La tenacia mescolata al talento: la ricetta vincente di Raffaella Brutto

Alla scoperta della talentuosa atleta azzurra protagonista nella Coppa del Mondo di Snowboard Cross

Brutto

“C’è qualcosa di molto più prezioso, raffinato e raro del talento. È il talento di riconoscere le persone di talento.”

                                                                    (Elbert Green Hubbard)

Talento.

Occhio a questo capoverso perché sarà il leit motiv del presente articolo.

Già. Se andassimo a prendere un normale dizionario e cercheremmo questo breve ma significativo sostantivo, troveremmo come spiegazione: “inclinazione o disposizione dell’animo riconducibile a varie determinazioni, quali il desiderio, il gusto, l’impulso o l’istinto.”

Se prendessimo in particolare quest’ultimo riferimento, ossia l’istinto, per poi coniugarlo all’oggetto di questi primi capoversi, il talento, in un’ottica prettamente sportiva potremmo trovare innumerevoli esempi in particolare nelle discipline invernali.

Ce ne sta uno però di esempio, in particolare, che risulta perfettamente calzante in merito alla nostra tesi in quanto va a collocarsi su una atleta nostrana che ha fatto del talento la chiave di volta della sua passione e dei suoi successi agendo istintivamente su ogni pista aggredendo con sconfinata forza ogni centimetro: Raffaella Brutto.

Raffaella Brutto 30 anni, cui la splendida Genova le ha dato i natali, facente parte del Centro sportivo olimpico dell’Esercito italiano è una delle migliori atlete di snowboard cross che i nostri colori azzurri abbiano avuto modo di osservare in tanti, tantissimi anni di agonismo.

Atleta veloce ed istintiva nel dettaglio, nel tempo ha contribuito a portare in alto i nostri colori sulle nevi di gran parte del mondo; ha vinto per ben sei volte i Campionati Italiani di snowboard cross di cui ben quattro consecutivi (dal 2007 al 2010) e dal 2006 è parte integrante del circuito di Coppa del Mondo dove ha collezionato due vittorie in gare di squadre con la nostra Michela Moioli neo-campionessa olimpica a PyeongChang2018 rispettivamente nel 2013 a Montafon in Austria, e nello scorso marzo 2017 a Veysonnaz in terra elvetica.

Ci sono delle atlete che ti colpiscono profondamente ma non solo per il loro palmares che detengono, questo può essere ampio o no a seconda dei casi, ma dalla loro classe e dalla forza di volontà che le spinge ancora una volta lontano gettando il cuore oltre l’ostacolo superando quelle difficoltà che alle volte, la vita inevitabilmente, ti mette davanti: leggendo la sua biografia sportiva ho scoperto che Raffaella Brutto nel 2011 ha subito la rottura del legamento crociato del ginocchio anteriore e, dopo mesi di riabilitazione, è tornata in pista la stagione successiva vincendo una gara in Coppa Europa e prendendosi un meraviglioso secondo posto in Coppa del Mondo a Montafon.

Lì per lì pensi, accidenti, un dolore può metterti a terra ma non può cancellare il tuo talento e la tua forza.

In questo weekend ho avuto modo di rivederla all’opera dove era approdata in finale in quel di La Molina in Spagna alla ripresa della Coppa del Mondo dopo le fatiche olimpiche, e se non fosse stata per una caduta occorsagli nella stessa per colpe non sue probabilmente avrebbe fatto la voce grossa a coronamento di un percorso sin lì a dir poco irresistibile; ma al di là di questo episodio sfortunato che vuoi o non vuoi nel corso delle gare può avvenire, ciò che mi ha impressionato è stata la fluidità della sciata e la determinazione che ci ha messo in ogni centimetro  con il suo snowboard e pensi che, davanti a tanta passione, puoi solo fare un inchino e toglierti il cappello perché se dopo tanti anni sei ancora lì a dare il massimo, se lotti per arpionare sempre una nuova vittoria, se lotti ancora per migliorarti giorno dopo giorno, pensi che hai trovato uno degli esempi migliori da prendere in considerazione; da utilizzare in particolare nelle discussioni con tutti coloro che vogliano mollare qualcosa perché pensa di non arrivarci.

Nessun risultato può essere ottenuto senza spirito di sacrificio, senza lotta, senza istinto. Puoi avere il talento si, è molto vero questo, ma se non lo “condisci” con il lavoro rimane fine a se stesso come una cornice meravigliosa priva di colori al suo interno.

Raffaella però la sua cornice l’ha riempita non soltanto con i suoi immensi successi, ma anche con la voglia di rialzarsi e di dimostrare al mondo e a se stessa di poter riuscire ancora una volta ad emozionare al di là di ogni cosa.

E’ questa che è stata tornando alla denominazione del nostro articolo, la sua ricetta vincente. Che è la stessa da sempre. Che è le medesima che son pressoché certo la porterà ancora più lontano di quanto sogna.

Ci sono storie nel mondo dello sport che, seppur non collocate nei riflettori di prime serate, riescono a farti emozionare perché ti dimostrano che dalle piccole cose possono venire alla luce ancora grandi sensazioni in grado di farti suscitare la pelle d’oca.

In questo senso un grande grazie va alla splendida Raffaella la quale, di queste cose, ci ha portato a scuola insegnandoci molto con la certezza che ci insegnerà ancora molto.