Henrik il Re del mondo

Author: Rolandhino1

Non è certamente una sorpresa. Non lo è per chi segue le gare dall’inizio della stagione, e non lo è per ha seguito questo spazio negli scorsi mesi perché, mai come in questo caso, il banalissimo ma sempre funzionale “ve lo avevo detto”, funge da collante perfetto per raccontare la grandiosa vittoria iridata nella giornata di ieri di Henrik Kristoffersen tra i paletti stretti non solo lungo la neve di Courchevel bensì anche attraverso il viale di emozioni che sa regalare questo splendido fuoriclasse.

Un fuoriclasse coraggioso e silenzioso, che per tanti anni è stato all’ombra del più grande, di Hirscher e, nel momento in cui il Goat austriaco ha appeso gli scarponi al chiodo e ha deciso di intraprendere una nuova strada con la creazione di sci altamente all’avanguardia per nuove sfide, non ci ha pensato due volte a unire le forze con quest’ultimo buttandosi dentro una nuova avventura che stava pagando in Coppa del Mondo ma che ieri lo ha baciato con tanto di medaglia d’oro ai Mondiali.

Ma al di là di Van Deer, è incredibile la tenuta mentale e lo spirito vincente di questo atleta: senza parlare della sua tecnica in quanto formula abbastanza semplice da risolvere in quanto nota a tutti, è sublime vedere all’opera la sua fame di vittoria indipendentemente da come possa finire la prima frazione di gara; non si da mai per vinto, ci crede sino all’ultimo, e riesce a dare anima e corpo ad ogni suo gesto.

Quello di ieri è stato un assolo determinante e che ha fatto tuonare il mondo alpino, una sete di vendetta dopo tanta sfortuna in questi anni trasformata in successo con una gara da lui condotta meravigliosamente nella parte numero due: è stato come udire un sound di chitarra firmato Tom Morello, uno di quelli che tu sprona e ti fa vedere chiaro il corso di energia e di trasporto, con la certezza di voler andare sopra tutti.

Se passi dalla sedicesima posizione alla medaglia iridata qualcosa vorrà dire. E la spiegazione più plausibile in un come-back del genere al netto di fortuna ed episodi, prende residenza nella grandezza del norvegese che non lascia nulla al caso, e perfezionando le doti che madre natura gli ha donato riesce a farle sposare al meglio con il duro lavoro creando così una cerimonia indimenticabile come è accaduto ieri.

Siamo felici, in una giornata che ha premiato col bronzo il nostro Vinatzer, che Henrik ce l’abbia fatta. Lo meritava, lo merita, e siamo fortunati noi ad ammirare il ritorno ai massimi livelli di questo prodigio il quale, dopo Marcel Hirscher, è il talento più cristallino che il circo bianco ha fatto emergere negli ultimi anni. Ad maiora.

Henrik ha rischiato, cambiato, e vinto

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L’essenza di un fuoriclasse la noti non soltanto nei gesti nell’arco del suo compito, ma soprattutto quando intraprende delle scelte che rappresentano per lui un viatico basilare dove snodare la propria carriera: perché percorrere i soliti binari è facile per tutti, prendere delle vie traverse al buio non è da tutti. E Henrik Kristoffersen ha dimostrato per l’ennesima volta di essere un prodigio unico anche in questo.

Il nostro atleta eri ha dato vita ad uno spettacolo assolutamente sublime vincendo lo slalom di Wengen ribadendo, ancora una volta, chi è attualmente il miglior atleta sulla faccia della terra assieme al suo compagno di squadra Braathen (Dove ieri ihanno condiviso tra l’altro il podio), andando a lanciare un serio monito agli avversari anche in ottica iridata. Ma oltre questo, c’è molto di più.

Parlare di Kristoffersen come sempre si è detto su questi spazi non è soltanto un piacere allo stato puro (Considerando la stazza di fuoriclasse quale è), ma bensì anche un meraviglioso privilegio alla luce della sua classe che siamo soliti ammirare spesso e volentieri nelle più prestigiose piste tecniche mondiali: dopo tanti anni difficili il buon Henrik ha trovato il bandolo della matassa e, con una decisione assolutamente coraggiosa, ha dato una svolta ponendo in essere un autentico salto nel buio sostituendo i suoi ben collaudati Rossignol ai piedi per il progetto targato Marcel Hirscher, degli sci realizzati dal suo più acerrimo rivale in pista che tanti dispiaceri gli ha confluito negli anni, e che adesso sembra essere l’arma in più per il norvegese.

Kristoffersen è riuscito a mitigare la sua furia agonistica attuando adesso una sciata più regolare e precisa volta ad attuare migliori performance, e avendo adesso trovato il punto di raccordo ottimale con le sue nuove lamine “Van Deer by RedBull”, abbiamo ritrovato quel campione che a inizio della sua carriera aveva cominciato ad incantare il mondo lasciando presagire un futuro assolutamente roseo.

E così volendo, è anche stato, il suo unico “problema” è stato trovarsi davanti un signore che può essere tranquillamente etichettato come il migliore di ogni epoca e che spesso si piazzava davanti dopo delle prestazioni altrettanto irreali condotte dall’atleta nordico. Il merito che possiamo dare a questo ragazzo è quello di non aver mollato mai di un centimetro, di averci sempre creduto anche nelle più sonore difficoltà, e di non aver mai avuto un briciolo di timore nel fare un salto nel buio abbracciando un progetto nuovo, mai testato, ma con prospettive vincenti.

E la scelta ha pagato: nuovi materiali, nuove motivazioni, rinnovate vittorie: slalom di Garmisch vinto, slalom di Wengen vinto. e nel mezzo tante belle prestazioni tra cui tre secondi posti di fila nelle gare azzurre nei giganti sulla Gran Risa, e nello slalom sulla Tre a Madonna di Campiglio. Non ha mollato, ha resistito, e ha dimostrato ancora una volta al mondo chi possa essere il vero erede di Marcel tra i paletti stretti. E non solo aggiungeremmo noi, considerando però un Odermatt in grande spolvero tra le superfici veloci e la sua competitività anche in gigante.

“La forza mentale distingue i campioni dai quasi campioni” disse Rafa Nadal qualche tempo, un concetto che si sposa bene con Henrik, un campione di quelli puri e veri che non passano di rado nel mondo dello sport.

Henrik Kristoffersen tutto

Parlare e disquisire in generale di Henrik Kristoffersen è un esercizio che ci risulta non solo facile, ma che ci provoca anche un sincero piacere interiore perché quando si posta qualcosa non soltanto su un autentico fuoriclasse ma anche su un atleta serio e colmo di desideri di vittoria, gara dopo gara dopo tantissimi anni di carriera, beh, è davvero il massimo.

Ci piace perché questo inizio di stagione dove uno straripante Odermatt inseguito da un altrettanto mai domo come Kilde, ci sta regalando una versione dello specialista tecnico norvegese più agguerrita che mai; capace di adattarsi come sempre in qualsiasi condizioni scendendo con quella veemenza unica tipica di top player, si è rimesso in discussione sposando la nuova causa degli sci firmati Marcel Hirscher, suo vecchio rivale, cercando non soltanto nuovi stimoli ma anche dei mezzi per fare i risultati che davvero per un come lui sono pane quotidiano. Kristoffersen rappresenta la chiave di volta del concetto di forza nello sci alpino contemporaneo: tra i giganti, il guerriero.

La sfortuna di questo atleta è quella di aver incrociato sempre nella propria strada qualcuno che ha scritto pagine e che sta scrivendo pagine di storia assolutamente fuori da ogni logica a partire da King Marcel, il quale, non ha bisogno certamente di approfondimenti. Ma il livello di Henrik è assolutamente questo qui, ossia il pianeta d’appartenenza dei grandissimi dove domiciliano da anni e dove mettono in risalto la qualità delle loro imprese come ad una mostra d’arte pregiata. Spesso Henrik ha patito la pressione ma molto spesso è stato condannato da un cronometro che lo ha fermato praticamente a pochi millimetri dal gradino più alto del podio.

Non che le vittorie non le abbia conquistate, anzi, ma avrebbe meritato in questi anni N volte di più. Molto di più. Ma un cronometro non sminuisce di certo le prestazioni e la dimensione soprattutto del norvegese che non molla mai e con la sua voglia di vincere è di continua ispirazione per i più giovani e per chi, in generale, getta sempre il cuore oltre l’ostacolo e riesce ad essere sempre il centro gravitazionale come uno degli atleti di riferimento più influenti al mondo.

Ci son atleti che sono in grado di farti emozionare e lui fa parte di questo novero, di rarità e di lucentezza, di consapevolezza che sono e saranno sempre diversi dagli altri che, magari hanno numeri migliori, ma che non ti scaldano il cuore come un gesto tecnico feroce e sublime allo stesso tempo, come quello di Henrik praticamente difficile da imitare.

Henrik Kristoffersen passa a Van Deer

Quanto abbiamo scritto nel corso delle ultime 2 settimane, si è concretizzato alla fine nell’arco di questo weekend dove Henrik Kristoffersen ha di fatto lasciato, salutando sui suoi canali social, la sua ormai ex marca di sci storica Rossignol, per abbracciare il progetto di Marcel Hirscher ed utilizzare la sua nuova marca di sci, Van Deer, a partire già dalla prossima stagione agonistica.

D’altro canto i rumors erano diventati davvero esistenti oltre che assordanti, tanto che non si aspettava altro che l’annuncio ufficiale di questa nuova unione che di fatto andrà a segnare un nuovo ciclo e un nuovo ingresso all’interno dello sci alpino; e tutto ciò si è avverato con soddisfazione del talento norvegese che adesso sarà alla prese con una nuova sfida personale.

Come abbiamo scritto già molte volte, il fatto che il miglior sciatore di ogni epoca, King Marcel, abbia deciso di scendere in campo sotto questa nuova veste è già a prescindere un fattore di garanzia ed affidabilità, perché non ci si imbatte in un progetto seguito da persone come lui e come la sua famiglia senza essere fondato su basi solide, ed evidentemente i test di Henrik sono andati così bene che la trattativa tra lui e questo nuovo brand si è chiusa in tempi davvero brevissimi.

Per certo non ci si aspettava che Van Deer potesse subito suggellare un accordo di questa caratura andando a firmare uno degli atleti tecnici più forti al mondo se non il più forte; magari qualche anno di apprendistato sarebbe stato più pensabile ma aver concluso un accordo simile significa aver già bruciato le tappe ed essere pronti sin dal day one a puntare sugli obiettivi massimi attraverso un atleta che adesso diventa subito l’emblema di questa scuderia.

Ora il punto di domanda è: chi sarà la prossima persona che deciderà di seguire le orme di Kristoffersen? Perché adesso si potrebbe scaricare un effetto domino anche su una molteplicità di atleti, sia a livello femminile che maschile, possibilmente attratti dalla prospettiva di questi sci nuovi ancora, c’è da dire, a scatola chiusa. Però se un atleta del calibro di Henrik lascia una casa che lo ha seguito sin dagli esordi per una appena nata per fare il definitivo salto di qualità, beh, siamo a un passo decisamente più ampio dalla suggestione.

Come diceva Battisti seguendo il testo di Mogol, “lo scopriremo solo vivendo”, anche seguendo con attenzione la nuova stagione di Kristoffersen, ma c’è qualcosa di più di una sensazione che una nuova era stia per sorgere nello sci alpino, sempre firmata Hirscher, stavolta però dall’altro lato delle nevi. E non ci sarebbe da stupirsi nemmeno tantissimo.

Kristoffersen and Van Deer together next year?

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Exactly one week ago, we have talked about the new Hirscher’s project: the new ski brand, Van Deer, personally managed by King Marcel and his family; roughly some hours later after that post, on internet it came out the rumour that Henrik Kristoffersen, the historical rival of Hirscher on the track for many years in the white intercontinental circuit, had done a some steps to joining in the next season with this new ski.

By the way, nowadays, there isn’t any official statements and obiouvsly until there’ll be this last one, we’re talking about just a “pour parler”, but this is a such important news because this chatting start to be interesting not just for the switching that for the norway athlete will be unbelieveble, but also for the dinamics into the “white circus” that, inevitably, would change. And a lot.

With Kristoffersen, Marcel Hirscher since his first year as a “constructor”, would present to the world his skis with one of the most important skier in the world, an authenic champion, true champion, and an advertising to all of us that this new ski’s factory wants absolutely act up a first actor role immediately. If Henrik will change his currently skis, Rossignol, for Van Deer will be for sure because this materials can gives him the tools to catch up the pre-established goals that always have always one and only one common denominator, victory.

As well as Kristoffersen, this join might be an authenic strong attractive for other athlets even di first level, so for Hirscher this “engangment” would traduce in a turning point at year zero, but maybe we keep to travel too soon actually, nowadays there isn’t any sign by Henrik, but talking about that it’s a very important think to do.

So, we wait and see that will happen but, for sure, in case this is one of the most important moves within in a chessboard that could trigger a top-level dominance effect into the ski alpine world.

La regola Kristoffersen

Si è vero, abbiamo parlato di Henrik Kristoffersen in lungo e in largo soprattutto in queste settimane considerando le brillanti prestazioni che ha sfoderato di questa parte finale di stagione di coppa del mondo, ma quando siamo dinanzi ad un prodigio non possiamo di certo esimerci dallo spendere il nostro tempo di scrittura elogiando le gesta che vanno ad illuminare il nostro sport di cui, il fuoriclasse norvegese, rappresenta uno dei fari principali.

Circa due settimane fa avevamo discusso dello splendido back to back in quel di Garmisch dello stesso Kristoffersen dopo due slalom realizzati in una maniera impeccabile uno meglio dell’altro che gli hanno permesso di portarsi al comando della classifica dei paletti stretti, mentre in questo weekend andiamo a porre in essere nuovamente l’accento su una doppietta da parte del norvegese, questa volta in gigante a Kranjska Gora, che si traduce non soltanto nello splendido stato di forma da parte sua in questo ultimo mese di gara, ma altresì in un vero e proprio monito per la prossima stagione a tutti gli avversari, a partire da Odermatt che arriva da dominatore alle finali di Courchevel pagando però un pò di stanchezza in una stagione dove ha fatto di tutto e anche di più.

La legge di Kristoffersen è la sua determinazione: è la fame di vittorie che lo contraddistingue sempre comunque al di là dei numeri impressionanti che ha collezionato sin qui nella sua carriera enorme nonostante sia ancora molto giovane, e che attraverso una tempra invidiabile gli consente di primeggiare nelle posizioni più rilevanti risorgendo dopo un periodo abbastanza appannato dove non si perso mai d’animo ma che ha saputo combattere attraverso la cultura del lavoro lottando metro su metro per riportarsi dove merita di situare, al top.

Alle finali francesi cercherà di andare in touchdown per cercare di portarsi a casa la sfera di cristallo di specialità slalom battagliando con il compagno di squadra Braathen, ma la sensazione è che siamo oggi davanti ad un uomo in missione. Nella gara odierna ha saputo interpretare meglio di tutti una pista disegnata dell’allenatore del suo sfidante appunto, rimontando due pozioni rispetto alla prima frazione, ponendo in essere una vittoria che è anche un segnale al suo compagno barra avversario di squadra.

Quello di oggi è l’ennesimo affresco di un fuoriclasse assoluto che non finisce mai di stupirci e che riaccogliamo con estrema gioia nel novero dei migliori consapevoli, che, il meglio per lui debba ancora venire e che la prossima stagione indipendentemente da come si concluderà questa, lo vedrà come assoluto protagonista per cercare di portarsi a casa quella generale che tanto sogna e che tantissimo meriterebbe per ciò che ha dato e sta dando allo sci alpino.

Henrik il Grande

In questa due giorni di Garmisch-Partenkirchen nell’ambito alpino, abbiamo avuto modo di ammirare il ritorno della classe incostrata di uno dei talenti più puri nell’ambito della principale delle discipline invernali: Henrik Kristoffersen risorge e manda con un sontuoso back-to-back un segnale al mondo dello sport nel presente e in prospettiva.

Un risultato strabiliante che di fatto ribalta tutti i pronostici e anche i probabili esiti della Coppa del Mondo di specialità tra i paletti stretti la quale, adesso, sembra ampiamente alla portata del fuoriclasse norvegese che per lui si tradurrebbe nella numero tre della sua carriera. La remuntada di Henrik su Lucas Braathen è figlia soprattutto di determinazione, di coraggio, e di forza di volontà soprattutto dopo gli ultimi difficili Giochi Olimpici di Pechino 2022.

La Baviera in questo weekend dove comunque lo sport è passato in sordina viste le tremende e tragiche notizie provenienti dall’est Europa, ha incoronato la caparbietà di questo straordinario atleta che più volte in questo spazio non abbiamo mai mancato, anche nei momenti più difficili, di elogiare dall’alto della sua classe, e lo ha immesso in un rettifilo finale in una posizione che nemmeno lui credeva di poter percorrere, mettendogli la fascia di favorito per una volata finale dove adesso ha preso anche un certo margine di vantaggio.

Con due slalom speciali ancora da disputare, quellodel 9 marzo a Flachau in recupero e la finale, sono 49 i punti di vantaggio sul talentuoso compagno di squadra Luca Braathen e 78 su Linus Strasser autentico outsider di stagione mentre via via sono più staccati gli altri. La sensazione è che il norvegese si sia messo nella posizione ideale per poter attaccare e gestire allo stesso modo, ha dominato quello che doveva dominare mettendo sullo scacchiere una mossa che ha sbaragliato gli avversari con una prova di una magnitudo che probabilmente nessuno si aspettava.

Ma sottovalutare un Campione con la C maiuscola è sempre un grossissimo errore, e siccome Henrik Kristoffersen rientra pienamente in questa categoria essendo un autentico prodigio, ha messo le cose in chiaro mettendo a tacere le facili ironie e urlando al mondo che è lui uno dei più grandi e la voglia di prendersi una bella fetta della torta, è diventato un fattore che va al di là del successo: Henrik, è in missione per vincere.

Il successo meritato di Kristoffersen

Nell’ennesima giornata colma di gloria e di tricolore con il successo di Sofia Goggia e il podio di Elena Curtoni nel supergigante di Val d’Isére, la copertina di questa domenica abbiamo deciso di dedicarla ad un campione ritrovato che oggi ha ripreso confidenza con il successo tramite una vittoria eccezionale in Badìa in un gigante meraviglioso: Henrik Kristoffersen.

La meritava. Il fuoriclasse norvegese meritava assolutamente questo successo come ricompensa di tutti i sacrifici fatti sin a questo momento, e riprende davvero una ampia dote di motivazioni in vista delle prossime gare facendogli ricordare a se stesso e alla storia quanto sia grande il suo talento, sin qui, espresso in maniera molto a corrente alternata.

Kristoffersen per tanto tempo ha subito la rivalità di Marcel Hirscher e, dopo il ritiro di quest’ultimo quando tutti pensavano che magari avrebbe potuto esprimere tutti i suoi numeri, è stato probabilmente schiacciato da troppe pressioni e non è riuscito a mostrare al mondo il suo indubbio valore, un valore assolutamente inestimabile dove i suoi successi e i suoi numeri lo mettono in evidenza tra i più forti sciatori alpino tecnici dell’ultima decade come minimo.

Il problema di questo straordinario atleta non è di certo nella tecnica, ma probabilmente è una questione ascrivibile all’aspetto psicologico che ogni tanto ha frenato l’ascesa del norvegese che sin qui poteva di gran lunga avere un palmas personale bene al di sopra dei numeri reali che, comunque, rimangono di primissimo valore e ci raccontano di un calibro enorme per questo sport.

Vederlo sorridere ed esplodere tutta la sua determinazione è stato bello, è stato molto bello perché dopo tanto tempo anche lui meritava il posto che ha calcato oggi con l’auspicio che possa per lui diventare sempre più una vera e propria abitudine, una abitudine che chissà magari può proseguire anche domani con un nuovo gigante che si preannuncia spettacolare.

Henrik Kristoffersen e la ricerca del pronto riscatto

Henrik Kristoffersen – NM i Trysil – Uploaded by stryn

La scorsa stagione orfana di Re Marcel Hirscher, aveva visto ai nastri di partenza la pole position sulla carta attribuita ad Henrik Kristoffersen, uno dei pochi sciatori al mondo che, negli ultimi anni, è stato in grado di impensierire il fuoriclasse austriaco a colpi di determinazione associati ad un tecnica sopraffina che ha contraddistinto il giovane norvegese come uno dei migliori interpreti alpini attualmente presenti sulla faccia della terra.

Spesso però, le tanti pressioni, e i favori dei pronostici troppo sbilanciati fanno si che le situazioni si vadano a ribaltare e le piste diano dei verdetti diametralmente opposti a quelli in precedenza pronosticati ed Henrik, non ha potuto coronare immediatamente il sogno della Coppa del Mondo generale andata poi al suo connazionale Kilde che, nel pieno rispetto del motto “Attacking Vikings”, è riuscito a riportare nell’estremo nord europeo la sfera di cristallo che da tanto tempo si attendeva.

Attenzione però, la stagione del buon Kristoffersen è stata tutt’altro che anonima: Henrik ha portato a casa la Coppa del Mondo di specialità alla voce slalom gigante davanti ad Alexis Pinturault, altro grandissimo rivale ed immenso sciatore per sei lunghezze e, per la seconda volta nel corso della sua carriera, quella di slalom speciale, precedendo uno ei talenti alpini più cristallini dell’ultimo decennio ossia Clément Noël di soli 2 punti; tutto a testimoniare della sua grande forza e tenacia volte alla conquista del massimo risultato possibile ogni volta che scattava il verde al cancelletto di partenza.

Il traguardo generale tuttavia è sfumato per una mancanza di continuità nelle prestazioni soprattutto nella fase centrale: evidentemente le troppe pressioni hanno giocato non un ruolo efficace nella mentalità (Vincente) di questo straordinario campione il quale, ogni volta che lo vedi scendere giù dallo start, è il solito mix di classe regale e di dimostrazione al mondo del suo talento, e quindi magari una maggiore serenità lo avrebbe potuto condurre molto più lontano del terzo in classifica generale per un totale di 9 podi e con 3 vittorie di cui una ha avuto il sapore d’azzurro conquistata nello slalom gigante della Gran Risa in Alta Badia, vittoria messa in mezzo tra i due slalom speciali presi e portati a casa sulla Black Levi e nella Planai di Schladming.

“Kristo” riparte quindi, alla ricerca della continuità e nell’obiettivo di centrare più vittorie possibili che ha assolutamente nelle sue corde: essendo un atleta ancora molto giovane ha dei margini di miglioramento assolutamente notevoli, e il talento che porta in dote assieme a una tecnica sopraffina potrà spingerlo nella maniera più assoluta oltre tre vittorie come quelle dello scorso anno, con un futuro da predestinato come pochi atleti al mondo.

No, non è un controsenso a ciò che è stato scritto nei capoversi precedenti, non c’è nessun obiettivo in questa sede di mettere pressione ad Henrik, che sicuramente però, avrà capito meglio come gestire il tutto, ma si parla soltanto di ovvietà, di fatti che dimostrano le sue immense doti che comunque, da sole, non possono di certo regalare soddisfazioni da alzare alla gloria verso il cielo: dietro c’è sacrificio, passione, e voglia di migliorarsi, tre ingredienti per una ricetta perfetta che Henrik conosce molto bene e che, sicuramente, in questi mesi distanti dalle nevi, ha imparato a perfezionare e dove, sin da Solden, cercherà di mostrare al mondo quanto del suo repertorio ancora non avevamo visto ed è stato perfezionato.

Perché questa è la storia scritta dal sacrificio dei Campioni, quelli veri, di cui Henrik Kristoffersen ne è un suo testimone, una storia che, col tempo, andrà a scrivere a se stesso e a tutti noi pronti ad ammirarlo ancora una volta arricchendo di meraviglia la nostra memoria sportiva.

Henrik Kristoffersen: un alieno nello slalom di Schladming

Kristoffersen
Kristoffersen in gara a Zagabria Sljeme il 5 gennaio 2017

Marco Schwarz spreca e va fuori sul più bello nonostante una prima manche solidissima che lo aveva visto al comando, Henrik Kristoffersen raccoglie e porta a casa il più fascinoso degli slalom speciali della Coppa del Mondo di sci alpino, quello di Schladming.

Davanti a circa 40mila spettatori in visibilio, il norvegese azzecca una seconda manche da brividi e, scendendo da autentico artista va a pennellare la parte finale della pista come pochi altri han fatto in passato e colleziona la quarta vittoria in questo slalom con l’ottavo podio stagionale per un totale di 21 allori nel circuito intercontinentale, rafforzando altresì la prima posizione in classifica overall.

Running up per il francese Alexis Pinturault di staccato di 34 centesimi, mentre chiude terzo lo svizzero Daniel Yule di con un gap di 93 a testimonianza di una splendida condizione di forma, e menzione d’onore per uno strepitoso Clement Noel che realizza una rimonta pazzesca passando dalla casella numero 30 alla quarta staccato di poco meno di un secondo dalla vetta del fuoriclasse austriaco.

Capitolo Italia: grandissima prova da parte di Simon Maurberger ed Alex Vinatzer: il primo chiude quinto realizzando il miglior risultato della sua carriera concludendo a 1”07 da Kristoffersen, mentre il secondo sesto a 1”12 dal primo, poi 20mo Tommaso Sala, mentre Razzoli dopo il settimo posto di domenica scorsa a Kitzbuehel esce nella prima manche mentre Gross va out nella seconda.

Schladming, sempre più, è il regno di Henrik Kristoffersen che dimostra, ancora una volta non soltanto il suo immenso valore, ma la sua infinita classe che mista alla sua giovane età potrà consentirgli di scrivere innumerevoli pagine di storia di questo sport.