When a Champion (In this case a truly, Real, Champion), decides to hung up his skis on the wall, for sure he won’t stand by and watch for long time, but he’ll set his future outside at the same mood how he’ve led his career on the track and, when we talking about Marcel Hirscher, the entertainment is soon assured.
When in the last season we’ve seen King Marcel as forerunner in Kitzbuhël, beyond the real pleasure to see him again on the snow and beyond the awareness that event was also coordinated by the presence of a series of sponsors, the sensation was which Marcel, for his passion that made to become him the greatest alpine skier of all time, had in store something of important. And the premises of the eve were soon confirmed.
Since the last months when the new line of skis produced personally by Marcel Hirscher were launched on the market, they did a large noise that eveyone has heard loud and clear; when the GOAT, after his goodbye to Atomic, chip in this sector, the news is one to be explored in detail. The goal of Marcel is the same: win the World Cup, this time through the materials on the feet of his athlets.
An elegant logo with a deer, and tests which are goes so well during their first impact on the snow. Moreover since the first half of April, there was the first athlete which joined to the new Hirscher’s factory, and he’s Charlie Raposo, British ski alpine athlete who will be the first in the next world cup season. During the time, for sure, many other athletes’ll join with Van Deer, mostly if the impact will be positive.
Obiuvsly, everyone would have preferred to see Marcel again on the snow, but he always had clarify that he wouldn’t be back on track, but also this will be a fascinated chapter of his life that all of us will admire; we don’t find out nowadays the mentality of this champions, it’s absolutely the same even whareas in the other side of the track. When Hirscher (And certainly his family) does something, this last one will be done good. Win again and again, and time after time we’re pretty sure that his work will get fruits.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
“non leggete come fanno i bambini per divertirvi,o,come gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere.”
Quando si parla di Marcel Hirscher all’interno del mondo dello sci, è difficile non emozionarsi attraverso la corrente romantica che suscita ogni volta il binomio tra il fuoriclasse austriaco e le nevi che per tanti anni lo hanno visto protagonista e lo ho hanno osservato nel lavoro di stesura di indelebili ed indimenticabili pagine di storia nello sci alpino e nello sport in generale. Poi, il tutto, non può che amplificarsi se la notizia è di quelle che ti fanno tremare le vene ai polsi: il ritorno di King Marcel, seppur come apripista, a Kitzbuhel sulla Streif.
In questi mesi abbiamo visto il più grande sciatore di sempre dilettarsi su tante prove di test per i materiali della prossima stagione che verranno utilizzati dagli atleti per l’edizione numero cinquantasette della Coppa del Mondo. Dopo tanti rumors durati mesi finalmente nei giorni scorsi è arrivata la notizia ufficiale che Marcel oggi ha lavorato come apripista della più importante delle prove alpine all’interno della località austriaca.
La prova è andata bene e il salisburghese è arrivato al traguardo senza alcun problema mettendo in risalto una classe come sempre degna dell’otto volte campione del massimo circuito intercontinentale. A quanto pare Hirscher potrebbe scendere ancora una volta già nella prova di domani e anche per le discese libere previste per le giornate di venerdì e sabato, per degli eventi che potrebbero assumere un crisma assolutamente incredibile tali da mettere in ombra anche gli atleti che vogliono portarsi a casa la gara.
In attesa di sciogliere le riserve ufficiali, dando per buone le indiscrezioni, prepariamoci ad un evento tale che farà incantare, seppur per un breve tratto, milioni di appassionati nella più speciale delle piste: il ritorno del GOAT pronto a ricavalcare e a domare quelle nevi che ha tanto amato. E chissà se “domani”…
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
“non leggete come fanno i bambini per divertirvi,o,come gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere.”
La stagione che si è conclusa purtroppo in anticipo un paio di settimane fa causa pandemia del Covid19, è stata a dir poco entusiasmante senza dubbio ma, parimenti, è stata la prima dopo tanti anni senza Marcel Hirscher ritiratosi da Campione in carica al termine di quella precedente, e ci è mancato. Pesantemente.
Quando sei stato artefice della stesura di pagine di storia incredibili che hanno travalicato il senso dello sci alpino confinando in discorsi agonistici generali, quando ti sei guadagnato col sudore del lavoro e con la dote di un talento unico al mondo la sedia accanto ai più grandi sportivi di sempre nella sala dei GOAT dei vari sport, quando dall’alto di due titoli olimpici (combinata e slalom gigante a Pyeongchang 2018), cinque titoli iridati individuali (slalom speciale a Schladming 2013, combinata a Vail/Beaver Creek 2015, slalom gigante e slalom speciale a Sankt Moritz 2017, slalom speciale a Åre 2019) e due a squadre (gara a squadre a Schladming 2013 e a Vail/Beaver Creek 2015), tre ori iridati juniores, otto Coppe del Mondo generali consecutive e dodici di specialità (sei di slalom gigante e sei di slalom speciale), e una Coppa Europa generale puoi essere considerato tranquillamente il più grande sciatore di sempre, è assolutamente scontato e palese che l’eredità sarebbe stata pesantissima per tutti e, da un punto di vista focalizzato sull’ottica personalistica, la sua presenza sulle nevi più importanti del mondo è mancata pesantemente.
L’attesa di vedere scendere il migliore in grado di scombinare e far fallire spesso e volentieri tutti i piani di velleità di fatto di vittoria ma, soprattutto, l’opportunità di ammirare ancora e ancora la classe di un ragazzo dal talento praticamente unico in grado di scalare rapidamente tutte le gerarchie dei più grandi, è stato il tema prevalente degli ultimi 8 anni prima di quest’ultima stagione che, comunque, è stata ricca di colpi di scena ma dove non c’è stato un vero e proprio padrone in grado di seguire, almeno un minimo, le sue orme in quanto al di là dei meriti e demeriti altrui, la parole d’ordine al maschile è stata la discontinuità.
Marcel Hirscher ha sempre garantito la continuità in fatto di risultati e di forma fisica, lavorando sempre al massimo per mantenere alta quell’asticella dove lui aveva fatto solcare il limite massimo della competitività esattamente come un’onda gigantesca durante una tempesta che si infrangeva sugli scogli di un’isola, soltanto che ad infrangersi nella realtà sono stati i sogni di batterlo della stragrande maggioranza dei suoi avversari, spesso portati a scuola dalla sua incredibile forza e dai risultati in sequenza ottenuti con la stessa fame di sempre, stagione dopo stagione, metro dopo metro, traguardo dopo traguardo.
Ha segnato un’intera generazione ed ha plasmato i libri di storia gara dopo gara andando a sconfinare oltre ogni orizzonte possibilmente anche solo immaginabile agli albori di una storia, la sua, ricca di glorie ed onori; atleti come lui non ne passano spesso e, se ha smesso, allora sicuramente sarà stato il momento più opportuno perché avrà sicuramente riconosciuto di essere arrivato all’istante in cui era giusto mettere la parola fine di un best seller che ha emozionato milioni di appassionati in tutto il mondo: Marcel ci manca sulle piste, e per un accanito lettore è sempre difficile distaccarsi da una storia che ha appassionato per tanti anni, ma bisogna anche essere pronti al finale, d’altronde come qualcuno disse al cinema qualche tempo fa, “la fine è parte del viaggio”, e occorre rassegnarsi anche al finale, quest’ultimo sempre difficile da azzeccare, ma griffato da King Marcel nel modo che lui ha sempre preferito quando era in attività, ossia da Campione. Da Fuoriclasse vero.
Ultimamente, prima dei vari lockdown, lo avevamo visto tramite i social alle prese con una serie di escursioni alpinistiche personali riassaggiando quel bianco che lo ha reso grande e al quale lui ha dato una magia unica che nessun altro aveva mai posseduto, ma chissà se un giorno deciderà di cambiare idea tornando alle vecchie passioni di un tempo distaccando quegli sci dai chiodi appesi oramai quasi un anno fa… Ma nel frattempo continuiamo a rendere onore al Mito che è ringraziandolo per le emozioni vissute che han portato noi a sognare, e lui e consacrarlo come miglior sciatore di ogni tempo.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
“non leggete come fanno i bambini per divertirvi,o,come gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere.”
Chi vi scrive, ogni tanto mette come sottofondo qualche base musicale specifica per lasciarsi guidare dall’ispirazione in modo tale apporre su questo foglio bianco come la neve ma digitale, nel migliore dei modi possibili, una serie di parole volte a raccontare determinate vicissitudini in merito agli sport invernali.
Stasera, mercoledì 4 settembre poco dopo le ore 21, passa per lo stereo un pezzo abbastanza noto che sa di immensità, ossia “Shine On You Crazy Diamond”, Pink Floyd, una composizione quasi sacrale composta da David Gilmour, Roger Waters e Richard Wright nel lontano ’74, realizzata per omaggiare un “certo” Syd affermando, nel testo, che esso continuerà a brillare: alle volte la musica va di pari passo con le emozioni e con gli eventi, e siccome spesso molte cose non capitano per caso, questo è un autentico richiamo per celebrare e ringraziare uno che di storia ne ha scritta parecchia e che stasera, attraverso un semplice ritiro a sole 30 primavere, fa ufficialmente il suo ingresso nel Gotha delle Leggende dello sport in generale laddove la storia non si conclude, ma brilla e splende in eterno: Marcel Hirscher.
Danke Marcel.
Danke per averci mostrato prima e spiegato poi come si può interpretare una curva in mezzo a una serie di paletti ad una velocità folle, mantenendo ben saldo l’equilibrio e rimanendo in piedi, facendoci comprendere successivamente che sfidare le leggi della fisica, si può.
Danke per averci condotto, a prescindere dalla nazionalità di appartenenza, sotto la tua ala di tifo sfegatato contagiando tutti con la tua forza e la tua immensità degna dei più grandi sportivi di ogni epoca.
Danke per essere stato un autentico esempio da seguire, vero, unico, dove nonostante le inarrivabili vittorie, sia dal punto di vista estetico che numerico, hai mantenuto sempre la classe e la semplicità di un qualsiasi esordiente dentro e fuori la pista, non sottovalutando mai nessuna gara, e dando il massimo in ognuna di esse sia in vittoria che in sconfitta.
Danke per la tua infinita lealtà, Campionissimo apprezzato anche dai tuoi più acerrimi avversari che, anche grazie a te, hanno alzato l’asticella per cercare di batterti in ogni format dando vita ad autentici duelli incredibili facendoci sognare uno ad uno.
Danke per il tuo modo di approcciarti alle gare, per aver lasciato correre via veloce, paletto dopo paletto, bandierina dopo bandierina, il tuo talento che ha disegnato non solo autentiche traiettorie, ma firme d’autore ad ogni tuo singolo gesto che non è stato mai banale bensì frutto di autentica concentrazione derivante da una cultura del lavoro degna dei più grandi sportivi di sempre.
Danke perché quando il cronometro diceva P1, dovevamo riprendere in mano il libro dei record per doverli riaggiornare di continuo attraverso la più autorevole delle firme, quella di un austriaco salisburghese, che ha reso tutto più speciale; non c’è stato lavoro migliore.
Danke per essere un atleta semplice, fattore, che ti ha reso unico e ha definito anche nei contorni più celati la tua grandezza.
Danke per aver aver fatto sognare milioni di ragazzini che si sono avvicinati, anche grazie a te, a questo sport sognando un giorno di divenire autori di imprese degne di quel magico sciatore con i colori bianco e rosso: danke per essere stato questo esempio positivo che tutti ricerchiamo nel mondo dello sport e che difficilmente riscontriamo.
Ma soprattutto, e qui parlo a titolo personale, Danke Mr. Marcel: come personale è la foto in alto all’articolo di quel cappellino che custodisco gelosamente e che conserverò come una reliquia sacra, per avermi fatto innamorare dell’arte mescolata allo sci e per permettermi magari un giorno, magari ai nipoti, di raccontare di te, il più grande sciatore di sempre che vinceva, facendo scaldare il cuore degli appassionati e di questo mondo che, grazie alle tue imprese, sei riuscito a far battere incessantemente. Danke, per avermi ispirato assieme a Sofia Goggia, ad aprire questo piccolissimo spazio che, incredibilmente giorno dopo giorno sebbene nasca da un posto estremamente lontano dalla neve cresce, ama raccontare delle emozioni allo stato più puro e più limpido che riesce a suscitare questo sport meraviglioso, reso immortale grazie a voi, immensi fuoriclasse.
C’è stato un prima, e ci sarà un dopo di te agonisticamente parlando; tutto ciò che è in mezzo porta e porterà per sempre il tuo nome, ed è la spiegazione più semplice e più valida per tutti coloro che vorranno approcciarsi a questo sport che prima era immenso e che tu hai reso unico.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
“non leggete come fanno i bambini per divertirvi,o,come gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere.”
La notizia era nell’aria da qualche giorno e si era largamente diffusa nel fine settimana, ma a seguito della conferenza stampa effettuata dal Fuoriclasse austriaco, adesso il tutto ha crisma dell’ufficialità: Marcel Hirscher a 30 primavere appende gli sci al chiodo e lascia lo sci alpino comunicandolo al mondo nella cornice di Salisburgo al centro dei congressi di Gusswerk affermando di essere sereno e felice.
L’otto volte campione della Coppa del Mondo consecutivo nonché 7 volte iridato e 2 olimpico, lascia da campione il circo bianco dopo un ciclo inarrivabile di successi che lo ha consacrato, senza alcun dubbio, come il più forte sciatore di ogni epoca.
Sulla presenza di Hirscher nella stagione che verrà, già si erano poste delle nubi già al termine della scorsa, dove erano aumentati i rumors circa una sua mancata presenza all’interno del circo bianco con un futuro tutto da scrivere lontano da quelle curve disegnate dalla sua classe e dalla sua immensità.
Sci alpino che perde il suo protagonista per eccellenza, un autentico dominatore e trascinatore che ha scritto indelebili pagine di storia dello sport con dei numeri assolutamente pazzeschi con uno score, nel circuito internazionale, che traccia una linea contente 67 vittorie (1 in supergigante, 31 in slalom gigante, 32 in slalom speciale, 3 in slalom parallelo) per un totale di 138 podi (3 in supergigante, 59 in slalom gigante, 65 in slalom speciale, 3 in combinata, 3 in supercombinata, 5 in slalom parallelo), cui bisogna aggiungere al curriculum, oltre quello citato nel primo capoverso del presente articolo, l’ambito di specialità con la vittoria della Coppa del Mondo di slalom gigante nel 2012, nel 2015, nel 2016, nel 2017, nel 2018 e nel 2019, quella di slalom speciale nel 2013, nel 2014, nel 2015, nel 2017, nel 2018 e nel 2019, la coppa parallela nel 2013, e quella Europa nel 2008.
Dei numeri pazzeschi che gli sono valsi l’ingresso nella Sala degli Dei dello sport incoronandolo come il migliore e facendolo amare da tutti gli appassionati nel mondo al di là di ogni bandiera di appartenenza in quanto, Marcel, ha accolto tutti sotto quella sua di proprietà dell’unicità.
Questo blog nacque ispirato sia dall’esempio di Sofia Goggia e sia da quello di King Marcel storia e oggi, chi vi scrive, è davvero un bel pó triste nonostante aveva già fatto un pensierino al ritiro della austriaco, ma per sempre sarà grato per le gioie e le emozioni che questo straordinario ragazzo è riuscito a regalare attraverso un paio di magici sci interpretando questo sport in una maniera unica e a dir poco inarrivabile.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
“non leggete come fanno i bambini per divertirvi,o,come gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere.”
Esattamente una settimana fa avevamo parlato di quella che sarebbe stata la decisione annunciata al mondo delle leggendarie Marcel Hirscher circa il proseguimento o meno della sua carriera, decisione che sarebbe stato annunciato alla stampa per il 6 di Agosto.
E’ notizia invece di qualche giorno fa è stato comunicato che quella conferenza stampa di fatto è stata annullata in quanto il fuoriclasse salisburghese vuole testare prima quella che è la sua condizione allenandosi sulle nevi per comprendere se proseguire verso nuovi record oppure il ritiro da campione assoluto quale é; secondo le indicazioni la scelta dovrebbe essere comunicata non oltre la fine del mese che sta per sorgere.
Dominatore assoluto da più di 8 anni oramai dello sci alpino e atleta pazzesco che non lascia mai nulla al caso, anche in questo frangente Hirscher cura nei dettagli quello che è il suo mondo atletico volendo capire al 100% ancora una volta la sua situazione assieme alla sua famiglia per comprendere se si é in possesso ancora di nuovi cavalli da scatenare sotto gli sci.
L’auspicio è che queste motivazioni in lui possano essere sempre presenti in quanto, una leggenda come lui, si ha sempre l’infinito piacere di ammirarla.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
“non leggete come fanno i bambini per divertirvi,o,come gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere.”
Mentre la sua estate lo ha visto protagonista in una prova a bordo della KTM MotoGP al fianco di Johann Zarco sul tracciato di Spielberg anche grazie allo sponsor RedBull, Marcel Hirscher vede correre veloci anche questi giorni che lo condurranno al 6 di agosto dove svelerà a tutti il futuro della sua carriera.
Il fuoriclasse salisburghese, 8 volte campione conscutivo delle ultime edizioni della Coppa del Mondo di sci alpino ed autentico dominatore della neve nonché, naturalmente, campione e cinque cerchi ed iridato (E ci fermiamo qui altrimenti non finiremo mai di stilare il suo CV), è ancora incerto sul da farsi circa il proseguo della sua attività agonistica.
Nell’ultimo anno Hirscher non ha fatto di certo mistero di aver realizzato più di un pensierino all’appesa degli sci al chiodo dopo anni vincenti e unici ma, allo stesso tempo, naturalmente molto stressanti e probanti sotto il punto di vista sia fisico e mentale e, per un Campione senza tempo come lui, se dalle prime impressioni avrebbe la sensazione che nella stagione che verrà potrebbe non presentarsi al massimo, allora l’idea di mollare assumerebbe delle percentuali davvero notevoli.
Re Marcel, che è stato in grado di incantare il modo in tutto e per tutto dando uno spettacolo degno di una magia rara associata allo sport, ha scritto pagine incancellabili che sono entrate di diritto nella storia non soltanto dello sci ma anche dello sport in generale; dei record e dei traguardi a dir poco inarrivabili che lo hanno consacrato nel Gotha dei più grandi attraverso un gesto atletico di pura ispirazione tecnica che non ha eguali al mondo attraverso un mix di potenza ed eleganza.
Il finale della scorsa stagione, che lo ha visto comunque ovviamente vincitore, ha mostrato un Hirscher più tranquillo senza spingere più di tanto di fatto gestendo la situazione in arrivo delle ufficialità corrispondenti alle voci di gloria ed onore, e il tutto potrebbe far pensare che un pizzico di stanchezza possa essere intervenuta, il che è normale dopo tanti anni a spingere a 200 orari senza fermarsi mai arricchendo le platee internazionali più prestigiose degli sport invernali con la sua classe.
Non ci resta che attendere ancora qualche settimane per comprendere la scelta del GOAT, con l’auspicio che possa prendere la decisione migliore per la sua vita in primis e poi per la sua carriera con la certezza, che, se quel fuoco dentro che lo scalda da sempre sia ancora acceso non avremo assolutamente dubbi che a ottobre a Solden, lo rivedremo a battagliare al cancelletto di partenza.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
“non leggete come fanno i bambini per divertirvi,o,come gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere.”
La domanda post-season dello sci alpino 2018/19 mirata già a quelli che saranno gli eventi che ci porteranno sino al 2020 è sempre la seguente: Marcel Hirscher deciderà di continuare sulle piste più importanti di tutto il mondo o deciderà di appendere gli sci al chiodo e chiudere sul più bello una carriera a dir poco inarrivabile?
Ieri, a margine di un incontro con i cronisti avvenuta nella splendida cornice di Vienna dove a far da sfondo alle parole c’erano tutti e 8 i globi generali di cristallo conquistati consecutivamente nelle ultime 8 stagioni del fuoriclasse salisburghese, queste sono state le sue parole: “non posso darvi una risposta oggi sul mio ritiro, non c’è un piano A o un piano B, voglio decidere in fretta, ma sono passate appena 48 ore dalla mia ultima gara e sono davvero molto stanco dopo questa stagione. Sono 10 anni che gareggio in Coppa del Mondo, voglio vedere come mi sentirò in vista dell’estate, se fisicamente e mentalmente posso fare un’altra stagione importante anche perché ho anni e non più 18 e se decidessi di continuare, lo farei per vincere la Coppa. E per riuscirci bisogna essere al 100%“.
Parole abbastanza decise da parte di Hirscher che lasciano aperte tutte le porte possibili per quanto concerne quelli che sono gli ambiti inerenti al suo futuro. Re Marcel questa stagione ha portato a casa, come detto, l’ottava Coppa del Mondo generale di fila assieme ai globi di specialità in slalom e in gigante per un totale di nove trionfi su una base di 15 sul podio volte senza dimenticare l’oro iridato ad Åre in slalom più l’argento in gigante ai recenti Campionati del Mondo.
Marcel ha condotto una stagione strepitosa nel suo avvio, lasciando poco più che briciole agli avversari cadendo in piccole sbavature in maniera totalmente rara per poi, dopo i Mondiali, tirare un pò il freno e rallentando le sue prestazioni a sinonimo di una stanchezza evidente e più che giustificata dopo aver spinto al massimo praticamente da sempre. Campioni come lui non si accontentano mai e, se davvero capisse che quel massimo non riuscisse più ad arpionarlo, allora la scelta di fermarsi sarebbe assolutamente prevalente.
Questione di fuoriclasse, questione di fame di vittoria, questione di motivazioni; motivazioni che potrebbero giungere al pensiero di battere il record di vittorie di Stenmark in Coppa del Mondo oppure, gettando l’occhio più alla lontana, ai futuri giochi Olimpici per cercare di prendere l’ultima casella che gli manca da inserire alla sua prestigiosa ed unica bacheca, ossia il titolo olimpico nella specialità che più ama, lo slalom speciale.
Da sportivi tutti quanti ci auspichiamo che il GOAT possa spingere per continuare la sua carriera in modo tale da omaggiarci attraverso dei gesti tecnici assolutamente straordinari cercando di rimpinguare ancor di più dei record incredibili, rispettando comunque ogni sua decisione essendogli sempre grati per lo spettacolo e le emozioni che ci ha regalato, da numero assoluto, dentro e fuori la pista.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
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Lo slalom parallelo di ieri svoltosi in quel di Stoccolma che ha sancito il ritorno della Coppa del Mondo dopo la parentesi dei Campionati del Mondo di Åre e che ha visto il trionfo per Mikaela Shiffrin tra le donne per la 57ma volta in carriera (la quinta in slalom parallelo, la quattordicesima stagionale), e di Ramon Zenhäusern tra gli uomini per la seconda volta in stagione e in carriera in questo format confermando, ancora una volta, che quest’ultimo allo stato attuale è l’atleta top al mondo con in tasca altresì un titolo iridato e uno olimpico a squadre, ci ha anche dato i primi verdetti matematici di questa stagione alpina 2018/19: Shiffrin e Hirscher vincono, ancora una volta da detentori, la Coppa del Mondo di slalom speciale di sci alpino.
Ieri la vittoria della statunitense è stata determinante in quanto l’ha proiettata a quota 960 punti contro i 757 di Vlhová mancando solo le prove di Spindleruv Mlyn e Soldeu, mentre per Marcel Hirscher è stata ininfluente l’uscita ai quarti di finale ieri in quanto la quarta piazza di Daniel Yule, secondo in classifica di specialità, li porta ad un gap tra i due oggi a 262 punti non più colmabile in fatto di sorpasso. Entrambi i fuoriclasse dello sci alpino attuale si portano quindi già a casa la relativa sfera di cristallo per la sesta volta in carriera griffando ancora una volta, attraverso la loro firma prestigiosa, il sublime libro dello sport invernale con una nuova ed infinita pagina di storia.
Per la Shiffrin, questa del 2019, si va ad aggiungere a quelle vinte già nel nel 2013, nel 2014, nel 2015, nel 2017, e nel 2018, mentre per King Marcel l’affermazione della giornata di ieri va ad aggiungersi a quelle del 2013, 2014, 2015, 2017, e 2018; oltre i numeri, già di loro impressionanti, sono altri i fattori che si scovano dietro le cifre: infatti la bella Mikaela con questa sesta affermazione di specialità in slalom speciale raggiunge la fortissima Vreni Schneider dopo aver equiparato ieri in parallelo il record di vittorie stagionale, mentre Hirscher nella classifica è anticipato solo da Stenmark che in carriera portò a casa 8 sfere di cristallo slalom.
Chi sta vivendo questa epoca contemporanea sportiva, ed ama gli sport invernali a prescindere dal proprio tifo di appartenenza, può assolutamente considerarsi un privilegiato assoluto perché si sta assistendo grazie a questi due enormi Campioni a dir poco inarrivabili nella storia in generale ad uno spettacolo praticamente unico a prescindere dalla prospettiva cui ci si approcci alla visione di uno sport; due fenomeni assoluti che ancora possono dare moltissimo allo sci alpino che ogni volta ci danno la sensazione che, ancora una volta, il meglio debba sempre ancora venire.
Un inchino regale e un applauso scrosciante per Mikaela e Marcel con l’auspicio che possano continuare a incantare il mondo attraverso le loro gesta sportiva miste ad arte e passione sotto la velocità degli sci che scorrono mediante la magia della neve resa da loro ancora più unica.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
“non leggete come fanno i bambini per divertirvi,o,come gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere.”
Quando si azzardano alcune critiche nei confronti di determinati atleti che in carriera “qualcosa” han dimostrato, essere cauti dovrebbe essere prassi; tale attività dovrebbe essere soprattutto quando le medesime si pongono in essere nei confronti dei migliori atleti della storia dello sport in generale.
Marcel Hirscher oggi ha chiuso parecchie bocche che, negli ultimi giorni, avevano dato adito a fin troppe fesserie e mette immediatamente in chiaro sin dalla prima manche di essere sempre e comunque il miglior sciatore di ogni tempo andando a conquistare il titolo del mondo numero tre in slalom speciale, il settimo complessivo, per un totalità di 11 medaglie ai Campionati del Mondo tra oro e argento; una prova a dir poco sontuosa per un fuoriclasse del ruolo assoluto che, anche quando poteva gestire non lo ha fatto andando a tutta rischiando come un forsennato mettendo in evidenza tutto il suo talento e tutta la sua forza praticamente unica.
Un recap assolutamente che è sinonimo di storia per una giornata assolutamente indimenticabile per i colori austriaci che piazzano una fantastica tripletta: alle spalle di Hirscher finisce Miky Matt a 65 centesimi di distacco da Re Marcel, mentre al terzo continua il momento magico per Marco Schwarz che, a 76 centesimi di distacco, si regala un grande bronzo per un totale di 3 medaglie in queste edizioni dei Mondiali di Åre.
Migliore degli italiani Stefano Gross che chiude al decimo posto, mentre finiscono dietro Vinatzer e Moelgg rispettivamente 18mo e 19mo.
Si chiudono così, con la magia di Hirscher, questi Campionati del Mondo che ora lasceranno spazio, nuovamente, alla Coppa del Mondo.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
“non leggete come fanno i bambini per divertirvi,o,come gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere.”