La gara più pazza dell’anno: a Kvitfjell la pista cambia radicalmente con il passare dei minuti e spezza in due tronconi la stessa e mentre nella prima Sofia Goggia aveva praticamente la vittoria in tasca, dopo il fondo muta in una maniera impressionante e i tempi migliorano in via progressiva e dominano i pettorali alti con un letterale, dominio, per dispersione da parte delle atlete austriache che pongono in essere una tripletta clamorosa con Nina Ortlieb sul gradino più alto del podio di questo super-g.
In una delle patrie della velocità e del km lanciato, va in scena in una gara (che definire regolare è davvero un eufemismo) dove il meteo è l’assoluto protagonista e premia la Ortlieb nel suo secondo successo in carriera precede Venier di 12 centesimi e Gritsch di 38 in questa seconda parte di gara. Le tre atlete biancorosse sono scese con i pettorali numero 31, 29, e 27 e, nel momento in cui le tre scendono assieme alle altre la pista si velocizza uscendo anche uno scorcio di sole e va a ribaltare completamente la classifica e la giornata con Sofia Goggia, moralmente vincitrice oggi, chiude quarta ai piedi del podio di 69 centesimi mentre chiude quinta la tedesca Emma Aicher a 75.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
“non leggete come fanno i bambini per divertirvi,o,come gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere.”
Se Sofia Goggia chiama dall’Olimpia delle Tofane, Vincent Kriechmayr risponde in quel del leggendario tracciato della Streif; tuttavia il denominatore per entrambi è comune, in quanto non solo vincono davanti al loro rispettivo pubblico di casa che va in delirio glorificando le loro vittorie, ma pongono in essere il tutto attraverso delle magiche prestazioni che per l’ennesima volta illuminano le discese libere di Coppa del Mondo di sci alpino facendoci enormemente emozionare lungo il viale dei trionfi che sono soliti ad accendere con la continua loro ricerca della grandezza.
Partendo dalla nostra Regina Sofia Goggia, a Cortina d’Ampezzo non c’è praticamente storia: domina come solo lei sa fare l’Olimpia delle Tofane volando letteralmente sulla neve mostrando al mondo i cavalli che detiene sotto gli sci portandosi a casa la quarta sinfonia di discesa libera in cinque gare sin qui in stagione, e si rifà da St. Anton nel migliore dei modi attraverso la sua immensa ed infinita classe ed autentica magnificenza. 1’33″47 è il tempo della nostra atleta bergamasca, insostenibile per tutte le altre che ci provano ma non riescono a sopravanzarla, a partire da Ilka Stuhec che accusa un gap di 13 centesimi e che aveva messo i brividi ai tifosi italiani per gran parte della sua prestazione salvo poi perdere nel tratto finale, e Kira Weidle staccata di 36 che va a completare un podio oggi per l’Italia più lucente che mai. Quarta Mikaela Shiffrin sempre e oramai a suo agio anche nel settore veloce.
Come detto, da un regno all’altro e mentre Sofia Goggia ci delizia in Italia, poco più lontano dalla località azzurra a Kitzbühel sulla leggendaria discesa della Streif è Vincent Kriechmayr che vince e convince con l’ennesima prestazione da parte di questo ragazzo spesso sottovalutato da molti, ma sempre e spesso presente al primo posto. Gara capolavoro dell’austriaco, che conclde la sua prova in 1:56.16, davanti a un grandissimo azzurro Florian Scheider che con il pettorale numero 43 arriva secondo staccato di soli 23 centesimi! Una prova assolutamente straordinaria del nostro azzurro che praticamente sfiora addirittura il successo relegando l’elvetico Niels Hintermann al terzo posto con 31 centesimi di ritardo. Quinto un ritrovato Dominik Paris che pone in essere un’ottima gara non trovando però un podio il quale, tanta sofferenza, avrebbe certamente meritato.
Si inizia bene con questo weekend veloce sulle nevi, in una giornata che ci ha letteralmente incantato e scaldato il cuore attraverso le gesta, soprattutto, di questi due fuoriclasse. Domani si replica, stessi formati di discesa libera con donne al via alle ore 10 e uomini alle 11:30. La sensazione, è che il meglio come diceva qualcuno qualche tempo fa, debba ancora venire. Noi ci sediamo, ci godiamo lo spettacolo, e ammiriamo.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
“non leggete come fanno i bambini per divertirvi,o,come gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere.”
Thomas Bernard disse: “ogni persona è un essere unico e di fatto, preso di per se stesso, la più grande opera d’arte di tutti i tempi.” Perché oggi non si parla di sci ma di arte, di forza. Parlare di ciò che ha fatto oggi in pista Sofia Goggia nella discesa libera di Sankt Moritz dopo la giornata di ieri andando a citare record, distacchi, numeri, podi, ecc., sarebbe estremamente offensivo nei suoi confronti per la grandezza che è andata questa mattina in onda, una grandezza che ha illuminato tutti i circuiti sportivi e non soltanto invernali perché Sofia è andata oltre.
Oggi non è stato solo sci alpino, non è stata solo velocità, oggi non è stata solo una vittoria (La numero 20), non è stato distacco inflitto alle avversarie, bensì è stata pura ispirazione e determinazione; è stato esempio, quello più importante perché viene impresso e scolpito non soltanto nella storia di semplici albi d’oro bensì anche nella memoria di tutti gli appassionati di questa meravigliosa disciplina. Oggi Sofia Goggia è salita in cattedra e ha dato vita ad una lectio magistralis di caratura mondiale, spiegando appunto al mondo sportivo intero come ci si approccia allo sport, quali sono le chiavi di volta da inserire nelle serrature per accedere alla stanza della gloria e della vittoria, e andando a mostrare che una sofferenza non è motivo di regressione, ma arma per dar maggior valore al tentativo di andare a prendere ciò che si desidera. Vincendo. Con una mano rotta. E il selfie postato sui suoi canali social con la mano fasciata e sanguinante è lo spirito di una guerriera prestata allo sport.
Se M.J. disse che i limiti come le paure spesso sono soltanto un’illusione, la fuoriclasse azzurra oggi ha fatto suo questo aforisma e l’ha tradotto in pista facendo sognare se stessa e una nazione intera che la spinge e che la certifica, senza alcun tipo di appello, come la migliore interprete femminile dello sci alpino presente sulla faccia della terra. Non ce ne vogliano le altre, in un circuito dove il livello tecnico si è alzato sensibilmente, ma nessuna è stata in grado di porre in essere, almeno di recente, una performance di questo tipo, in queste condizioni, in una pista tra le più tecniche in assoluto.
Ogni volta che Sofia pone in essere un acuto crediamo forse di aver visto davvero di tutto, ma non è così. La storia si può scrivere con la stessa grafia ma con inchiostri diversi, sempre indelebili, ma ogni volta così speciali da imprimere al mondo una memoria unica. Molti piloti hanno vinto negli anni allo stesso modo, ma Ayrton Senna lo ha sempre fatto diversamente. Ecco Sofia fa uguale, vince come tanti, ma realizzando il tutto in modo estremamente diverso, unico, indimenticabile.
Non possiamo davvero che inchinarci davanti al tuo cospetto Sofi, al cospetto di una delle Regine più belle e meravigliosa che il mondo potesse creare, fieri e assolutamente grati alla vita di poter vivere nelle epoche di un prodigio autentico quale tu sei, un’opera d’arte, un tramonto sul mare in Sicilia durante il mese di agosto, uno sci che scorre sulle nevi, il tuo paio, che mentre scorrono sulla superficie vanno a scrivere un’altra pagina di storia da raccontare e ricordare per l’eternità.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
“non leggete come fanno i bambini per divertirvi,o,come gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere.”
Se Tolkien raccontò del Ritorno del Re ne “Il Signore degli Anelli”, un libro che non ci stancheremo mai di leggere, noi abbiamo il privilegio ogni anno di scrivere una nuova meravigliosa pagina di storia di un libro leggendario che ci racconta di un’atleta coraggiosa ed immensa come nessuna altra al mondo che, scendendo ogni volta dal cancelletto di partenza, ci fa comprendere quanto siamo fortunati ad esistere nella sua epoca: Sofia Goggia torna, e vince ancora dettando legge anche quest’anno in Nord America.
Solidissima la fuoriclasse bergamasca che alla prima gara della sua stagione scia meravigliosamente con una determinazione soprattutto nella parte più tecnica, prendendosi i suoi rischi e ragionando quando contava, ponendo in essere una ricetta perfetta che è quella ottimale per domare Lake Louise illuminando la pista con la sua classe immensa e la voglia di vincere che è sempre la stessa mirando all’obiettivo più alto. Paga e alla grande la scelta di saltare il gigante di Killington per preparare al meglio gli appuntamenti di questi giorni ed essere immediatamente competitiva sulle superfici veloci.
E nel giorno in cui gli uomini vengono fermati dal cattivo tempo in Colorado, Goggia vince e convince precedendo sul podio una altrettanto splendida Corinne Suter di soli 4 centesimi dopo una performance dell’elvetica realizzata sulla stessa lunghezza d’onda della nostra bergamasca, che però la relega nella piazza d’onore, completa il podio Huetter per l’Austria a 6 centesimi con il pettorale numero 20 con un’altra strepitosa prestazione che ha fatto trattenere il fiato alla nostra azzurra nel leader corner. Per Sofia si tratta della 18ma vittoria in carriera in Coppa del Mondo, la quarta qui a Lake Louise dopo la tripletta dello scorso anno, a star a significare quanto l’atleta delle fiamme gialle riesca a trarre sempre il meglio da questo tracciato trovandosi più che bene esprimendo al meglio tutte le sue straordinarie qualità.
Se Sofia voleva stupirci con gli effetti speciali, vi è riuscita alla grande in questo lavoro facendoci sognare ancora una volta e ricordandoci quanto è bello lo sci e le emozioni che sa suscitare, soprattutto se prodotti dalle sue gesta. Domani si replica, per cercare ancora di aggiornare le cronache storiche.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
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Se credi nei sogni, utilizzi la tua forza per trasformare i medesimi in realtà: di forza Sofia Goggia ne ha da vendere assieme alla sua classe e non solo utilizza la medesima, ma unisce al tutto anche i colori più belli per autografare la storia: oggi a Courchevel nella prima giornata delle gare finali di Coppa del Mondo di sci alpino effettuate sulla splendida pista Eclipse, la fuoriclasse azzurra con il suo piazzamento davanti a Suter (dodicesimo contro il diciannovesimo dell’elvetica che l’aveva preceduta a Pechino) vince la Coppa del Mondo numero 3 per lei di discesa libera portandosi a casa l’ennesima soddisfazione di una carriera straordinaria. Sofia porta a casa l’ennesimo successo che ha dell’incredibile considerando ciò che le era accaduto alla vigilia dei recenti Giochi Olimpici, un inno alla determinazione e alla cultura del lavoro che è di esempio a tutti coloro che intraprendono questa disciplina e una ennesima soddisfazione per i nostri colori ancora una volta al meglio rappresentati da una delle migliori atlete sulla faccia della terra e che porta il vessillo tricolore. La gara viene vinta da una sontuosa Mikaela Shiffrin che con una prestazione monstre porta a casa la discesa per la vittoria numero 74 mettendo un primo mattoncino per la generale con un vantaggio adesso su Vlhová oggi attardata, di 156 punti. Podio completato dal duo staccato di 10 centesimi formato da Scheyer e Haehlen.
Tra gli uomini la coppa di specialità va a Kilde nella gara di discesa che va a un grande Vincent Kriechmayr davanti ad uno strepitoso Marco Odermatt preceduto di 34 centesimi che fa chiaramente intendere quanto oramai sia competitivo nella massima espressione alpina della velocità, e quanto oramai egli stesso sarà il prossimo detentore della generale. Alle spalle dell’elvetico a 20 centesimi finisce terzo il suo compagno di squadra Beat Feuz. Per Kilde doppietta quest’anno considerando che lo stesso aveva portato a casa la coppa di super-g anche se qui siamo nell’ambito della prima volta assoluta.
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Non ci sono molte parole da esprimere in merito al capolavoro realizzato nella notte italiana da Sofia Goggia e Nadia Delago nella discesa libera a Pechino 2022; ciò che si può definire è solo l’aspetto leggendario di queste due meravigliose ragazze che hanno portato a casa un argento e un bronzo nella discesa libera olimpica arrendendosi soltanto a Corinne Suter nuova medaglia d’oro nella specialità.
La sofferenza di Sofia in queste ultime settimane è stata, mista alla paura e all’incertezza dopo la caduta pre olimpica, paradossalmente il fattore che ha fatto scattare tutta la sua essenza da campionessa pura e che oggi han mostrato a sé stessa e al mondo intero chi sia davvero la numero uno senza nulla togliere all’elvetica: cadere, recuperare con una lesione al crociato, e andare a prendere una medaglia a soli 16 centesimi dall’oro non è una roba fuori dal mondo, ma una roba da Goggia, una roba che nessuno potrebbe mai fare tranne lei. Lei che detiene una forza fuori dal comune e che riesce a trasformare l’impossibile nel possibile non mollando mai, spazzando come un uragano le nuvole che si erano addensate sul suo grande sole che detiene nel cuore cercando vanamente di offuscarlo.
Quello di Nadia invece è il riconoscimento del talento, dell’essere sempre sul pezzo, e del riconoscimento del frutto di un lavoro pazzesco per cercare di andare a prendere l’obiettivo più rilevante giorno dopo giorno: oggi si china a raccogliere i primi frutti dei suoi sacrifici consapevole che siamo solo all’inizio perché la strada che la porterà molto lontana oggi rappresenta solo un primo passo di un percorso luminoso, brillante come il suo talento, stupendo come la sua classe e la sua serietà. Come la determinazione che ci mette e che anche lei come Sofia oggi, ha fatto urlare milioni di italiani.
Oggi celebriamo il trionfo della serietà di atlete che preferiscono le parole sul tempo rispetto a quelle fuori dallo stesso, che non si perdono in chiacchiere e che portano a casa risultati straordinari all’altezza della loro enorme classe, e che credono nel loro infinito lavoro e nella magia di far sognare milioni di persone che le seguono spingendosi oltre l’ostacolo non mollando mai, risultando il vero esempio da seguire giorno dopo giorno. Un grazie, non sarà mai sufficiente.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
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Nella giornata di sabato avevamo aperto l’articolo del blog celebrando la vittoria di Sofia sull’Olimpia delle Tofane al termine di una discesa libera al limite del pazzesco, utilizzando questo termine, only the brave, tanto caro alla fuoriclasse bergamasca, per enfatizzare al massimo una prestazione dal sapore leggendario anche in previsione dei Giochi che lasciavano presagire qualcosa di magico tra una ventina di giorni; mai, anche se con lo sci non si può mai dire, avremmo pensato dopo ieri di utilizzare la stessa medesima frase per dare un incoraggiamento per un infortunio che di fatto richiederà uno sforzo sovrumano per presentarsi al cancelletto di partenza per la gara di Pechino nella massima espressione di velocità. Una giornata dolcissima per la meravigliosa vittoria in superg di una incredibile Elena Curtoni che mette in fila le avversarie sfoderando una delle prestazioni più belle della sua carriera, forse la più bella, ma amarissima parimenti per quello che è successo dopo.
La diagnosi è quelle che dal punto di vista della Coppa del Mondo generale e che per il 90% delle prove che Sofia doveva svolgere alle Olimpiadi, fa calare inevitabilmente il sipario vista la gravità del contenuto: lesione parziale del legamento crociato del ginocchio sinistro già trattato nel 2013 più una leggera frattura al perone. L’obiettivo è quello di potercela fare in vista della gara a cinque cerchi di discesa libera messa in calendario il 12 febbraio prossimo, con tutti i rischi annessi che presenta la cosa. Impresa ardua ma non impossibile considerando la forza e la caparbietà di questa magnifica atleta, che tenta di fare un all in totale per difendere il titolo di cui lei è detentrice allegando all’amarezza tutta la determinazione per cercare di segnare un gol nei minuti di recupero.
Un test che se andrà in porto avrà del leggendario perché, andando a memoria, pochi o forse nessuno hanno tentato un recupero così in breve tempo, soprattutto alla luce di un evento così importante. Sofia e il suo staff non lasciano mai niente di intentato, e se hanno pensato che questa attività possa essere centrata avranno tutti i dati a loro disposizione di concerto con lo staff medico anche alla luce degli infortuni che, negli anni addietro, Sofia Goggia ha subito.
Rimane certamente l’amarezza per un episodio che certamente ridimensiona le ambizioni azzurre a gradi 360 viste le condizioni di forma che Sofia aveva mostrato sin qui, e alla quale si affianca la rabbia per un dejavù di cui tutti avremmo fatto a meno, ma come detto in precedenza con lo sci non puoi fare calcoli e l’insidia è sempre dietro l’angolo anche alla vigilia di un appuntamento importante dove, tra l’altro, lei è anche portabandiera azzurra e dove anche questo aspetto sarà da valutare considerando che la sfilata sarà il 4 febbraio. Purtroppo si prende e si porta a casa, e l’unica cosa è cercare di ripartire cercando a partire di oggi di fare una corsa contro il tempo che, se riuscita, avrebbe un sapore assolutamente storico a prescindere dal risultato in pista (Da vedere appunto anche la competitività che il fisico riuscirà a darle se presente al cancelletto di partenza).
Only the brave quindi, solo per i migliori e i numeri uno, quale lei è, certi che anche questa volta cercherà di dare il massimo prendendo in considerazione tutti i rischi e i benefici di una rimonta rischiosa ma possibile per una persona che spesso poteva stupirci con gli effetti speciali ma che ha preferito trionfare con la sua specialità bypassando difficoltà e cadute. È successo anche questa volta, e anche questa volta si rialzerà baciata dalla gloria e dall’affetto di tutti noi che va al di là di ogni gara, risultato, e statistica. You can do it.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
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I dolori e la delusione di Zauchensee non scalfiscono minimamente il fuoco che scorre dentro un vulcano di campionessa che corrisponde al nome di Sofia Goggia che oggi, a Cortina d’Ampezzo, sigilla la vittoria numero 17 in Coppa del Mondo in una discesa libera che è la perfetta espressione del suo modo di interpretare le gare.
Sofia oggi è meravigliosa: compie una manche prendendosi tutti i rischi del caso, domina l’Olimpia delle Tofane, e riemerge alla grande dallo scorso fine settimana che adesso è soltanto un ricordo. Sofia oggi ha fatto un qualcosa di assolutamente straordinaria perché se realizzi una prestazione con un pò di errori e con condizioni atmosferiche non proprio ottimali e fai segnare la luce verde quando tutte le altre avrebbero fatto rosso, beh, ci sta poco da fare perché una gara come questa ci dice che è troppo più forte rispetto a tutto il resto. La più grande è lei e anche questa volta la pista lo ha confermato.
Sofia Goggia vince davanti a Ramona Siebenhofer anticipandola di 26 centesimi e Ester Ledecka di 20, per il resto il vuoto e un grande tricolore che sventola alto nella splendida cornice di Cortina dove l’affresco più bello è quello posto in essere per l’ennesima volta dalla fuoriclasse bergamasca. Domani Super-g, per continuare a sognare.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
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Foto: Stefan Brending / Lizenz: Creative Commons CC-BY-SA-3.0 de
Nello sport quando varchiamo l’Oceano e ci ritroviamo a sentire i commenti di una gara sportiva entusiasmante, nei media riscontriamo spesso e volentieri il concetto di “What a race!” in modo tale da didascalizzare alla adrenalinica maniera il riassunto del tutto: ecco, ciò che è accaduto stamani nel Supergigante di Sankt Moritz è quanto di più vicino possibile in merito a ciò che abbiamo poc’anzi affermato in sede di presentazione. Lara Gut vince al termine di una gara assolutamente perfetta senza alcun tipo di sbavature davanti al pubblico di casa che va in delirio per il successo della loro beniamina, ma Sofia Goggia a 18 centesimi e col pettorale numero 17 non è senz’altro doma ed è l’unica ad impensierire la vincitrice. Chiude Shiffrin al terzo posto a 1.18.
Lara Gut ha mandato in scena una delle gare più perfette non solo della sua carriera ma probabilmente di sempre, perché scendere con una tale sicurezza e una tale determinazione con pulizia e precisione, è davvero un evento raro in sci alpino dove, per forza di cose, qualche sbavatura la devi pur concedere. Lara invece ha dato la sensazione che, sin dallo start dal cancelletto di partenza, tutto sarebbe andato secondo i piani predisposti da una donna in missione tale da mandare in delirio la folla. E così è stato, ma la sua sicurezza qualche minuto dopo è stata minata, fino alla fine, da una straordinaria Sofia Goggia la quale aveva capito che, seppur in condizioni di pista difficili e con una visibilità davvero scarsa, doveva mollare tutto prendendosi i relativi rischi, e spingere al più possibile per cercare di stare davanti. 18 soli centesimi le hanno impedito questo progetto, ma che di certo non sminuiscono la maestosa ennesima prestazione dell’atleta bergamasca che fa preoccupare la ticinese sino allo stop del cronometro instaurandole la certezza che, anche se lei facesse il 100%, per fugare la furia della campionessa olimpica in carica di discesa libera, per star tranquilla occorrerà varcare quella soglia tonda di percentuale.
Sofia è stata bravissima, ha interpretato tutto alla grande, e ha messo in risalto ancora una volta la stoffa della numero uno in un settore della velocità che quest’anno è partito soprattutto per lei alla velocità della luce dandole quelle certezze di cui ha bisogno e che, soprattutto in prospettiva, saranno un bagaglio importante da imbarcare nel volo dei sogni che potrebbe contrassegnarla alla storia. Terza incomoda, così per dire visto che in velocità lei la coppa di specialità in super-g l’ha già portata a casa, Mikaela Shiffrin staccata però di 1.18 da Gut ma che mette in evidenza l’ottimo feeling crescente con l’ambito veloce, tuttavia però c’è la sensazione che i primi due posti del podio facciano un altro sport in ambito veloce, e che occorrerà ancora molto lavoro prima di raggiungere quel livello, confidando nel fatto che quando parliamo di Mikaela, l’impossibile diventa possibile in un batter d’occhio, quindi attenzione alla fuoriclasse di Vail anche nell’ambito slegato dai pali stretti.
Se nelle gare precedenti Sofia aveva gettato il guanto di sfida, beh, oggi Lara lo ha raccolto e alla grande, in una gara che non è altro che un vero e proprio trailer di ciò che avverrà in futuro probabilmente tra le due velociste più in voga del momento, e che si daranno battaglia nella più importante delle stagioni contrassegnata anche dall’appuntamento griffato dai cinque cerchi olimpici. Per quello ci sarà tempo, il focus però è già posto alla giornata di domani, stesso posto stessa ora (10:30) per il secondo round di super-g.
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L’unicità è sinonimo anche di immenso. Immensità, come la prestazione fatta oggi da Sofia Goggia che sfreccia come un missile nella discesa libera di Lake Louise facendo segnare un 1.46.95 che la fa brillare al sole oltre oceano e dimostra dall’alto del suo titolo olimpico conquistato nel 2018 in Corea chi è la Regina della velocità.
Quella di oggi non è solo una vittoria che accresce i numeri impressionanti di una ragazza che in breve tempo è diventata un punto di riferimento per la velocità nello sci, ma anche un tuono assordante che si scaglia alla velocità della luce sulla Coppa del Mondo di sci alpino edizione numero 56 alla cui corsa finale si iscrive ufficialmente anche la nostra fuoriclasse bergamasca.
Oggi Sofia è scesa come solo lei sa fare, con una classe immensa fuori dal comune, domando la neve da pura numero uno, incendiandola con tutta la sua determinazione e portando a scuola le avversarie con una prestazione tra le più belle e le più importanti della sua straordinaria carriera. Solo a guardare i distacchi del resto del podio c’è da gridare alla grandezza: 1.47 a Johnson seconda e 1.54 a Puchner terza. Non è una vittoria, è un assoluto trionfo sulle nevi di Lake Louise che celebrano Sofia sul gradino più alto premiando la forza, la classe, la resilienza di un’atleta tra le più importanti al mondo che continua a scrivere la storia emozionando lo sport e chi la ama con quel fuoco dentro che brucia ogni anno sempre di più e che alimenta la sua fame di vittoria.
Oggi in Canada è andata in scena uno dei momenti sportivi più belli dell’anno, che va ad aggiungere ancora un lustro ad una stagione sportiva azzurra indimenticabile che adesso ha anche una nuova perla che mancava alla collezione. Ha fatto semplicemente un altro sport, roba di un altro pianeta dove c’è spazio solo per le grandi quali Sofia è da tantissimi anni e lo sarà sempre.
Domani si replica, stesso posto stessa ora, per tornare magari ad incantarci e deliziarci ancora con la bellezza di questa straordinaria atleta che, ogni anno sempre di più, ci racconta che il meglio debba ancora venire facendo svettare in alto il tricolore sulle nevi più importanti al mondo.
I pettorali cambiano numeri, ma lei nel suo animo porta sempre quel numero 1 che racconta chi è davvero Sofia Goggia.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
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