La campionessa che sussurrava agli sci: Wendy Holdener

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Quando parliamo di Wendy Holdener non è propriamente ammissibile l’utilizzo del sostantivo “outsider” perché, considerando la sua evoluzione nel corso soprattutto degli ultimi due anni e il sodo lavoro posto in essere in sessione estiva volto ad alzare enormemente la sua personale asticella alla voce traguardi, il tutto non è catalogabile come sorpresa bensì come assoluta certezza, e il suo back-to-back in sede di sessione tecnica sta urlando al mondo e a questo inizio di stagione di Coppa quanto la sua fame di vittoria sia al massimo livello.

Wendy è un’atleta seria, estremamente seria, che fa della cultura del lavoro il suo mantra affiancando ad l’essenzialità di un gesto tecnico sopraffino che giorno dopo giorno con tanta fatica e dedizione, sta dando finalmente i frutti da lei desiderati; lei è un’atleta vera, che conosce assolutamente lo sci e lo interpreta in una maniera passionale e riesce a performare in lungo ed in largo dall’alto della sua polivalenza.

E’ una tempesta che si scaglia nel ciel sereno anche quando per le altre i giochi sembrano esser fatti, e invece arriva lei e riesce a rimescolare le carte da top atleta quale è: sin da questa estate abbiamo ammirato il lavoro di Wendy, si capiva sin dal più fuggente degli sguardi nel profondo dei suoi occhi la forza di volontà che la stava spingendo ad alzare sensibilmente il volume della radio che adesso suona una musica forte ed assordante tanto quanto le luci verdi che sta facendo accendere giungendo al traguardo. Atleta d’altra epoca, centrale e precisa, lascia sempre poco spazio alle parole e tanto ai fatti, che si traducono in risultati in pista, una pista che troppo spesso l’aveva privata di tanti successi che avrebbe meritato tante volte, troppe volte, e che l’aveva vista tante volte nelle posizioni che contavano e che non hanno mai, minimamente, messo in discussione la caratura della classe 1993.

Già in quel di Levi tra i paletti stretti, soltanto una Shiffrin versione Pianeta Kripton aveva privato della vittoria l’atleta nativa di Unteriberg, successivamente prima a Killington in condominio con Anna Swenn-Larsson aveva interrotto il dominio di Mikaela che durava praticamente sin dall’annata in cui la gara veniva disputata, e poi ieri al Sestriere sulla Giovanni Alberto Agnelli ha fatto salire sul palcoscenico tutte le sua caratteristiche che la contraddistinguono come una delle atlete non soltanto più complete del panorama internazionale, ma anche come una garanzia di competitività quest’anno laddove il mondo Shiffrin sembrava incontrastato sul tecnico, e invece non è così.

Non è così perché bisogna fare i conti anche con Wendy Holdener, una campionessa e un’atleta vera, un centro gravitazionale dello sci alpino dove congiungono tutte le essenzialità in grado di spiegare la singolarità quantistica di questo sport dove lei non solo ne è parte integrante, ma pure una delle chiavi di volta principali del circo bianco più famoso al mondo.

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