La Coppa del Mondo di sci alpino viaggia verso le finali di Soldeu

Il weekend appena conclusosi con le tappe di Are e di Kranijska Gora che hanno sancito ancor di più il dominio letterale di Mikaela Shiffrin e di Marco Odermatt, hanno fatto calare il sipario sulla “regular season” della Coppa del Mondo di sci alpino e, con molti dei trofei già assegnati, quest’ultima si appresta a vivere le sue giornate finali in terra d’Andorra, a Soldeu, per la conclusione stagionale.

Mentre oggi e domani saranno giornate prettamente di prove, mercoledì ci sarà il semaforo verde con lo start delle prove veloci, con alle ore 10 la discesa libera maschile e alle 11.30 quella femminile, invece giovedì agli stessi orari e con lo stesso ordine si andrà per definire i super-g.

Venerdì 17 sarà la prove del parallelo a squadre a partire dalle ore 12, mentre sabato andrà in scena lo spettacolo del gigante con la prova maschile che partirà alle ore 9 per la prima manche con la seconda alle 12, e quello femminile con inizio alle 10.30 per la prima e alle 13.30 per la seconda.

Programma finali e di stagione che vedrà la sua naturale conclusione nella giornata di domenica con lo slalom speciale con le donne che partiranno alle 9.00 per la prima manche e con la seconda alle 12, e gli uomini con start alle 10.30 per la prima e seconda alle 13.30.

È bene ricordare che nelle finali accedono solo ed esclusivamente i primi 25 di ogni classifica di specialità, a cui si devono aggiungere i Campioni iridati dei Mondiali juniores quest’anno disputati a St.Anton; circa la pattuglia azzurra, l’Italia sarà rappresentata in tema di discesa libera da Sofia Goggia in quanto leader, Elena Curtoni terza, Federica Brignone, Laura Pirovano, e Nicol Delago; in supergigante, si sono qualificate il pettorale rosso Elena Curtoni leader a caccia delle coppa,poi Federica Brignone, Marta Bassino e anche Sofia Goggia.

Capitolo maschile: in discesa libera saranno a Soldeu Mattia Casse, Florian Schieder, e Dominik Paris, super-g con Paris, Casse e Bosca.

Mikaela si prende la storia e la Coppa

Oramai parlare di quali record di Mikaela Shiffrin ogni volta va a centrare comincia ad essere anche anacronistico per la grandezza e l’immensità di questa inarrivabile atleta non soltanto nello sci alpino ma nel mondo sportivo femminile, ma quello che è accaduto poco fa ad Are nel gigante in terra svedese è di quelli da ricordare nella maniera più assoluta in quanto segnano uno spartiacque assolutamente pazzesco considerando, che, la fuoriclasse di Vail finalmente è riuscita a raggiungere la vetta degli 86 successi in Coppa del Mondo detenuta da Stenmark per tanti anni scrivendo una pagina di storia assolutamente indelebile.

Un successo annunciato e che non era stato possibile arpionare prima di Campionati del Mondo di Courchevel – Méribel ma che oggi diventano una granitica realtà addolcita altresì dalla conquista anche della Coppa del Mondo di specialità gigante, l’ennesima gemma che va ad incastonarsi in una corona luminosa da regina immensa quale lei è al termine di una giornata agonistica straordinaria e per lei spettacolare ed indimenticabile.

Sulla gara, poco davvero da dire se non soffermarsi sul fatto che oggi non ce ne stava praticamente per nessuno; Mikaela infatti oggi ha fatto semplicemente un altro sport dominando il tutto sin dalla prima manche per poi completare la sinfonia nella seconda gestendo al meglio un ottimo margine di vantaggio sulle avversario sino a giungere alla tanto fatidica luce verde che significa storia. Avversarie che si inchinano a lei ma che ci raccontano di una splendida Federica Brignone che chiude seconda a 64 centesimi e Sara Hector che completa il podio a 92.

Ma Mikaela non si ferma di certo qui e, domani, appuntamento con la gara tra i paletti stretti per prendersi la vetta solitaria di una Leggenda che, da oggi, è entrata nella sala più lucente del Mito.

Odermatt vola sul velluto del suo talento

Ad Aspen è andato in scena il quinto sigillo in sette supergiganti stagionali griffati dalla penna di Marco Odermatt in questa edizione stagionale della Coppa del Mondo di sci alpino, una stagione per lui memorabile anche alla luce della rassegna iridata di Courchevel, e che ieri ha aggiunto la coppa di specialità in attesa di alzare al cielo nelle prossime settimane quella più importante, già ipotecata, overall che sarà la seconda di fila.

Un ragazzo semplice e solare ma infinitamente completo, il 25enne elvetico, che sin da inizio stagione ha viaggiato su ritmi impressionanti con il solo immenso Kilde a tenergli testa sino alla fine, in un duello senza esclusioni di colpi capace di emozionare sempre dando mai nulla per scontato nel confronto diretto tra i due dove però, l’attuale leader di Cdm, ha saputo dare qualcosa in più.

Togliendo il super-g se Kilde ha qualcosa in più in discesa, Odermatt è stato molto più consistente in gigante e infatti 389 punti di gap in ottica generale tra i due si possono anche tradurre in questo, con l’elvetico che per la prossima stagione mette nel mirino l’alzata dell’asticella nel massimo segmento veloce alpino dove nel circuito insegue ancora il primo successo quando però al mondo ha lanciato il suo monito qualche settimana fa prendendosi un’iride fenomenale a testimonianza del duro lavoro e della determinazione di prevalere.

I margini di miglioramento del ragazzo sono assolutamente incredibili considerando età e cura infinita dei dettagli in un settore maschile che dopo Hirscher faticava a trovare una figura che poteva iniziare un percorso nuovo e dominante, e se viaggi già a prendere due generali di fila, beh, se le basi che avevi buttato erano già di per sé ottime non si osa immaginare quale costruzione di successi verrà fuori.

Odermatt quindi viaggia, verso nuovi orizzonti e successi, navigando sul mare vellutato dei trionfi che arrivano e che arriveranno, costringendo chi lo insegue a seguire il suo ritmo se si vorrà rimanere agganciati al veliero che sta cominciando a solcare mari sempre più gloriosi e ricchi di tesori.

Gara pazza (E di dubbio gusto) a Kvitfjell: tripletta austriaca nel super-g con Ortlieb sul gradino più alto del podio

La gara più pazza dell’anno: a Kvitfjell la pista cambia radicalmente con il passare dei minuti e spezza in due tronconi la stessa e mentre nella prima Sofia Goggia aveva praticamente la vittoria in tasca, dopo il fondo muta in una maniera impressionante e i tempi migliorano in via progressiva e dominano i pettorali alti con un letterale, dominio, per dispersione da parte delle atlete austriache che pongono in essere una tripletta clamorosa con Nina Ortlieb sul gradino più alto del podio di questo super-g.

In una delle patrie della velocità e del km lanciato, va in scena in una gara (che definire regolare è davvero un eufemismo) dove il meteo è l’assoluto protagonista e premia la Ortlieb nel suo secondo successo in carriera precede Venier di 12 centesimi e Gritsch di 38 in questa seconda parte di gara. Le tre atlete biancorosse sono scese con i pettorali numero 31, 29, e 27 e, nel momento in cui le tre scendono assieme alle altre la pista si velocizza uscendo anche uno scorcio di sole e va a ribaltare completamente la classifica e la giornata con Sofia Goggia, moralmente vincitrice oggi, chiude quarta ai piedi del podio di 69 centesimi mentre chiude quinta la tedesca Emma Aicher a 75.

La nuova freccia del nord: Alexander Steen Olsen

Author: Skirennzentrum Meiringen HaslibergThis video, screenshot or audio excerpt was originally uploaded on YouTube under a CC license.Their website states: “YouTube allows users to mark their videos with a Creative Commons CC BY license.”

Dopo il finale rocambolesco che ha portato ieri al DNF del greco Ginnis dopo la sua inforcata finale sullo slalom corso in condizioni “piuttosto” complesse (E di perplessità sulla località ne avremmo) climaticamente parlando in quel di Palisades Tahoe, è la favola di Alexander Steen Olsen quella da raccontare, ossia quella dell’ennesimo prodigio dello sci alpino della squadra norvegese, che porta sulle luci della ribalta un nuovo calibro a testimonianza dell’enorme lavoro e della serietà di una delle migliori federazioni sportive invernali al mondo, se non propriamente la migliore.

Steen Olsen sta bruciando le tappe, e le sensazioni è che la Norvegia abbia fatto nuovamente 13 con questo ragazzo che ha una gran voglia non solo di imparare ma di arrivare al prima possibile ai vertici dello sci considerando le sue grandi doti tecniche e fisiche; il 2017 è stato l’anno del suo debutto, non soltanto in gare FIS ma anche nel massimo circuito intercontinentale della Coppa del Mondo dove ha bagnato il suo esordio il 27 febbraio nel gigante di Bansko, una prima emozione che ha preceduto quella più grande, del gradino più alto del podio, conquistato tra i paletti stretti in Coppa Europa.

I talenti vanno affinati giorno dopo giorno attraverso un duro lavoro di programmazione e dedizione totale, e quando tu rispetti ciò, e Steen Olsen qui è ststo molto bravo, “accade” che i risultati arrivano eccome: lo scorso anno infatti ai Campionati del Mondo juniores di Panorama 2022, ha fatto capire a tutti quanto potenziale possa avere nel suo fresco bagaglio carrieristico questo ragazzo, vincendo per dispersione il titolo iridato sia in slalom che in gigante, per una doppietta di enormi proporzioni che ha subito scomodato pareri ingombranti con dei mostri sacri, uno in particolare, tutt’ora in attività.

Ma venendo all’epoca recente, una settimana a fa si è tolto la prima soddisfazione di mettersi al collo, ai Mondiali di Courchevel/Méribel, la medaglia d’argento nella gara a squadre alla prima esperienza assoluta in una rassegna senior, un buonissimo modo per farsi le ossa aggiungendo che degli ottimi piazzamenti nelle altre tre gare da lui disputate, ergo la ventiduesima piazza sia nello slalom che nel gigante, e la settima nel parallelo, sino ad arrivare al successo di ieri in terra statunitense.

Classe 2001, solo 21 anni, e un futuro radioso davanti a sé all’interno di una squadra che annovera campioni già affermati come Kristoffersen e Kilde, e altri che sono già solide realtà come Braathen e McGrath assieme agli altri, questo ragazzo ha tutti i mezzi e l’ambiente ideale per crescere e far parlare di sé ancora e ancora. La progressione di questi mesi è stata impressionante per il buon Alexander, e la sensazione che ieri abbia messo solo il primo mattoncino in un cantiere che può trasformarsi molto presto in un quartiere residenziale di gioie e trionfi.

In Svizzera legifera il tricolore: doppietta per Sofia Goggia e Federica Brignone

Eurosport

Dopo la giornata di ieri colma di attesa e di cancellazione, la Coppa del Mondo di sci alpino femminile oggi vede la luce dopo la rassegna iridata francese e, nella discesa libera di Crans Montana, è spettacolo di Sofia Goggia e Federica Brignone che si prendono le luci del palcoscenico e, sotto scroscianti applausi, arpionano il gradino più alto del podio e la seconda posizione per una doppietta meravigliosa che sancisce l’assoluta supremazia nel circuito veloce dello sci alpino.

Gli ultimi due intermedi da parte della fuoriclasse bergamasca sono paragonabili ad un assolo posto in essere con uno Stradivari, dei passaggi totalmente inarrivabili per tutte e per tutti creati attraverso una grande voglia di prendersi una vittoria con le unghie e con i denti anche in una gara partita con una serie di difficoltà ma conclusa in maniera sublime, al bacio, esattamente come lei stessa ogni volta è in grado di scrivere. Scrivere quindi, il verbo di Sofia che si imprime nella storia azzurra di sci alpino che si traduce in un grande passo per la classifica di specialità e un sonoro monito alle avversarie che ribadisce ancora e ancora la legge della più forte:

Detto di Sofia, altrettanto sublime Federica Brignone, fresca dalla medaglia iridata in combinata e con l’argento in gigante arresasi solo a Shiffrin, dà continuità a uno stato di forma devastante realizzando una gara meravigliosa e arrendendosi solo per pochi cm a Sofia concludendo a 15 centesimi dalla vetta bergamasca. Federica sempre precisa ed elegante ma determinata come sempre, nel nome della sua polivalenza lotta curva dopo curva disegnando storia e portando a casa un altro risultato bellissimo per una carriera già di suo unica. Completa il podio la francese Gauche, anch’essa bravissima staccata di 43 centesimi.

Oggi ci godiamo il presente e celebriamo una grande giornata oggi per lo sci azzurro con la 120ma vittoria al femminile in Coppa del Mondo, la 22ma per Goggia e, con una doppietta che, lassù in cielo, avrà fatto sicuramente sorridere una stella che porteremo per sempre nel cuore.

Henrik il Re del mondo

Author: Rolandhino1

Non è certamente una sorpresa. Non lo è per chi segue le gare dall’inizio della stagione, e non lo è per ha seguito questo spazio negli scorsi mesi perché, mai come in questo caso, il banalissimo ma sempre funzionale “ve lo avevo detto”, funge da collante perfetto per raccontare la grandiosa vittoria iridata nella giornata di ieri di Henrik Kristoffersen tra i paletti stretti non solo lungo la neve di Courchevel bensì anche attraverso il viale di emozioni che sa regalare questo splendido fuoriclasse.

Un fuoriclasse coraggioso e silenzioso, che per tanti anni è stato all’ombra del più grande, di Hirscher e, nel momento in cui il Goat austriaco ha appeso gli scarponi al chiodo e ha deciso di intraprendere una nuova strada con la creazione di sci altamente all’avanguardia per nuove sfide, non ci ha pensato due volte a unire le forze con quest’ultimo buttandosi dentro una nuova avventura che stava pagando in Coppa del Mondo ma che ieri lo ha baciato con tanto di medaglia d’oro ai Mondiali.

Ma al di là di Van Deer, è incredibile la tenuta mentale e lo spirito vincente di questo atleta: senza parlare della sua tecnica in quanto formula abbastanza semplice da risolvere in quanto nota a tutti, è sublime vedere all’opera la sua fame di vittoria indipendentemente da come possa finire la prima frazione di gara; non si da mai per vinto, ci crede sino all’ultimo, e riesce a dare anima e corpo ad ogni suo gesto.

Quello di ieri è stato un assolo determinante e che ha fatto tuonare il mondo alpino, una sete di vendetta dopo tanta sfortuna in questi anni trasformata in successo con una gara da lui condotta meravigliosamente nella parte numero due: è stato come udire un sound di chitarra firmato Tom Morello, uno di quelli che tu sprona e ti fa vedere chiaro il corso di energia e di trasporto, con la certezza di voler andare sopra tutti.

Se passi dalla sedicesima posizione alla medaglia iridata qualcosa vorrà dire. E la spiegazione più plausibile in un come-back del genere al netto di fortuna ed episodi, prende residenza nella grandezza del norvegese che non lascia nulla al caso, e perfezionando le doti che madre natura gli ha donato riesce a farle sposare al meglio con il duro lavoro creando così una cerimonia indimenticabile come è accaduto ieri.

Siamo felici, in una giornata che ha premiato col bronzo il nostro Vinatzer, che Henrik ce l’abbia fatta. Lo meritava, lo merita, e siamo fortunati noi ad ammirare il ritorno ai massimi livelli di questo prodigio il quale, dopo Marcel Hirscher, è il talento più cristallino che il circo bianco ha fatto emergere negli ultimi anni. Ad maiora.

Mikaela Shiffrin è Campionessa del Mondo di slalom gigante, ma Federica Brignone è una splendida medaglia d’argento

Author Catholympique

Dopo la due giorni di paralleli tra team event e singolari, tornano le sfide di disciplina effettiva di sci alpino e, entrando nell’ambito prettamente tecnico, oggi si sono aperte le danze a Méribel con lo slalom gigante femminile dove il titolo iridato è andato ad una letteralmente unica Mikaela Shiffrin che vince una gara meravigliosa andando ad arricchire una carriera oggi ancora più immensa, davanti però a una Federica Brignone sontuosa che merita tutti gli applausi del caso dopo alcuni giorni complicati per una bronchite che non l’ha fermata di certo, anzi, ma ha aumentato la sua fame di successo.

Mikaela oggi porta casa un risultato che aveva inseguito per tutta la sua carriera, il titolo iridato in gigante tanto inseguito e bramato e che oggi in territorio francese diventa una realtà tramutata in una perla che va ad incastonarsi nel suo scettro già di per sé immortale ed eterno. La forza di questa atleta è assolutamente disarmante, anche quando compie un piccolo errore come quello posto in essere nella parte centrale della seconda manche, non si abbatte e continua a far correre i suoi sci e, lottando, va a prevalere alla fine sulla nostra Fede nazionale di soli 12 centesimi, una Federica che merita tutti i nostri inchini perché ha dimostrato per l’ennesima volta di essere veramente una fuoriclasse pazzesca, una guerriera e una lottatrice che non si tira indietro mai davanti a nulla, e che risponde sempre presente quando è il caso di aggiornare la pagina di storia dello sport italiano.

Già nella prima manche aveva lasciato intendere che nessun malanno avrebbe potuto farla desistere dallo scadere in pista, che lei lo avrebbe fatto anche con 40 di febbre come da lei stessa dichiarato, e che ha tirato fuori una performance davvero meravigliosa che le è valsa la seconda medaglia in questi Mondiali dopo il titolo iridato in combinata qualche giorno fa. Finisce terza un’altrettanto meravigliosa Mowinckel staccata di 22 centesimi dalla vetta statunitense, un giusto riconoscimento per lei che è ritornata ai massimi livelli agonistici dopo tanta, troppa, sfortuna. Tanto rammarico per Marta Bassino la cui prima manche è stata determinante per portarla lontano dalle posizioni importanti, lì infatti un errore stava per portarla fuori ma si salva, e tira fuori un’ottima seconda recuperando ben otto posizioni.

Per la fuoriclasse di Vail, tornando a Mikaela Shiffrin, si tratta come detto del primo titolo del mondo in questo segmento di gara ma il settimo iride complessivo, per un totale di 13 medaglie in questa competizione. Assoluta Leggenda per una stagione sin qui monumentale e che la porterà, presto, alla vetta definitiva di leader di vittorie in Coppa del Mondo. Domani si replica con il gigante, questa volta maschile.

Ciao Elena

Discesa Libera Blog ricorda con infinito dolore Elena Fanchini, la nostra campionessa azzurra scomparsa ieri a soli 37 anni per un male che ha avuto il sopravvento sulla vita. Questo piccolo spazio si stringe attorno alla sua meravigliosa famiglia, ai suoi amici, e a tutti gli affetti che l’hanno voluta bene sin dal primo giorno e che hanno avuto la fortuna di abbracciare il suo eterno sorriso. Un sorriso che mai si spegnerà e ci accompagnerà sempre.

Oggi, nonostante gli ovvi avvenimenti sportivi in scena in Francia, non ce ne vogliano gli atleti in pista, non vi è minimamente voglia di spendere parole per quel che concerne le competizioni sportive. Delle competizioni che per tanti anni hanno avuto modo di ammirare il talento e classe di Elena sempre protagonista sulle nevi più prestigiose del mondo e che sempre ha mantenuto alti i nostri colori con una forza e una determinazione che ha mostrato anche fuori fino alla fine. Mandiamo invece un pensiero sin lassù a Elena che ci ha lasciati fin troppo presto, andando ad arricchire il cielo con l’essenza più speciale delle persone uniche quale lei eternamente sarà.

Ciao Elena, questa vita ieri ci ha ricordato per l’ennesima volta che troppo spesso oramai essa è ingiusta. Che la terra ti possa essere lieve.

Bassino è supergigante: Marta vola sul tetto del Mondo

Author: Krzysztof Golik

Fabrizio Caramagna scrisse: “un filo d’erba. Le nuvole bianche nel cielo. La sabbia nei miei sandali quando esco dalla spiaggia. Tutto ciò che conosco di bello è senza pesantezza.” A Méribel esiste un solo inno ed è quello di Mameli, perché oggi dopo il titolo di Federica Brignone in combinata tre giorni fa, è Marta Bassino a farlo suonare avendo portato l’Italia sul tetto del mondo conquistando una monumentale vittoria in super-g ai Campionati del Mondo di sci alpino scendendo con la sua classe, la sua leggerezza, e con la sua determinazione, gli ingredienti perfetti che anche oggi sono quelli giusti per creare un’indelebile pagina di storia.

La fuoriclasse di Borgo San Dalmazzo fa valere ancora una volta la legge della più forte e, dopo tanti acuti in Coppa del Mondo, arriva quello ai Mondiali che va a contrassegnarla ancora una volta, ancor di più, come una delle atlete più forti sulla faccia della terra; Marta parte un pò lenta ma riesce metro dopo metro a far crescere la sua fiducia e la sua confidenza con la neve transalpina ponendo in essere una gara sublime facendo la differenza sul muro e nella parte finale dove risulterà incredibile e, come elemento fondamentale che alla fine conta più di tutti, inarrivabile. L’ultimo brivido arriva con Alice Robinson che era ancora in vantaggio al terzo intertempo, ma compie un errore nella parte finale e va a compromettere la sua gara.

La nostra piuma d’acciaio ci regala un emozione e una soddisfazione assolutamente di immense dimensioni rendendo ancora più azzurro questo Campionato del Mondo sin qui impeccabile attraverso una prestazione d’altri tempi griffando, nel migliore dei modi, questa giornata con la sua autorevole e prestigiosa firma; per lei si tratta del secondo titolo del mondo dopo quello preso nella gara di parallelo a Cortina nel 2021, e la terza medaglia in questa competizione, andando ad aggiungere anche il bronzo della gara a squadre ad Åre nel 2018. Prima di lei, l’Italia aveva vinto il titolo in super-g nel 1996 e nel 1997 con Isolde Kostner in quel rispettivamente del Sestriere e di Sierra Nevada.

Marta pazzesca come detto, che si mette al collo la medaglia d’oro precedendo sul podio Mikaela Shiffrin di 11 centesimi con la medaglia d’argento, mentre il bronzo va al duo Huetter – Lie a pari merito con un gap di 33 centesimi. La squadra azzurro oggi presentava oltre la neo campionessa iridata anche altre 3 atlete, con Federica Brignone che oggi manca il bis finendo ottava a 55 centesimi, Sofia Goggia decima a 76, ed Elena Curtoni alla casella numero 14 a 1.01.

Altra giornata memorabile quindi per l’Italia che domani dà appuntamento alla gara di super-g maschile a Courchevel con l’auspicio che possa arrivare qualche altra bella soddisfazione ma con il duo Odermatt-Kilde pronti a dare spettacolo sulle pendenze francesi. Ma oggi, a gioire, siamo ancora noi.