La storia di una danza amorosa tra uomo e neve: Hermann Maier

Il dominatore degli sport invernali che ha segnato un’epoca generazionale attraverso una forza fuori dal comune e una classe non indifferente

Hermann Mayer
Photocredits: Christian Jansky (User:Tschaensky) on: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Hermann_Maier_2.jpg

Herminator.

Se tutti noi andassimo a chiedere a chiunque che segua anche solo un minimo di sport invernale menzionando questo pseudonimo che da anni fa trasudare un mix tra potenza ed immensità, è lecito pensare che la maggioranza dei soggetti interpellati si prodigherebbe a fare un inchino o il classico gesto del togliersi il cappello se lo si indossasse. Questione di rispetto ma anche di incredibile ricordo di uno dei più grandi atleti alpini (E non solo di ogni epoca).

Hermann Maier era un qualcosa di più. Anche solo vederlo camminare per strada con la sua mole imponente e il suo sguardo impenetrabile, ti dava la sensazione di dominio assoluto, di cura del dettaglio, e soprattutto quella fame sportiva che pochi altri potevano detenere a suo tempo e che, tutt’ora, si rivede in pochissimi “esemplari” di sportivi come il suo degno erede Marcel Hirscher il quale, come sappiamo, si è spinto ancora oltre.

Ma se ammiriamo in questi anni il lavoro di Marcel il Grande, il tutto lo dobbiamo anche a Maier cui, il neo campione olimpico salisburghese si è ispirato; Herminator era semplicemente spaventoso: il palmares, mano a mano che si legga comincia ad acquisire sin da subito quelli che sono i crismi di colui che aveva sin da subito messo le cose in chiaro per entrare a far parte del grande salone del Mito sportivo andando a vincere ben quattro medaglie olimpiche di cui due del metallo più pregiato, tre titoli iridati in un totale di sei medaglia complessive, e quattro Coppe del Mondo con un score di 54 vittorie nell’ambito della sfera di cristallo, terzo migliore di ogni tempo dietro il grande Ingemar Stenmark a quota 86 e, come detto,  Hirscher arrivato nell’ultima stagione alla vetta dei 58 trionfi.

https://www.youtube.com/watch?v=3EdaClq6xG4&frags=pl%2Cwn

Atleta assolutamente polivalente (Il gigante lo esaltava alla grande portandoo a sconfinare dalla rapidità alla tecnica), ha fatto della velocità la sua passione e il suo dominio: attualmente è il maggior numero di vittorie in Super G, una specialità che lo ha visto trionfare nella classifica di specialità ben 5 volte, ma non si è fermato di certo qui, perché se parliamo delle piccole sfere, ha centrato anche due trofei di discesa libera, tre di gigante, più la Coppa Europa nel 1996 con tanto di classifica di specialità sempre in Super G.

Duro, cattivo, ed imperturbabile sulle nevi ma sempre enormemente disponibile e gentile fuori dalla pista, ha messo sin da subito in evidenze le sue qualità di atleta vero e puro che con enorme spirito di dedizione al suo mestiere ha raccolto tutto ciò che poteva raccogliere con una classe ineguagliabile forgiando una generazione e gettando le basi per chi è venuto dopo.

Una forza incredibile impressa non soltanto nella magnificenza del gesto tecnico, capace di esaltare chiunque al di là della bandiera di appartenenza, ma altresì anche dalla voglia di ritornare dopo un momento di estrema difficoltà: è indubbio dire che l’incredibile e gravissimo incidente occorsogli durante una guida motociclistica nel 2001 avrebbe messo ko chiunque e non soltanto dalla prospettiva sportiva: se riesci ad evitare l’amputazione della tua gamba destra, recuperi più in fretta che puoi dopo un dramma di questo tipo, e torni dopo poco tempo in pista migliorando costantemente per tornare nel 2004 alla vittoria dopo un dramma del genere, allora sei davvero nell’Olimpo dello sport in generale.

Lui e la neve ha realizzato un binomio perfetto, un tutt’uno incredibile ponendo in essere un amore incondizionato, una sorta di danza perfetta come quella che vediamo durante una danze di Scottie Virtue e Tessa Moire, si sono abbracciati, si sono conosciuti, e hanno dato vita ad uno degli spettacoli sportivi più belli di sempre attraverso la voce del dominio con, in sottofondo, la musica più pregevole delle emozioni creata attraverso il suono dolce e deciso della vittoria.

Una vecchia canzone del 1993 di una giovanissima e splendida Mariah Carey, Dreamlover, raccontando di un amore desiderato e bramato, conteneva nel suo interno un passo molto significativo affermando di volere qualcuno a cui appartenere ogni giorno della propria vita eternamente, con l’auspicio che si potesse verificare il classico “prendimi e portami via”: da un punto di vista metaforico questo amore, nato sin dall’età di 3 anni quando Hermann indossò per la prima volta gli sci è durato nel tempo e, nonostante mille difficoltà, non ha pensato mai di lasciare.

Di questo gliene rendiamo onore, perché se si fosse arreso a quest’ora non sarebbe nato questo splendido rapporto amoroso tra lui e la superficie bianca e non avremmo mai osservato questa splendida danza su menzionata, che tanto ha fatto sognare il mondo.

Di Campioni ne vediamo ogni giorno, e chissà ancora quanti ne vedremo, ma di Maier no, perché permetteteci di dire che di Herminatore ce ne sarà sempre e soltanto uno.

Danke.

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