Thank you so much, mr. Jansrud

Campione olimpico nel supergigante a Soči 2014, campione mondiale nella discesa libera a Åre 2019 e vincitore di quattro Coppe del Mondo di specialità, quella di discesa nel 2015, e quelle di supergigante sempre nello stesso anno cui si aggiungono pure quelle del 2017 e del 2018 per un totale di 55 podi conditi da 23 vittorie nel massimo circuito intercontinentale di Coppa del Mondo: questo è il favoloso curriculum di un atleta straordinario come Kjetil Jansrud che nell’ultimo weekend a Kvitfjell ha sancito l’addio alle gare davanti al pubblico di casa.

Jansrud ha fatto parte di una generazione di assoluti fenomeni all’interno della nazionale norvegese, dove egli è stato una parte integrante di questa autentica armata di cui han fatto parte gente come Svindal e dove è cresciuto anche un autentico fenomeno che oggi apprezziamo come Kilde, neo vincitore della massima coppa di specialità veloce, centrando dei risultati straordinari grazie alla sua tenacia e alla capacità di leggere ogni pista alla perfezione denotando una intelligenza tattica fuori dal comune.

Il punto di forza di questo atleta è stata sempre una determinazione pazzesca nel cercare di migliorarsi sempre di più che era pure come se fosse contagiosa, spingendo i suoi compagni di squadra e il resto degli avversari ad alzare sempre il livello, un autentico leader e trascinatore come pochi se ne vedono al mondo e che, sin dalla giovane età, aveva innescato a tutti la sensazione poi divenuta certezza ad ampio raggio, che poteva lasciare una serie di orme sostanziose nella grande riva dello sport invernale.

Spesso si abusa in maniera spropositata del concetto di fuoriclasse ma, nei confronti di questo meraviglioso atleta, non vi è superficialità alcuna, e scrivendo queste righe non può non esserci già un pizzico di nostalgia immaginando dalla prossima stagione di non veder più al cancelletto di partenza questo autentico prodigio che tanto ha dato allo sci alpino con la sua immensa classe.