Nella scorsa stagione Michela Moioli si mise in testa una ricetta difficile da realizzare ma assolutamente alla portata di un talento come il suo, ossia mescolare il suo talento a una magia fuori dal comune per agguantare le vette sportive più importanti del pianeta: il risultato è stato presto fatto, ed è stato un piatto che ha presentato nel suo interno la trasformazione splendidi sogni in concretissime realtà.
La Regina dello snowboard cross, oltre a conquistare una pazzesca medaglia d’oro olimpica ai XXIII Giochi Olimpici di PyeongChang, si è portata a casa anche la sfera di cristallo cross a coronamento di una stagione meravigliosa affrontata con enorme sagacia e sfrontatezza raccogliendo i frutti di un duro, durissimo lavoro.
La Moioli, atleta dell’Esercito Italiano, è un talento incredibile che ha saputo negli anni passati tener botta anche alla sfortuna che l’ha contraddistinta troppo spesso e volentieri come quella del 2014 in occasione della finale alle Olimpiadi di Sochi dove una caduta le procurò la rottura del legamento crociato.
Fatica, riabilitazione, ma tanta speranza e voglia di andarsi a prendere ciò che era sicura di ottenere; e come le grandi atleti della storia ha lottato e ha lavorato sodo per arrivare a prestigiosi traguardi che ora le rendono una delle donne più importanti del panorama sportivo sotto il vessillo tricolore; Michela sa come lottare, sa come non arrendersi, sa benissimo cosa voglia dire il sacrificio con la consapevolezza dei propri mezzi dell’affrontare un duro lavoro gettando il cuore oltre l’ostacolo della sfortuna che, spesso, ci mette uno zampino non riuscendo nella maniera più assoluta ad interrompere un percorso netto non solo vincente ma di spirito positivo.
Spesso gli stop fanno parte del gioco, e alle volte conseguono dei seccanti ma necessari stop per ripartire al meglio e riuscire a ripercorrere le orme del successo calcate nel recente passato; Michela Moioli si è sottoposta ad un intervento chirurgico in sede di artroscopia nella giornata di ieri per la pulizia del ginocchio sinistro dove l’atleta bergamasca soffriva di una cisti parameniscale e un piccolo frammento del menisco: il responso è di un mese di stop della attività agonistiche per il decorso post-operatorio per poi riprendere l’attività di preparazione in vista della stagione 2018/19.
Ricordiamo che la prima gara di snowboard cross in ottica Coppa del Mondo vedrà lo start il 15 dicembre a Montafon in terra austriaca, quindi la bella Michela avrà tutto il tempo per riposarsi dal “tagliando al ginocchio” come ironicamente ha commentato lei, per poi presentarsi ai nastri di partenza nel migliore dei modi per cercare di confermare una stagione passata assolutamente eccezionale quest’anno, con l’aggiunta, dei Campionati del Mondo che si svolgeranno a Park City nello Utah, U.S.A., nei primi giorni di febbraio.
Le sue recenti parole sono state: “tornerò prima che inizi a nevicare“; non ne abbiamo dubbi Michela, perché essa stessa non potrà di certo venir giù senza godersi la bellezza di una delle campionesse più incredibili che l’hanno omaggiata nella maniera più speciale possibile, quella del talento mescolata alla magia.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
“non leggete come fanno i bambini per divertirvi,o,come gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere.”
Alla scoperta della stagione degli azzurri nei vari circuiti di Coppa del Mondo
Nell’articolo di ieri abbiamo disquisito di quanto sia stata intensa, in senso generale, la stagione agonistica sulle nevi nei vari circuiti di Coppa del Mondo in questo 2018.
Ci eravamo lasciati con la promessa di parlare degli azzurri evidenziando quelli che sono stati i risultati che hanno contraddistinto la maggior parte delle discipline e, si può dire tranquillamente, che i risultati sono stati altamente confortanti: siamo a ben otto sfere di cristallo già portate a casa con la possibilità (Come fra poco vedremo) di incrementare ancora il bottino.
Menzione immediata per la donna più veloce del pianeta nonché una delle migliori sciatrici di sempre che dà, al nostro paese, un grande lustro sportivo e non soltanto: si sta parlando ovviamente della meravigliosa Valentina Greggio che proprio nel weekend appena terminato a portato a casa, sulle nevi svedesi, la quarta Coppa del Mondo di Sci di Velocità di fila proseguendo in un filotto incredibile di vittorie consecutive portando il livello al numero 25 e creando un vero e proprio solco con tutto il resto delle avversarie creando una progressione impressionante in termini tecnici e di risultati che ha fatto sognare tutti gli appassionati della velocità più pura; Greggio sempre più nel mito che si avvicina sempre più ai risultati delle grandi del passati che portano i nomi e i cognomi Tracie Sachs e Sanna Tidstrand, le uniche a vincere 5 sfere di cristallo in questo sport; sfere di cristallo che potrebbero aumentare per l’Italia con l’opportunità, da parte di Simone Origone, di conquistarne un’altra cercando di battere Manuel Kramer, suo rivale austriaco, in una fantastica battaglia che al momento vede i due atleti parificati in classifica a due gare dal termine della stagione; l’appuntamento sarà il 6 e il 7 aprile in quel di Grandvalira in Romania per capire l’epilogo.
Detto dello Sci di Velocità, i riflettori li puntiamo su Sofia Goggia e lo Sci Alpino: l’aver vinto la medaglia olimpica in discesa libera è stato un momento altamente importante per lei e per lo sport italiano conquistando un risultato aspettato da lungo tempo che ha dato delle certezze importanti, ma la nostra fuoriclasse della velocità alpina non si è fermata qua e, in un testa a testa incredibile nella finale di Åre, pur classificandosi seconda nella decisiva prova di discesa alle spalle di Lindsey Vonn è riuscita a prevalere sulla statunitense portandosi a casa la prima coppa di specialità della sua carriera suggellando così una stagione incredibile e sicuramente indimenticabile che ha segnato una tappa del suo percorso di crescita il quale, siam certi, sia ancora all’inizio e che la porterà lontano. Un talento straordinario coadiuvato anche da una splendida Federica Brignone che l’Italia probabilmente non vedeva nella sua essenza più profonda da tanto, troppo tempo. Sofia ha regalato all’Italia la Coppa del Mondo di discesa libera dall’ultima portata a casa da Isolde Kostner ben 16 primavere fa nel 2002.
Sci Alpino che ha visto l’affermazione anche l’acuto di Peter Fill: in una stagione purtroppo avara di soddisfazioni per gli uomini sia in campo tecnico che in campo veloce a parte la splendida vittoria di Dominik Paris a Bormio sulla Stelvio e , il nostro atleta atleta di Bressanone dopo due sfere di cristallo di fila nei scorsi due anni in discesa libera quest’anno ha vinto quella di combinata alpina grazie ai piazzamenti nelle due gare previste (Secondo posto a Bormio, terzo a Wengen). Di certo una piccola luce all’interno di un movimento che, siamo certi, si aspettava molto più e che farà sicuramente meglio nella stagione che verrà viste le potenzialità che detiene nelle sue ampie faretre.
Italia che ha visto la sua stagione crescere di livello in maniera prepotente e decisiva nello snowboard attraverso una tripletta di valore incredibile: a Michela Moioli spetta naturalmente la copertina d’oro per l’Italia in questo sport; in categoria cross ha fatto la voce più grossa possibile ripercorrendo le stesse orme di Goggia in quel dell’Alpino: medaglia olimpica del metallo più pregiato e coppa del mondo di specialità. La ventiduenne bergamasca ha saputo rialzarsi al meglio dopo l’infortunio di Sochi nel 2014 e si è presa con estrema determinazione tutto ciò che il fato aveva momentaneamente sottratto al suo infinito talento. Snowboardcross che ha arricchito in ambito azzurro il suo bottino grazie alla coppia composta da Emanuel Perathoner ed Omar Visintin i quali, nella specialità a coppie maschile, han portato a casa la Coppa del Mondo attraverso uno score che parla di due vittorie ed a ottimi piazzamenti. Piazzamenti che han fatto bene anche a Roland Fischnaller che a 37 anni ha completato l’opera conquistando la sfera di cristallo in modalità PSL numero 3 della sua grande carriera trionfando nell’ultima gara in scena a Winteberg prevalendo proprio al termine della stagione sul russo Loginov. L’ennesima dimostrazione che, spesso, la carta di identità rivela dei numeri in eccesso solo nelle biografie e non nelle piste in un periodo in cui il talento sta anche allungandosi dal punto di vista anagrafico facendo rimanere intatti i risultati di valore.
Altri successi li abbiamo raccolti nel Biathlon: avevamo lasciato la nostra staffetta mista in un risultato prestigiosissimo sul palcoscenico olimpico nella conquista di una storica medaglia di bronzo per l’Italia, oggi invece la ritroviamo sul gradino più alto del podio ma con gli stessi soggetti in Coppa del Mondo: Dorothea Wierer, Lisa Vittozzi, Dominik Windisch e Lukas Hofer han portato i nostri colori alla vittoria per la prima volta nella storia in questo format di gara a Kontiolahti dove la nostra truppa azzurra ha realizzato una gara leggendaria che entra di diritto nella storia del Biathlon a conferma di come il nostro movimento sia in crescita. Un grandissimo Hofer nella parte finale ha fatto la differenza arrivando davanti all’Ucraina e alla Norvegia che con il terzo posto di Tarej Boe compromette la conquista della sfera di cristallo.
E come non menzionare infine anche la nostra Francesca Lollobrigida nello speed skating che classificandosi al terzo posto nella MS di Minsk, ha portato a casa la seconda sfera di cristallo della sua carriera dopo il trionfo datato 2014. Una soddisfazione enorme per la fuoriclasse di Frascati che pone in essere una splendida doppietta dopo l’oro europeo arrivato quest’anno in quel di Kolomna.
Una menzione d’obbligo va anche al nostro Chicco Pellegrino: non avrà vinto sfere di cristallo overall o di specialità il nostro campione del mondo e vice campione olimpico valdostano, ed oggettivamente contro un Klæbo in queste condizioni era un “tantino” difficile, ma è stato tenace ed ha tenuto duro sino al termine della stagione risultando l’unico in grado di mettere in seria difficoltà nelle gare sprint il fuoriclasse norvegese: Chicco ha dimostrando sia in ottica olimpica che in quella di coppa di potersela giocare al meglio delle sue possibilità e le vittorie ottenute a Dresda e a Lahti dove nemmeno Klæbo è riuscito a tener botta all’atleta delle fiamme oro, lasciano sperare davvero in positivo per la stagione che verrà. Chicco è cresciuto tantissimo dai mondiali dello scorso anno, e senza dubbio, ha tutte le carte in regola per continuare a recitare una parte da protagonista nel fondo a 360°.
L’Italia quindi mette agli archivi una stagione sin qui positiva: con tante luci e qualche ombra ma con la consapevolezza di avere dei margini di miglioramento notevolissimi. Margini già visti in quel di PyeongChang che han messo in risalto delle qualità notevoli da parte dei nostri azzurri che, aspettando la conclusione definitiva delle gare, in ambito invernale han detenuto un bottino notevole in fatto di vittorie, piazzamenti, e sfere di cristallo.
L’auspicio è che possano migliorare questi risultati attraverso anche un maggiore impegno che il nostro stato può dare in sede di supporto ai nostri atleti e agli addetti ai lavori per migliorare sensibilmente il tutto e dare una marcia in più ad essi mettendo a disposizione ancora più mezzi e strutture per far esprimere al meglio il loro talento, la loro audacia, e il loro spirito di sacrificio.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
“non leggete come fanno i bambini per divertirvi,o,come gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere.”
La sconfitta clamorosa di Shiffrin apre scenari inediti. Dominio di Yun nello Skeleton
Detto della meravigliosa Michela Moioli che regala a PyeongChang all’Italia la seconda medaglia d’oro dopo quella di Arianna Fontana nello short-track, sono andate in onda altre gare che hanno assegnato non soltanto i relativi titoli ma che hanno portato risultati a dir poco inaspettati.
Si parte obbligatoriamente menzionando lo Sci Alpino: qui avviene il risultato che non ti aspetti: Frida Hansdotter è la nuova campionessa olimpica di slalom femminile precedendo di cinque centisimi Wendy Holdener che prende l’argento, mentre il bronzo è andato a sorpresa alla giovane austriaca Katharina Gallhuber. Fuori dal podio la campionessa Mikaela Shiffrin che sbaglia clamorosamente la gara con una serie di imprecisioni soprattutto con un errore decisivo nella seconda manche che pongono fine alla sua striscia dominante in specialità tra Coppa del Mondo e Mondiali confermando le difficoltà di fine stagione. Per le azzurre nona Costazza e decima Irene Curtoni. Fuori dalle 10 Manuela Moelgg.
Piccola nota a margine: la vita spesso fa dei giri incredibili ma poi arriva proprio a chi merita. Bollata da tutti gli addetti ai lavori come quella che non vince mai e, che quando lo fece, le fu detto che tutto quello avvenne solo perché Shiffrin era infortunata: questa è una bella dedica a tutti quelli che hanno allargato fin troppo la bocca considerando che, oggi, Frida ha vinto da protagonista e con una Shiffrin in gara (Che forse è stata caricata fin troppo, a dimostrazione che anche le atlete più forti devono essere lasciate più slegate ogni pressione che alla fine si rivela deleteria) dimostrando tutta la sua grandezza in pista con tutto il suo talento.
Atleta garbata, silenziosa, d’altri tempi di cui tutti dovrebbero prendere spunto; oggi un serio monito a tutti a non essere affrettati nei giudizi in quanto, la determinazione di un’atleta seria, prima o poi fa la differenza.
Quella odierna è una data in cui spesso avviene tutto questo.
Sempre nello Sci Alpino, grandissima prestazione di Matthias Mayer che vince l’oro nel Super-G maschile. Per l’austriaco si tratta del secondo successo alle olimpiadi, il primo qui a PyeongChang dopo aver vinto quattro anni fa lo stesso metallo ma in discesa libera. Mayer precede Beat Feuz e Kjetil Jansrud ieri presenti sul podio in discesa, che oggi si dividono ancora argento e bronzo ma con posizioni differenti. Svindal, ieri vincitore in discesa, chiude quinto. Malissimo gli italiani con Paris settimo, Fill fuori, e attardatissimi Innerhofer e Marsaglia.
Nello Skeleton, Yung Sungbin è il Re (e la consonante maiuscola non è di certo un errore ortografico) indiscusso della specialità. Passaggio di consegne con l’oramai ex re Dukurs che finisce anche fuori dal podio. Il coreano, con una prestazione ai limiti dell’incredibile nelle due discese, non soltanto vince la medaglia d’oro ma domina anche la gara infiggendo distacchi pesantissimi agli avversari a partire dalla medaglia d’argento, il russo Tregubov a 1’63’’. Bronzo per il britannico Dom Parsons a 1’65’’. Male il nostro Cecchini solo ventisettesimo e unico atleta in gara.
A PyeongChang è anche tempo di Sci di Fondo al maschile: qui è con grandissima soddisfazione che si annuncia la vittoria non soltanto di un grande atleta ma altresì di una grandissima persona, sempre disponibile con tutti e rispettoso con i suoi avversari, Dario Cologna: l’elvetico, al termine di una grande gara, vince la medaglia d’oro nella 15km TL nello Sci di Fondo olimpico dopo i titoli a Vancouver 2010 in tecnica libera e a Sochi 2014 in tecnica classica; il tempo di riferimento dell’elvetico segna 33’43″9 che va a distanziare di 18″3 il norvegese Simen Hegstad Krueger medaglia d’argento già vincitore qui in Corea della gara di Skiathlon, e di 23″0 l’atleta olimpico russo Denis Spitsov medaglia di bronzo autore di una bella rimonta nei chilometri finali. Il giusto riconoscimento a un atleta esemplare di uno spessore anche umano raro da trovare al giorno d’oggi nel mondo dello sport in generale. Molto male anche qui gli azzurri con Mirco Bertolina migliore degli italiani, solo quarantaquattresimo.
Nel Pattinaggio Artistico andato in scena quest’oggi nella notte italiana, risulta davvero complicato parlare di sport quando c’è qualcuno che riesce a mettere quest’ultimo in secondo piano ponendo su un livello prevalente la poesia: inutile dire che qui stiam parlando di Yuzuru Hanyu: l’atleta giapponese ha realizzato nel programma corto il migliore punteggio tecnico superando la soglia dei 100 punti ancora una volta finendo con un totale 111.68. Di atleti ne vediamo tanti, di alieni meno ed è per questo che è meglio lasciar spazio alle immagini anziché alle parole:
Nell’Hockey entrano nel vivo le sfide maschili all’interno dei vari gironi: USA che battono di misura la Slovenia ma che colgono una fondamentale vittoria in ottica girone, mentre gli atleti russi travolgono letteralmente la Slovenia 8-2
Nel Curling continuano i round robin maschili con la terza e quarta giornata di gare: qui si deve registrare ahinoi un brutto stop per la nostra nazionale che cade contro la Danimarca 6-4 in una partita che avrebbe significato molto se fosse arrivata una vittoria oggi a PyeongChang anche se, tutto, è ancora aperto per l’accesso alle semifinali; per il resto da registrare una Corea scatenata e una Svezia che va a braccetto con il Giappone in vetta alla classifica.
Ecco i risultati nel dettaglio:
Italia – Danimarca 4-6
Norvegia – Corea del Sud 7-5
Svezia – USA 10-4
Danimarca – Canada 9-8
Corea del Sud – Svizzera 7-5
Svezia – OAR 5-4
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
“non leggete come fanno i bambini per divertirvi,o,come gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere.”
Costruita una grande vittoria grazie alla magnificenza di una grande ed unica atleta.
Una meravigliosa Michela Moioli conferma i favori del pronostico e si porta a casa un sontuoso titolo olimpico dominando la finale di Snowboardcross alle Olimpiadi di PyeongChang 2018.
Iniziare così una giornata, un semplice post su internet inserendo queste parole, mette i brividi perché al di là della vittoria è normale pensare a tutti i sacrifici fatti da questa grandissima persona, da questa grandissima atleta, dopo la delusione e i dolori di Sochi nel 2014.
E’ nel DNA degli atleti superiori conoscere le sensazioni, aggredirle, farle proprie, e sentirle scorrere all’interno delle proprie vene. Michela Moioli ha sempre dimostrato un’estrema umiltà anche a dimostrazione di ciò che ha detto alla fine della gara ai microfoni dei giornalisti, ma sono pressoché certo che lei lo sapeva: sapeva che ce l’avrebbe fatta per tutto il lavoro che ha fatto e che l’avrebbe ripagata. Doveva solo metterci la sua essenza e la sua forza coniugate all’estrema maturità che raramente si ritrova già in una ragazza di sole ventidue primavere. Un esempio di come ci si debba allenare sin dalla giovane età e di come ci si risollevi quando le cose non vanno per il verso giusto anche se capitano negli appuntamenti che contano. Con il sorriso sulle labbra. Sempre.
Con una progressione impressionante da metà gara sino alla fine non c’è stata praticamente alcuna storia e, quest’ultima, a farla è stata la nostra azzurra che ha regalato all’Italia la prima medaglia dal metallo più pregiato in questa disciplina. Argento alla francese Julia Pereira De Sousa Mabileau e bronzo alla ceca Samková.
Per l’Italia si tratta del secondo oro dopo Arianna Fontana e della medaglia numero sei qui in Corea.
Oggi tutti si ricordano di te nel momento di luce, ma la vera differenza l’hai fatta quando sei caduta e ti sei rialzata con una forza che nemmeno un gigante.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
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“La Meglio Gioventù” era un film bellissimo di qualche tempo fa diretto da Marco Tullio Giordana, il cui titolo si può parafrasare per far riferimento ad altre interpretazioni varie, come ad esempio l’identificazione del percorso di crescita di una persona e perché no, anche della una carriera di un’atleta.
Carriera di un’atleta che si definisce con l’andare degli anni ma che vedi già in alcuni casi possa esser promettente sin dai suoi esordi quando, con il talento posseduto, capisci che possa avere quel talento in modo da permettergli di poter far sbocciare da quel seme, un fiore meraviglioso.
In questo senso, oggi si parla in ottica azzurra di due nomi in particolare in campo femminile attivi su due discipline diverse ossia lo Snowboard Cross e lo Sci Alpino, e i nomi da collegare ad essi sono rispettivamente Michela Moioli e Nicol Delago.
Michela Moioli è un’atleta già pronta al grande palcoscenico. Specialista nello snowboard specialità cross, Classe 1995 nativa di Alzano Lombardo, quattro anni fa già a 18 anni ai Giochi Olimpici di Sochi andava verso una clamorosa medaglia negata soltanto dalla sfortuna a causa di una caduta che le ha impedito di coronare un sogno incredibile. Cadendo nel momento topico, ha avuto la forza di rialzarsi e di cercare con il lavoro duro e il sudore di riportarsi ai livelli degni del suo talento dimostrando una maturità incredibile nonostante la sua giovane età. Dopo aver conquistato nel 2016 la sfera di cristallo di Snowboard cross, a conferma del grande impegno profuso in allenamento e in gara, la stagione in corso 2017/18 è sino ad ora un qualcosa di straordinario: lo score attuale dice quattro vittorie e ben sette podi (Le ultime due realizzate nell’ultimo weekend di gare a Feldberg in Germania, facendo una strepitosa doppietta) con tanto leadership in classifica agganciata a dimostrazione che, l’impegno nel lavoro che si fa è l’unica strada che ti viene a portare risultati coniugata con una cultura del lavoro e una tecnica, quella di Michela, che le porterà sicuramente i risultati auspicati proiettando il tricolore dove lei sogna.
Nicol Delago invece, nata a Bressanone 22 primavere fa, è una delle velociste più promettenti del panorama azzurro ed europeo nello Sci Alpino. Nata sportivamente come atleta di discipline tecniche, ben presto trova la sua vocazione definitiva nelle specialità veloci. Il suo curriculum dal punto di vista giovanile è di enorme rispetto, e sin da quegli anni si è messa in mostra facendo notare tutto il suo talento: due bronzi ai Mondiali Juniores, un argento al Festival Olimpico della Gioventù Europea, tre argenti ai Campionati Italiani Giovanili, e ben due ori ai Campionati Italiani Aspiranti. Entrata in punta di piedi all’interno del circuito internazionale in Coppa Europa prima (Raggiungendo meravigliosi risultati come la vittoria a Santa Caterina Valfurva in discesa nel 2015) e in Coppa del Mondo poi, giorno dopo giorno ha lavorato duro e ha cercato di migliorare infinitamente la sua sciata cercando soprattutto una maggiore pulizia nelle traiettorie per rendere più agevole gli ingressi nelle curve. E se ti impegni al massimo e sei consapevole della tua forza (Fisica e tecnica come nel caso di Nicol), con il tempo non puoi che raccogliere i frutti del tuo lavoro, tanto che nell’ultimo weekend di gara di Coppa del Mondo a Garmisch-Partenkirchen, ha sigillato la sua prestazione coronando un incredibile decimo posto nella discesa libera dominata da Lindsey Vonn e la nostra Sofia Goggia chiudendo a solo un secondo di distacco il tutto a denotare il grande miglioramento effettuato.
Queste spiegazioni servono anche a far riflettere tutti coloro che non danno tempo agli atleti di emergere volendo tutto e subito; inutile dire che tutto questo non esiste perché se non c’è impegno e non c’è passione non si va da nessuna parte. Perché nella vita puoi avere talento, ma se non lo coniughi con la cultura del lavoro si rimane sempre al punto di partenza. Sia Michela che Nicol hanno col tempo lavorato sodo e con la consapevolezza dei propri mezzi hanno ben compreso tutto questo e adesso, i risultati stanno cominciando a dire la loro e fare voci parecchio grosse tanto che entrambe saranno, ovviamente, parte della spedizione italiana a PyeongChang in Corea del Sud per lo svolgimento dei XXIII Giochi Olimpici invernali.
I profili di queste due giovani meravigliose azzurre siano il volano per gli atleti di oggi ma anche per quelli di domani affinché, la “meglio gioventù”, tragga spunto dal non mollare mai e dal desiderio di arpionare successi sempre con il sorriso sulle labbra.
Quest’ultimo, leit motiv di queste due giovani campionesse.
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Spettacolo nello Snowboard, nel Salto Sci maschile, nello Sci Velocità, e nella Combinata Nordica con delle gare ad altissimo livello
Forfang
Oltre alle discesa libera femminile, si sono svolte anche le ultime gare pre-olimpiche in Salto maschile, Combinata Nordica, e Snowboard.
Partiamo subito dallo Snowboard cross dove una immensa Michela Moioli non lascia anzi, raddoppia a Felberg e vince in due giorni la seconda gara di fila arpionando il quarto successo in Coppa del Mondo della stagione. La fenomenale atleta bergamasca rafforza la sua leadership battendo le transalpine e presentandosi nel migliore dei modi all’appuntamento coreano che vedrà lo start, a cinque cerchi, in settimana.
In Combinata Nordica andata in scena ad Hakuba in Giappone, grandissima rivincita di Jan Schmid che fa sua la gara riaprendo il discorso in merito alla classifica generale di Coppa del Mondo. Il norvegese è stato in grado di attuare e di portare a compimento un’autentica rimonta dopo che aveva chiuso la sfida di salto al settimo posto. Sugli sci, invece, ha avuto il pregio di crederci sin dallo start e di attuare il distacco da Kristjan Ilves all’ultimo chilometro (Che aveva vinto la gara di salto) e di conquistare la vittoria. Terza posizione per il leader di classifica Akito Watabe che vede sfumare la quinta vittoria di fila.
In Salto con gli sci maschile affermazione per il norvegese Johann Andre Forfang vince la gara a Willingen davanti a Kamil Stoch cui non riesce la rimonta nella seconda serie e che deve accontentarsi del secondo posto. Piazza d’onore per l’altro polacco di Piotr Zyla a testimonianza di come tutto il movimento polacco sia all’avanguardia in questa disciplina. Passaggio a vuoto per Richard Freitag che chiudo 28mo. e perde la leadership generale a vantaggio dello stesso Stoch.
In Sci Velocità la Regina è sempre Valentina Greggio che si conferma la donna più veloce del globo terrestre e fa 2 su 2 a Vars conquistando nella giornata di ieri la seconda vittoria di fila in Coppa del Mondo di Sci Velocità mettendo dietro tutte le avversarie a partire dalla francese Martinez seconda e dalla svedeseBacklund che ha completato il podio.
Negli uomini invece doppietta austriaca e un terzo posto per Simone Origone che fino alla semifinale era in testa alla gara.
Dopo la parentesi olimpica assisteremo a un grandissimo spettacolo fino al termine delle competizioni.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
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