lei è detentrice allegando all’amarezza tutta la determinazione per cercare di segnare un gol nei minuti di recupero.
Un test che se andrà in porto avrà del leggendario perché, andando a memoria, pochi o forse nessuno hanno tentato un recupero così in breve tempo, soprattutto alla luce di un evento così importante. Sofia e il suo staff non lasciano mai niente di intentato, e se hanno pensato che questa attività possa essere centrata avranno tutti i dati a loro disposizione di concerto con lo staff medico anche alla luce degli infortuni che, negli anni addietro, Sofia Goggia ha subito.
Rimane certamente l’amarezza per un episodio che certamente ridimensiona le ambizioni azzurre a gradi 360 viste le condizioni di forma che Sofia aveva mostrato sin qui, e alla quale si affianca la rabbia per un dejavù di cui tutti avremmo fatto a meno, ma come detto in precedenza con lo sci non puoi fare calcoli e l’insidia è sempre dietro l’angolo anche alla vigilia di un appuntamento importante dove, tra l’altro, lei è anche portabandiera azzurra e dove anche questo aspetto sarà da valutare considerando che la sfilata sarà il 4 febbraio. Purtroppo si prende e si porta a casa, e l’unica cosa è cercare di ripartire cercando a partire di oggi di fare una corsa contro il tempo che, se riuscita, avrebbe un sapore assolutamente storico a prescindere dal risultato in pista (Da vedere appunto anche la competitività che il fisico riuscirà a darle se presente al cancelletto di partenza).
Only the brave quindi, solo per i migliori e i numeri uno, quale lei è, certi che anche questa volta cercherà di dare il massimo prendendo in considerazione tutti i rischi e i benefici di una rimonta rischiosa ma possibile per una persona che spesso poteva stupirci con gli effetti speciali ma che ha preferito trionfare con la sua specialità bypassando difficoltà e cadute. È successo anche questa volta, e anche questa volta si rialzerà baciata dalla gloria e dall’affetto di tutti noi che va al di là di ogni gara, risultato, e statistica. You can do it.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
“non leggete come fanno i bambini per divertirvi,o,come gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere.”
(Gustave Flaubert)