Mentre nel tennis si abbattono come degli autentici cicloni le figure di Iga Swiatek, 21 anni, nel circuito WTA al primo posto nel ranking e di Carlos Alcaraz in quello ATP ieri fresco vincitore a 18 primavere del Masters1000 di Miami (Lo stesso vinto dalla polacca che fa il paio con Indian Wells) con tanto di best ranking alla casella numero 11, nel nome del rinnovamento e delle nuove generazioni anche nello sci i nomi abbondano in questo senso e, quello della neozelandese Alice Robinson a 20 anni, è sempre quello sulla creste delle onde nel mare dei talenti infiniti che oggi popolano l’ambito alpino.
Poniamo bene l’accento sull’aspetto anagrafico, 20 anni; non bisogna caricare di troppe aspettative i giovani talenti trasformandoli in fuoriclasse già alle prime gare vinte appena si intravedono i piccoli segnali di forza. Alice l’avevamo ritrovata dopo l’infortunio, a Lenzerheide nel 2021 a tornare a vincere il suo terzo gigante nel massimo circuito di Coppa del Mondo con tanto di podio sfiorato agli ultimi Campionati del Mondo di Cortina d’Ampezzo 2021 chiudendo al quarto posto nella prova di slalom gigante, lasciando preannunciare una futura stagionale entusiasmante, dove però purtroppo non è arrivato nessun podio in Coppa del Mondo e ai XXIV Giochi olimpici invernali di Pechino 2022, non è riuscita negli acuti sperati finendo 25ª nella discesa libera, 22ª nello slalom gigante e senza completare il supergigante.
È incredibile l’atteggiamento dei commenti nei confronti degli sportivi quando i risultati non arrivano, si passa da un estremo all’altro senza alcun tipo di ragionamento logico rischiando davvero di far precipitare una situazione che grave non è per niente al mondo. Alice Robinson, nel caso specifico, a 20 anni ha già mostrato quelle che sono delle capacità fuori dalla norma nelle prove che ha intrapreso, una forza della natura incredibile sprigionata con una sciata di pura potenza che, come un fulmine, si abbatte contro le nevi più prestigiose del mondo.
Sicuramente Alice ha dei margini di miglioramento assolutamente impressionanti che, se levigati bene giorno dopo giorno, potrebbero seriamente consentirle di togliersi delle infinite soddisfazioni creando qualcosa di molto importante per se stessa e per questo fantastico sport. Ma ci vuole tempo, e bruciare le tappe non è spesso sinonimo di tutto e subito. Anche i più grandi campioni hanno avuto la loro fase di apprendistato, e ognuno deve rispettare il proprio percorso il quale, se seguito alla perfezione, può condurre a strade inequivocabilmente gloriose come potrebbero essere quelle percorse da questa straordinaria atleta.
Alice ha posto prima degli altri delle basi incredibili, da quel successo di Soelden nel 2019 a soli 17 anni abbiamo visto davvero una luce abbagliante che potrebbe essere un trailer di ciò che vedremo, ma occorre lasciarla tranquilla e farla lavorare al meglio come sta facendo. Le basi sono state gettate e adesso mattoncino dopo mattoncino spetterà a lei seminare prima e raccogliere dopo i frutti del suo lavoro. Alla fine quest’ultimo paga sempre, e i risultati sul campo sono il giudice supremo che chiude i commenti e lascia solo lo spazio alla storia.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
“non leggete come fanno i bambini per divertirvi,o,come gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere.”
(Gustave Flaubert)