Jannik Sinner: la capacità di emozionarsi ancora

Alle volte lo sport ci regala delle storie incredibili tali da farci aprire il portone delle emozioni per farci entrare all’interno della grande sala dello sport.

E’ il caso di un ragazzo, estremamente promettente, che dalle alte dolomiti dove da bambino praticava lo sci alpino è arrivato a centrare il suo sogno più importante, ossia impugnare una racchetta e cominciare ad arpionare gli alti livelli.

Il nome e il cognome sono corrispondenti a Jannik Sinner, ieri salito sulla ribalta delle principali cronache sportive per aver avuto accesso al tabellone principale del Masters 1000 di Roma dopo aver battuto lo statunitense Jack Johnson, numero 59 del mondo, con il punteggio di 1-6, 6-1, 7-5.

Jannik è un ragazzo semplice, ma allo stesso tempo la sua giovane età che sulla carta di identità menziona 17 primavere, non devo di certo ingannare perché la sua storia viene da lontano e parla di una persona estremamente determinata e meticolosa nella cultura del lavoro per cercare di tramutare in realtà i propri sogni; nativo di San Candido, un comune di poco più 3300 anime situato nella provincia di Bolzano, precisamente nell’Alta Pusteria, luoghi incantevoli che mozzerebbero il fiato di chiunque attraverso la loro sublime bellezza, sin dalla giovane età capisce che i paletti innevati non lo emozionavano e, seguendo il suo istinto, ha preferito allenarsi in un campo con una rete, scegliendo il tennis come sua strada.

Ciò che accomuna spesso coloro che provengono da certi posti è la dedizione verso il silenzio e la concentrazione totale sul lavoro che si va a perseguire: così Jannik, giorno dopo giorno, ha saputo costruire quelle che sono delle fondamenta solide sul quale poi dovrà costituire la sua carriera: una pagina di storia l’ha già scritta ancor prima di ieri quando, annullando un match Point a Johnson, è andato a divenire il primo azzurro capace di superare un turno in un torneo di questo tipo a 17 anni, infatti qualche tempo fa fu sempre lui a diventare l’italiano più precoce a trionfare in un Challenger, in quel di Bergamo; da ieri dalla postazione 262 è salito alla 227.

Classe 2001, rovescio potente e stabilità in campo, Sinner ha grandissime qualità e dei margini di miglioramento pressoché infiniti che devono essere lasciati sbocciare con serenità e tranquillità senza pressioni o paragoni inutili che, a quell’età, sono soltanto deleteri. Lasciarlo libero, di giocare, di divertirsi, di crescere, di vincere ma anche di perdere, sonoramente, perché accadrà in quanto è normale, per forgiarlo alla gloria e cercare di regalare, allo sport italiano, una nuova penna con la quale scrivere pagine di storia notevoli.

Cresci Jannik, e noi lo faremo al tuo fianco per cercare di emozionarci ancora lungo le traiettorie sensuali ed incantevoli dello sport.

L’orgoglio e la forza di un ragazzo semplice: Marco Cecchinato

Il mese meraviglioso del ragazzo siciliano raccontato sul viale delle emozioni

Marco Cecchinato
Marco Cecchinato

Nel mondo dello sport spesso avviene il verificarsi di situazioni ed eventi i quali, una volta posti in essere, spalancano due grandi portoni rigidi a chi li sta osservando per permettere ai medesimi, una volta varcata la loro soglia, di precipitare giù all’intero del regno della magia.

Quando di punto in bianco un nome nuovo “sconvolge” l’ordinario sportivo vi è sempre una notizia in prima pagina, soltanto che se lo fai una volta sei bravo, alla seconda sei notevole, alla terza invece no, cominci a diventare speciale.

Speciale come I sacrifici che si fanno per raggiungere livelli che sono dei punti di riferimento per iniziare magari la propria attività, speciale come le sofferenze che spesso ti capitano e fai appello alla tua forza più profonda da grande persona quale sei, speciale come questi giorni che stanno regalando all’Italia sportiva e non una luce non indifferente.

Marco Cecchinato è il volto di uno sport bello da vedere e talmente tenace da far vibrare le corde dell’anima di qualsiasi sportivo che lo stia osservando: sta dando tutto, sta migliorando partita dopo partita, sta crescendo e ci sta mettendo ogni volta un pezzettino del suo carattere andando ad accrescere sempre di più la propria forza. Come scalare una grande montagna e poi, passo dopo passo, accorgersi che dentro andando avanti si ha sempre quel qualcosa in più che ti fa porta sempre più in alto verso la luce. 

Ciò che stiamo vedendo in questi giorni non deve sorprendere: perché se credi in quel che fai e oltre al tuo talento ci metti tutto il tuo entusiasmo e la voglia, stai pure certo che arriverà il momento in cui raccoglierai tutto ciò che hai seminato e, nello specifico, Marco è uno che ci ha sempre creduto e che ha combattuto torneo per torneo per emergere nel circuito che conta. E’ la storia di un ragazzo perbene, di un ragazzo eccellente, educato, e tenace.

Ma soprattutto è la storia di un ragazzo venuto da lontano, un cacciatore silenzioso ma con un fuoco dentro tipico di chi viene dalla Sicilia terra ricca di sole e di valori, che ti insegna il duro lavoro e a crederci ogni giorno di più, ogni istante di più per inseguire, con tutta la forza che hai in corpo i tuoi sogni. 

Il Dalai Lama disse una volta: “La forza interiore è la protezione più potente che hai. Non aver paura di assumerti la responsabilità della tua felicità.”: la felicità e la responsabilità spesso sono due fattori che vanno braccetto perché è vero sì, che più in alto si va più aumenta la pressione, ma se sei in grado di reggerla allora qualsiasi risultato verrà fuori, andrà condito con il sapore del sorriso e della gioia.

Non è un sogno, è una grande realtà. Ma continua a viverla alla stessa stregua della quarta parola di questo capoverso, come un grande sogno da cui tutti noi con te no, non vogliamo svegliarci. Perché è già storia. 

Avanti tutta Marco.

https://www.youtube.com/watch?v=I7jxPviyoRQ