Dopo Bjørgen e Bjørndalen lo sport nordica saluta un altro infinito campione con una carriera di primissimo livello
Sebbene la stagione degli sport invernali sia volta al termine, non finiscono di certo le notizie in merito all’atletismo bianco sebbene, alle volte, ci pervadono un pò di tristezza.
Ciò accade quando un atleta di questi contesti decide di appendere i propri sci al chiodo, e il tutto si accentua notevolmente ogniqualvolta che siamo al cospetto di un campione.
In questo finale di stagione abbiamo salutato due dei più grandi atleti più vincenti della storia, ossia Marit Bjørgen per il fondo e Einar Ole Bjørndalen per il biathlon, entrambi norvegesi che detengono le prime due posizioni degli atleti dei Giochi Olimpici Invernali più medaglliati di ogni epoca.
Una Norvegia notevolmente colpita e commossa da questi due addii cui dovrà necessariamente aggiungerne un altro non poco doloroso: è notizia di oggi che il fortissimo biathleta Emil Hegle Svendsen ha annunciato l’addio alle gare.
Nato quasi 33 anni fa a Trondheim, ne ha dedicati più tredici anni di carriera nel circuito master del biathlon; con una tecnica ed una precisione a dir poco sopraffina, Svendsen è riuscito ad ottenere dei risultati sensazionali secondi probabilmente soltanto a quelli perseguiti dal compagno di squadra Bjørndalen: nel suo palmares fanno capolino ben quattro titoli olimpici nelle otto medaglie complessive a cinque cerchi, ventuno medaglie iridate di cui dodici del metallo più pregiato che li hanno concesso di arrivare in cima al mondo, e uno score sensazione in quel della Coppa del Mondo che è riuscito a portare a casa in contesto generale nel 2010 aggiungendone quattro di specialità per un totale di 47 vittorie di cui l’ultima a Rupolding in Germania il 12 gennaio dell’anno corrente nel format della staffetta con Lars Helge Birkeland, Tarjei e Johannes Bø in 103 podi.
Dei numeri di una consistenza impressionante che fanno capo ad un atleta sempre solidissimo e sul pezzo che ha battaglio contro autentici mostri della categoria adeguandosi e non essendo mai domo, negando qualche soddisfazione anche ad un certo Martin Fourcade come nell’occasione olimpica di Sochi 2014 nella mass start vinta al fotofinish.
Svendson, nonostante un’ultima stagione che gli ha permesso di centrare due successi in staffetta e due medaglia alle XXIII Olimpiadi Invernali a PyeongChang (Un argento e un bronzo rispettivamente in staffetta e in partenza in linea) ha, come detto in conferenza stampa, esaurito quelle che sono le motivazioni che sono la base fondamentale per la competizione sportiva e ha preferito lasciare nel momento per lui più giusto, ossia quando ha compreso che, probabilmente, il meglio era già stato dato.
Questo norvegese, alle volte estremamente sottovalutato, ha avuto il pregio di essere anche un uomo squadra mettendosi sempre a disposizione dei tecnici e anche dei compagni di squadra trionfando in quel breve periodo intercorso tra i successi di Bjørndalen e l’ascesa di un certo Martin Fourcade.
Atleta anche polivalente visto che ha tentato la carriera pure nello sci di fondo ovviamente con risultati non identici a quelli del biathlon; nel contesto fondistico si segnalano i Mondiali juniores del 2005 dove ha portato a casa il bronzo nella 10km TC, e l’argento nella staffetta dove compariva “un certo” Petter Northug.
Ha debuttato in Coppa del Mondo il 19 novembre 2011 nella 15km TL di Sjusjøen chiudendo oltre il decimo posto.
Norvegia che è attesa quindi ad un altro doloroso “farewell” verso un atleta che ha contribuito a rendere grande lo sport nordico, ma forse è giusto affermare che è tutto il contesto generale a perdere un altro pezzo da 90 nel giro di poche settimane.
Spesso il tempo trascorre fin troppo velocemente senza che noi non ce ne accorgiamo, forse perché spesso utilizziamo lo stesso per omaggiare questi grandi Campioni che incarnano più di tutti l’essenza dello sport e del fondo mondiale.
Thank you so much Mr Svendsen.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
“non leggete come fanno i bambini per divertirvi,o,come gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere.”
(Gustave Flaubert)