La stella che non ti aspetti che brilla all’improvviso: Katelyn Osmond

Ecco come la canadese ha rubato lo scettro alla Russia nella gara artistica mondiale per eccellenza

Osmond

Alle volte capita che lo sport ti metta davanti a sorprese (Liete) tendenti a stravolgere tutto il piano che ci si era pronosticati.

Ed è sensazionale quando tutto questo avvenga soprattutto in competizioni di fondamentale importanze come è un campionato mondiale: semplicemente è tutto quello che è accaduto ieri in quel del forum di Assago a Milano in occasione dei Mondiali di pattinaggio su figura dove il programma femminile è stato vinto da una enorme Katelyn Osmond.

In un contesto di gara dove si era data praticamente per vinta in forma certa la campionessa olimpica di PyeongChang 2018 Alina Zagitova, la Osmond ha sorpreso tutte e tutti e approfittando delle imprecisioni sul programma libero da parte della russa ha fatto sua la gara e riscritto la storia.

La splendida canadese, classe 1995 e nativa nella meravigliosa Marystown in Canada nel Newfoundland and Labrador, è riuscita ad imprimere assoluta sicurezza nella sua esibizione; partendo dalla quarta posizione conquistata qualche giorno fa in occasione del programma corto, ieri con un punteggio di 223,23 si è portata a casa il titolo iridato facendo segnare il suo record personale precedendo le due atleti giapponesi Wakaba Higuchi (210,90) e Satoko Miyhara (210,08) con tanto di rammarico azzurro per l’occasione sprecata dalla nostra Carolina Kostner che chiude al quarto posto dopo il primo conquistato nel corto.

Lineare, fluida, serena, tranquilla, la Osmond ha ripercorso l’ottima forma già vista in quel della Corea che le aveva permesso di portare a casa un oro a squadre e il bronzo nel singolo e suggella nel migliore dei modi una stagione irripetibile vedendosi arricchire la sua bacheca di un titolo insperato ed arrivato nel migliore dei modi applicando tutta la sua tecnica e serenità in un momento storico in cui la Russia ha lasciato spalancata la porta alla vittoria attraverso il forfait della vigilia di Medvedeva ed il disastro di ieri di Zagitova.

Ma chi è Katelyn Osmond? Indubbiamente un talento, di quelli puri e cristallini che spesso non vengono messi troppo in risalto a causa dello strapotere russo in questo sport ma che nei momenti che contano, per questioni di DNA e soprattutto di affidabilità sportiva, vengono in rilievo scrivendo la storia griffandola con la firma più autorevole come quella vista ieri sera nel capoluogo milanese.

Comincia a pattinare alla tenerissima età di 3 primavere e fa il suo esordio nel circuito senior a partire dalla stagione 2011/12 dove arpiona ai campionati canadesi la medaglia di bronzo facendo capire già che si aveva davanti un “discreto talento”. La prima vittoria risale alla stagione successiva, nel 2012/13, quando porta a casa il suo primo trofeo internazionale, il Nebelhorn Trophy, seguito qualche mese più tardi dalla conquista del suo primo titolo nazionale ai campionati canadesi assoluti del 2013.

Il 2014 come sappiamo è stato l’anno importante degli esordi da contrassegnare con il grassetto: prima le Olimpiadi russe di Sochi dove lei, al suo promo appuntamento a cinque cerchi, si tolse la soddisfazione di vincere la medaglia d’argento nella gara a squadre per il Canada nonostante un tredicesimo posto nella gara individuale, e poi i Campionati del Mondo del  a Saitama in terra nipponica concludendo anche qui fuori dai primi dieci classificandosi in undicesima posizione.

Successivamente una fase un pò buia per due anni dove vari infortuni l’hanno costretta a non allenarsi per un pò di tempo e minandogli un pò di certezze per l’avvenire con risultati che non riuscivano ad arrivano; la pratica e la storia anche ci insegnano che la storia di un capitolo può essere ampiamente sovvertita quando alle vicissitudini negative seguono dei programmi di rivalsa posti in essere attraverso la enorme forza di volontà coniugata nel migliore dei modi alla tecnica e alla certezza di potersi migliorare ancora e ancora; è stato questo il caso specifico di Katelyn Osmond la quale, nel 2015, vince ancora una volta il Nebelhorn Trophy che è stato il suo primo trofeo importante della sua carriera, e nonostante la mancata qualificazione alla finale del Grand Prix, agli assoluti Canadesi del 2016 conclude terza.

Un 2016 che ha rappresentato la gittata delle basi vincenti che contano per la per la giovane canadese, che conquista il Finlandia Trophy, la medaglia d’argento a Skate Canada arrendendosi davanti a una inarrivabile Medvedeva, e un altro secondo posto stavolta alla Cup of China; il chiaro segnale di come un’atleta abbia intenzione di alzare il volume della radio con le proprie prestazioni culminate con l’aggiudicarsi nel 2017 la medaglia d’argento ai Mondiali di Helsinki, al secondo posto in entrambi i segmenti di gara.

Il resto è storia recente in quel della Corea e in quel di Milano dove, dopo una lunga rincorsa, è riuscita a raggiungere quei sogni che desiderava: in due mesi si è legata al collo due pesantissime medaglie d’oro in ottica olimpica e mondiale a sostegno di una serie di sacrifici notevoli per se stessa che le hanno permesso di raccogliere i frutti di tutto ciò che in questi anni aveva nonostante le difficoltà seminato con caparbietà e spirito combattivo.

Veloce, precisa, fluida, estremamente tecnica, col tempo ha migliorato le sue modalità di esecuzione raggiungendo livelli notevoli e avvicinandosi quanto più possibile alle posizioni di vertice. Va anche fatto un grosso plauso per il semplice fatto di aver approfittato di una delle poche sbavature nella storia russa nel pattinaggio di figura.

La Osmond è senza dubbio un’atleta sensazionale che ieri ha scritto una grossa pagina di storia e, se tanto da tanto, le sue velleità non sono di certo finite qua.

D’altronde funziona così, quando meno te lo aspetti in un quadro scontato, arriva sempre una farfalla diversa a colorare più luminosamente un contesto di per sé già meraviglioso.

 

Alina Zagitova: alla scoperta dalla nuova Regina del pattinaggio

A nemmeno 16 anni compiuti alle ultime Olimpiadi già è avvenuta la definitiva consacrazione

Zagitova

Che la Russia ci sappia in fatto di pattinaggio di figura, questa è storia abbastanza nota.

Tuttavia, al di là delle certezze, ci sono spesso dei casi altamente notevoli che  non smettono di stupire solo per il fatto di alzare sempre più l’asticella nonostante la giovane età.

Ci sono delle atlete che a 15 anni sembrano in gara addirittura da una vita evidenziando un talento che nemmeno una veterana: il caso più recente, indubbiamente, è quello di Alina Zagitova.

Alina Zagitova nasce ad Iževsk, non molto lontano dai monti Urali in quel della Russia precisamente nella circondario federale del Volga, il 18 maggio del 2002. Svariati mesi fa non avevamo finito di elogiare Evgenjia Medvedeva che è arrivata questa giovanissima atleta che ha fatto prepotentemente irruzione sul palcoscenico internazionale del pattinaggio di figura sfoderando tutta la sua forza e tutto il suo talento. Un autentico uragano che ha spazzato via tutta la concorrenza senza fare prigionieri, lanciando un serio monito agli avversari nell’immediato futuro.

Il suo stile, è semplicemente PERFETTO. Chi legge può pensare che il tutto possa essere strano in quanto fino “all’altro ieri” abbiamo elogiato quasi con gli stessi termini un’altra atleta, e ora magari si è cambiata opinione… No che non si è cambiata opinione, ma in tempi come questi sembra che le migliorie avvengano tutte in rapida successione una dopo l’altra, atleta dopo atleta, talento dopo talento, e chi viene dopo incredibilmente pone un livello ancora più elevato laddove avevamo pensato di aver raggiunto il massimo.

Un pò come nel rally degli anni 80, o nella F1 del nuovo millennio, dove si pensava di aver raggiunto il limite e poi attraverso studi e lavoro si scopriva incredibilmente la possibilità di varcare soglie ancora più distanti. Ed è questo che sta accadendo attualmente nel pattinaggio su figura.

Quando si vede all’opera Zagitova si ha la sensazione di aver di fronte una farfalla luminosa che vola elegantemente e sinuosamente volteggiando sull’aria per poi atterrare con grazia sui suoi petali che, nel nostro caso, sono le piste ghiacciate più prestigiose del mondo dove sta raccogliendo i giusti tributi ai suoi meriti e alla sua professionalità. La sua eleganza è fuori discussione, e il suo stile è talmente sublime che ha messo d’accordo tutti, addetti ai lavori ed avversari.

La domanda sorge spontanea: come fa un’atleta così giovane ad arrivare già subito così in alto? Di certo il pattinaggio su figura è uno sport molto precoce, questo si sa, ma spesso quando madre natura ti dà un talento incredibile, bruciare ancor di più le tappe risulta la cosa più semplice del mondo da porre in essere.

Alina ha esordito nel circuito internazionale nemmeno due anni fa, nell’agosto del 2016 in occasione della tappa francese del Grand Prix Junior in quel di Saint-Gervais-les-Bains classificandosi in prima posizione precedendo la Sakamoto realizzando il secondo miglior punteggio di sempre in questo contesto di gara con 194.37 punti. Una stagione andata in crescendo che le permise di portarsi a casa anche la medaglia d’argento ai campionati nazionali russi arrendendosi soltanto alla Medvedeva.

Il 2017 però fu l’anno che la mostrò al mondo in attesa dei XXIII Giochi Olimpici di PyeongChang terminati qualche settimana fa: il mondo cominciò a conoscerla definitivamente grazie alla vittoria alla prima partecipazione al Grand Prix senior arpionando l’oro nella finale con 223.30 punti. Un biglietto da visita decisamente pesante considerando che a dicembre alla seconda partecipazione ai campionati russi vince il titolo aggiungendo l’oro all’argento conquistato come detto l’anno precedente, e grazie a tutto ciò la Zagitova ha avuto il pass per la partecipazione agli Europei agevolmente portati a casa attraverso anche il miglior punteggio personale.

Se a 15 anni ti presenti alle tue prime Olimpiadi Invernali con nel CV inseriti freschi freschi il titolo europeo, quello del grand prix, e quello russo, allora non metti soltanto pressione alle tue avversarie, ma cominci a renderti conto che hai tutte le carte in regola per concretizzare qualcosa di straordinario; qualcosa che può andare al di là delle tue più rosee previsioni.

E così è stato, perché Zagitova non ha soltanto dato continuità ai suoi risultati, ma ha creduto fortemente nei suoi mezzi e nel suo talento tanto che a PyeongChang dopo aver vinto l’argento nella gara a squadra, si è consacrata la nuova campionessa olimpica nel pattinaggio di figura andando ad affiancare al sontuoso oro anche il record mondiale nel programma corto con 82.92 punti migliorando il’81.61 fatto registrare da Medvedeva (Medaglia d’argento) quello stesso giorno. Come ciliegina sulla torta si è presa anche la prima posizione nel programma libero.

Incredibile la concretezza e il feeling di quest’atleta con gli appuntamenti finali. Di certo lei e la Medvedeva, detentrice attualmente del record nel punteggio totale e nel programma libera, daranno vita nel prossimo futuro a un dualismo incredibile senza esclusioni di colpi sfortunatamente non a partire dai venturi Campionati del Mondo dal 21 al 25 marzo 2018 nella nostra Milano a causa del forfait della 18enne moscovita campionessa uscente a causa di un problema al piede destro. Un Mondiale che, salvo sconvolgimenti imponderabili ad oggi dell’ultim’ora, dovrebbe consegnare l’iride all’attuale campionessa olimpica la quale, nella sua già prestigiosa bacheca, avrebbe da conquistare soltanto il Torneo dei Quattro Continenti. La sensazione è che ci sarà tutto il tempo del mondo per arrivare anche ad esso.

In definitiva non possiamo far altro che inchinarci davanti all’ennesima perla presentataci dalla scuola russa consapevoli, che, di sicuro non sarà di certo l’ultima in quanto, già siamo atterrati in un’altra dimensione: Alexandra Trusova ,ancora nemmeno 14 anni compiuti ha già scritto una infinita pagina di storia nel pattinaggio di figura divenendo la prima pattinatrice ad aver realizzato correttamente un quadruplo toeloop atterrando su due salti quadrupli nel l programma libero dei Mondiali Juniores realizzati in Bulgaria, a Sofia chiudendo il programma lungo a 153.49 punti.

Se queste sono le premesse, allora possiamo metterci davvero comodi in modo tale da goderci una nuova egemonia da parte di questo paese che anno dopo anno non fa altro che sfornare nuovi talenti da esibire al mondo come delle gemme dell’infinito lucenti più che mai dinnanzi allo spettacolo del mondo.

L’angelo d’oriente che emozionò il mondo volando: Kim Yu-na

Quando fu varcata la soglia tra il pattinaggio e l’ode poetica più profonda

Kim

Quando ci si ritrova a disquisire su una delle figure più grandi dello sport di sempre in senso generale e non limitato alla personale disciplina, è una cosa incredibilmente complicata. E’ maledettamente difficile.

Ma non è difficile perché magari bisogna andare a scovare record e numeri per spiegare le sue gesta sul campo, quelli volendo si possono trovare in poco tempo e fare dei recap di cifre e quant’altro è anche cosa abbastanza semplice, bensì perché è dura trovare delle parole che vadano a coincidere con il sostantivo di immensità.

Perché Kim Yu-na è una delle cose più immense che lo sport potesse regalare allo sguardo del mondo che ha avuto, nel tempo, il privilegio di ammirarla.

Nata 27 primavere fa a Gyeonggi nella parte meridionale della Corea del Sud, questa straordinaria atleta asiatica cominciò a pattinare sul ghiaccio dall’età di sette anni facendo già capire agli addetti ai lavori che avevano dinnanzi ai loro occhi davvero un qualcosa si veramente oltre. Oltre ogni possibile immaginazione perché se oltre al talento che madre natura ti ha donato hai sin da quel momento una totale dedizione ai sogni che coltivi dentro di te, una cultura del lavoro maniacale, allora hai già messo in preventivo la possibilità di arrivare ai traguardi più alti a disposizione. E non è nemmeno esagerato già parlare di ipoteche sportive sin da quel momento.

Tecnica sublime, eleganza nelle movenze, Kim ha cominciato a forgiarsi  in Canada dove ha avuto modo di perfezionarsi cominciando a gettare le basi per porre in essere le meraviglia che poi l’hanno portata ad incantare le platee mondiali dove ebbe modo di conquistare la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Vancouver nel 2010 e quella d’argento a Sochi 2014,  due Campionati del Mondo nel 2009 e nel 2013, la vittoria nel torneo dei Quattro Continenti nel 2009, tre Grande Prix nelle stagioni agonistiche 2006–2007, 2007–2008, 2009–2010, oltre a nove Campionati Nazionali della Corea Del Sud cui si aggiungono i trionfi in categoria juniores, come il Mondiale e il Grand Prix portati a casa nel 2006.

Come per pochi altri atleti, dove un altro esempio può essere benissimo Yuzuru Hanyu, non serve essere dei massimi esperti di pattinaggio su ghiaccio per capire nel dettaglio quando qualcuno sia speciale; non serve sapere nello specifico passaggi, metri di valutazione, e via discorrendo perché semplicemente immediatamente all’occhio umano quando qualcuno è in grado di andare al di là dello sport per poi sconfinare nella poesia, nell’arte, nel capolavoro più assoluto; ecco Kim Yu-na è stata molto abile a fare tutto ciò in quanto tale lavoro gli è risultato abbastanza semplice in quanto ha eseguito il tutto sempre con estrema naturalezza.

Lei, nei fantastici anni che vanno dal suo esordio nel 2006 al suo ritiro nel 2014 è stata la Regina con la R maiuscola non soltanto per i risultati ottemperati nel corso della carriera, sarebbe oltraggioso ridurla a tutto ciò, ma per lo sconfinato amore che imprimeva in ogni singolo gesto atletico; non era un movimento meccanico o preciso, era semplicemente elegante e poetico, semplice e raffinato, unico e sensuale, esattamente come un quadro prezioso che vedi esposto in uno dei musei più prestigiosi del mondo. Non era per tutti, era principalmente per tutti coloro che rimangono incantati per coloro che vanno al di là del risultato semplicemente perché Kim Yu-na è stata un qualcosa in più.

Aveva un modo di pattinare talmente coinvolgente che spesso, al termine dei suoi programmi, ti portava a livelli emotivi davvero notevoli: la trottola d’angelo  rovesciata all’indietro con la gamba piegata, la rovesciata dove eseguire direttamente il doppio axel, la combinazione doppio axel-triplo toe-loop o la combinazione doppio axel-doppio toe-loop-doppio rittberger; questi sono solo i cavalli di battaglia di un “menu” talmente ricco che ti portava a comprendere l’essenza dello sport e la comprensione del livello più alto della poesia associata alle competizioni agonistiche.

https://www.youtube.com/watch?v=cvJo8g34-aQ

Non era davvero per tutti, era come entrare per la prima volta all’interno di un ristorante stellato e comprendere la differenza rispetto a tutti gli altri posti che fin lì avevi visitato. Kim Yu-na è stata oltre l’atleta, è stata un autentico viaggio in prima classe da godersi per tutto il tempo che è durato consapevole che non era una visione che ti sarebbe capitata facilmente nel corso della vita. E’ stata unica, oltre i record e la prestazioni; la sua manualità, la sua capacità di coprire ampi spazi della pista e allo stesso tempo imprimere grandi tecnicismi con una velocità che ti lasciava a bocca aperta per rapidità di esecuzioni e precisione ai limiti della comprensibilità.

https://www.youtube.com/watch?v=hgXKJvTVW9g

Siccome le Leggende sono capaci di emozionarci anche oltre la pista, l’ultimo regalo ce lo ha donato venerdì 9 del febbraio scorso alla cerimonia di inaugurazione dei XXIII Giochi Olimpici invernali di scena a PyeongChang nella sua Sud Corea, dove Kim Yu-na o meglio, “Queen Yu-na” come menzionato da Massimiliano Ambesi durante la cronaca della cerimonia andata in onda su Eurosport, che ha celebrato la fuoriclasse coreana del pattinaggio di figura come penso nessuno abbia mai realizzato, in quel contesto e nel corso della sua vita agonistica, ossia da meraviglia incantevole qual’è attraverso la firma e la voce più autorevole di tutte, è stata l’ultima protagonista della stessa: comparsa dal buio si è messa a danzare sotto il braciere olimpico disegnando in un piccolo spazio quella sontuosità cui ci ha abituati nel tempo precedendo il suo innesco della fiaccola per accendere il sacro fuoco di Olimpia.

Non poteva esserci inizio e tributo migliore da riferire. Semplicemente perfetto. Come lei.

Oggi Kim Yu-na è una Leggenda dentro e fuori il suo paese, una delle donne più ricche del mondo orientale grazie ad una serie a dir poco impressionante di sponsor cui fa capo; persona meravigliosa fuori ma anche dentro essendosi sempre messa in prima linea per una serie incredibile di iniziative benefiche anche come ambasciatrice dell’UNICEF a dimostrazione che il tanto bistrattato sport spesso e volentieri ci dà spazio per storie meravigliose che vanno al di là dell’ambito atletico.

Meraviglia è proprio il termine più adatto in merito a questo contesto. C’è un aforisma molto bello a cura di Fabrizio Caramagna, un noto scrittore torinese, che afferma  che:

ovunque, mescolate alle particelle d’aria che respiriamo, ci sono particelle di meraviglia e di impossibile, e solo la destrezza di un mago riesce a catturarle.

Come spesso avviene in questi casi, il tutto è di assoluta attualità in questo contesto, un contesto dove Kim Yu-na non soltanto ha creato meraviglia e impossibile, ma ha fatto comprendere al mondo intero che ha avuto il privilegio di ammirarla, che ad esse si può aggiungere anche un altro fattore che fa da collante ad entrambe e ci fa vedere il mondo sotto un’ottica migliore: la magia.

La magia di creare, di stupire, ma soprattutto di brillare e di volare come solo un angelo sa fare e dove Kim, in tutto questo, è stata la più bella e la più lucente.

Il Raffaello venuto dal Sol Levante: Yuzuru Hanyū

La magnificenza del pattinaggio su ghiaccio ad opera dell’interprete più grande

Hanyu

“Fare agevolmente ciò che riesce difficile agli altri, ecco il talento; fare ciò che riesce impossibile al talento, ecco il genio.”
                                                                                                                      (Henri-Frédéric Amiel)

Nel corso del tempo sono stati realizzati aforismi i quali, alle volte, sembrano davvero calzare a pennello all’interno di speciali storie all’interno del mondo dello sport.

Sono tante le storie che si susseguono raccontando le gesta di grandi campioni, sono però poche anzi rare quelle che riescono a coniugare le stesse con la poesia rasentando il confine che porta alla soglia dell’arte.

E’ il caso di questo piccolo giapponese di 1,70cm di altezza e di 56kg di 23 anni che attraverso il suo lavoro sta rendendo grande il suo sport, il pattinaggio artistico su ghiaccio, portandolo a dei livelli difficilmente pensabili sino a qualche tempo fa.

Per definire Hanyu le parole più adatte a mio avviso son state realizzate dal celebre giornalista di Eurosport, Massimiliano Ambesi, il quale ogni volta che ci sia la possibilità di commentarlo afferma che il giapponese non è altro che “l’onnipotenza tecnica coniugata all’eccellenza artistica”; nessuna citazione è stata più azzeccata di questa, semplicemente perché Yuzuru è un atleta unico nel suo genere; quando lo vidi in azione per la prima volta nella mai vita la prima impressione che mi diede fu di un ragazzo sbarcato sulla Terra proveniente da un’altra galassia proprio perché la dimensione che esso stesso applica all’interno della sua tecnica, è talmente devastante in fatto di bellezza che lascerebbe a bocca aperta una qualsiasi persona che si soffermi a vederlo anche improvvisamente: non pattina, o almeno non solo, perché crea arte.

Arte legata al mondo dello sport allo stato più puro che ti porta alla commozione ed a perenni pelle d’oca  in TUTTE le esibizioni che Hanyu pone in essere. Se non avete mai sentito parlare sino ad oggi di questo fenomeno, vi interesserà sapere che lui ha di recente realizzato un pazzesco back-to-back olimpico vincendo la medaglia d’oro a PyeongChang 2018 bissando quella conquistata quattro anni fa a Soci 2014, è due volte campione mondiale, nel 2014 e nel 2017 (Oltre che Juniores nel 2010), per quattro volte consecutive campione della finale del Grand Prix, dal 2013 al 2016, e quattro volte campione nazionale giapponese, dal 2012 al 2015.  

Oltre ad altri prestigiosi riconoscimenti, ha segnato dodici record del mondo di punteggio, e attualmente detenendo i record mondiali per programma corto, libero e punteggio finale, è stato il primo pattinatore ad oltrepassare la soglia dei 100 punti nel programma corto infrangendola per otto volte in carriera di cui l’ultima proprio agli ultimi giochi coreani. Tra l’altro, per completezza di informazioni, è anche il primo pattinatore nella storia ad aver mai atterrato un quadruplo loop in competizione e ad aver mai eseguito tre salti quadrupli nella seconda metà di un programma libero.

Ma i numeri da soli neanche lontanamente rendono l’idea del giapponese che ha fatto della sua passione un lavoro in grado di incantare tutti coloro che lo vengono a vedere; la dedizione, l’applicazione, la disciplina che ci mette oltre all’intensità sono praticamente uniche al mondo. Un ragazzo incredibile dentro la pista ma anche fuori, considerando che si è speso in prima persona per aiutare la popolazione di Sendai colpita dallo tsunami di qualche anno fa, distretto di cui lui fa parte e tragedia che ha vissuto anche in prima persona. Una persona semplice ma dentro colma di un profondo mare di emozioni che, con intensità, scarica fuori ogni volta nei suoi programmi. Tipica mentalità di un grande popolo come quello del paese da cui proviene, il Giappone. Terra di guerrieri e di combattenti, ma anche di eleganza e di immensità unica, di fattori incredibili che se accogli dentro di te non potranno che temprarti come un numero uno assoluto se già possiedi il dono del talento.

Al di là dell’eleganza ciò che impressiona maggiormente è la capacità di migliorarsi ancora e la volontà di riuscirci. Evgeni Plushenko, uno dei più grandi pattinatori della storia, lo ha incoronato qualche tempo fa come numero uno del momento analizzando lucidamente la disamina affermando che, uno come Hanyu, può spingersi ancora nettamente più lontano considerando l’eleganza e la disponibilità dei mezzi tecnici a sua disposizione.

Quando la natura ti dona tutte le capacità tecniche, e sei in grado non soltanto di svilupparle ma anche di collocarle in una dimensione ancora non nota (E l’esempio del quadruplo loop realizzato nel corso dell’Autumn Classic International, il 30 settembre del 2016 ne è un’ampissima dimostrazione), allora sei destinato non soltanto a dominare, non soltanto a diventare il numero di ogni tempo (Probabilmente già ha messo una grossa V ad entrambe le voci), ma anche di essere considerato uno dei migliori atleti di ogni epoca nello sport in generale; l‘esempio più classico di come dalla semplicità possa nascere la grandezza ai livelli più estremi.

Citando ancora il nostro Max Ambesi, fedelmente, è davvero il caso di dire ancora e ancora una volta:

“benvenuti sul pianeta Hanyu, abitanti uno: solo lui.”

https://www.youtube.com/results?search_query=Hanyu

PyeongChang Day 18: programmi e orario dell’ultima giornata di gare

Si chiudono questi meravigliosi giochi olimpici con le gare finali prima della cerimonia di chiusura

PyeongChang

Si chiude il sipario a PyeongChang che, domenica 25 vedrà terminare con la cerimonia di chiusura questi splendidi XXIII Giochi Invernali.

Attesissima finale per l’oro nell’hockey e soprattutto la gara distance regina tra le donne, 30km, in quel dello sci di fondo.

In tutto saranno assegnati quattro titoli con un totale di otto medaglie dal mettere al collo ai protagonisti:

Ecco gli appuntamenti in orario (Italiano) e i nostri azzurri protagonisti. La Rai coprirà il programma olimpico domani dall’01:45 alle 04:00 su Raidue, e dalle 07:40 alle 08:45 e dalle 12:55 alle 15:30 su Raisport. Il resto delle gare verranno trasmesse su Eurosport1, Eurosport 2, ed EurosportPlayer (Ricordiamo nuovamente che la visione di Eurosport sul piattaforma satellitare di Sky non prevede la programmazione olimpica). In grassetto sono contrassegnate le finali:

01:05     CURLING – Finale per l’oro (femminile): Corea del Sud – Svezia /// EurosportPlayer

01:30     PATTINAGGIO ARTISTICO – Galà di esibizione /// EurosportPlayer

01:30     BOB – Bob a 4, 3° e 4° discesa (Maschile) /// Eurosport1

(Simone Bertazzo, Simone Fontana, Francesco Costa, Lorenzo Bilotti)

05:10     HOCKEY – Finale per l’oro (maschile): OAR – Germania /// Eurosport2

07:15    SCI DI FONDO – 30km (Femminile) /// Eurosport1

(Lucia Scardoni, Elisa Brocard, Anna Comarella, Sara Pellegrini)

12.00     CERIMONIA DI CHIUSURA /// Eurosport1

A PyeongChang nel terzultimo giorno brillano le gemme della danza russa

Nel biathlon la staffetta maschile conclude con la vittoria di

Zagitova

La perfezione ti rende unica. Ed è stato questo il leit motiv nelle esibizioni finali nel Pattinaggio Artistico femminile programma libero di questa notte. La differenza l’han fatta sempre loro, le meravigliose ragazze della selezione russa.

A 15 anni la Alina Zagitova coglie un oro semplicemente stratosferico con un punteggio di 156,65 regalando alla Russia una doppietta fantastica piazzando al secondo posto anche la Medvedeva, altra atleta a dir poco straordinaria. Entrambe, sicuramente, hanno già posto le basi per creare una dinastia e una rivalità che segnerà questa disciplina nel breve periodo. Terzo posto per la canadese Osmond mentre la nostra Kostner arriva sino al quinto posto salutando la carriera olimpica con un risultato di tutto rispetto.

 

Il Canada compie letteralmente un trionfo nel Freestyle categoria Ski Cross nella notte italiana. In una gara dai pronostici totalmente ribaltati, doppietta per i nord-americani con Kelsey Serwa argento a Sochi che questa volta prende l’oro, e seconda piazza per Brittany Phelan che demoliscono le velleità di vittoria per la campionessa mondiale svedese Naeslund che perde anche il podio appannaggio dell’elvetica Fanny Smith. La nostra Pixner purtroppo esce fuori di scena ai quarti di finale per una caduta.

Ancora Olanda nello Speed Skating a PyeongChang2018: Kjeld Nuis dopo i 500m vince anche i 1000m e fa una splendida doppietta andando a prendersi un grande oro con una progressione stratosferica anticipando il norvegese Lorendsen che si prende l’argento dopo aver accarezzato l’idea di prendersi il metallo più pregiato sino all’ultima batteria. Bronzo per il coreano Kim.

Grandissima medaglia d’oro per la Svezia che nella staffetta maschile di Biathlon compie un’autentica impresa e va a prendersi un successo più che meritato. In una gara contrassegnata dagli errori, la medaglia d’argento va invece alla Norvegia che sbaglia proprio all’ultimo poligono ma che va a precede la Germania sul foglio che si accontenta del bronzo. Nettamente più attardate sia la Francia che Italia.

Infine nel caso doping in quel del Curling, è stata ufficializzata la squalifica del bronzo OAR nel doppio misto e medaglia che viene assegnata alla Norvegia.

PyeongChang Day 16: programmi e orario della giornata di domani

Quasi tutti i riflettori sul pattinaggio artistico femminile

PyeongChang

La sedicesima giornata di PyeonChang ci avvia verso il weekend che decreterà la chiusura, prevista per domenica, dei XXIII Giochi Olimpici invernali.

La giornata di venerdì prevede in particolare l’attesissima battaglia tra le russe Zagitova e Medvedeva nel pattinaggio artistico femminile, nonché la chiusura del sipario nel Biathlon con la staffetta maschile.

In tutto saranno assegnati quattro titoli con un totale di dodici medaglie dal mettere al collo ai protagonisti:

Ecco gli appuntamenti in orario (Italiano) e i nostri azzurri protagonisti. La Rai coprirà il programma olimpico domani dall’01:45 alle 07:55 su Raidue, e dalle 10:55 alle 13:40 su Raisport. Il resto delle gare verranno trasmesse su Eurosport1, Eurosport 2, ed EurosportPlayer (Ricordiamo nuovamente che la visione di Eurosport sul piattaforma satellitare di Sky non prevede la programmazione olimpica). In grassetto sono contrassegnate le finali:

02:00     FREESTYLE – Ski Cross, Qualifiche e finali (Femminile) /// Eurosport1

(Lucrezia Fantelli, Debora Pixner)

02:00     PATTINAGGIO ARTISTICO – Individuale programma libero (Femminile) /// Eurosport1

(Carolina Kostner)

07:35     CURLING – Finale per il bronzo (maschile) /// Eurosport1

08:40     HOCKEY – SF (Maschile): Repubblica Ceca – OAR /// Eurosport2

11:00     SPEED SKATING – 1000m (Maschile) /// Eurosport1

(Mirko Giacomo Nenzi)

12:05    CURLING – Semifinali (Femminile) /// EurosportPlayer

12:15    BIATHLON – Staffetta (Maschile) /// Eurosport1

(Lukas Hofer, Dominik Windisch, Thomas Bormolini, Giuseppe Montello)

13:10     HOCKEY – SF (Maschile): Canada – Germania /// Eurosport2

Il cielo è azzurro sopra PyeongChang: Sofia Goggia è oro in discesa

Meraviglioso trionfo della nostra bergamasca: riesce in un’impresa che ha già il sapore della Leggenda

Goggia

Difficile iniziare una giornata meglio di così: sentendo che Sofia Goggia ce l’ha fatta.

Ce l’ha fatta a battere tutto e tutti andandosi a prendere il titolo più importante della velocità sulla faccia della terra: quello Olimpico della discesa libera nello Sci Alpino.

Ha superato ogni ostacolo: è caduta e si è saputa rialzare, ha dribblato ogni critica rispondendo sulla pista con tutto il suo talento, ha lavorato sodo e ha seminato per giorni e giorni con la voglia di migliorarsi sempre e con l’intento di divenire la migliore: oggi quella semina ha portato i frutti più corposi che possano esistere attraverso una prestazione tenace, forte, e pulita come non mai che è stata premiata con il metallo più importante, ossia quello d’oro forgiato con il sacro fuoco di Olimpia.

Sofia Goggia ha dimostrato a tutto il mondo la sua grande resistenza e caparbietà, regalando al nostro paese una prestazione e una soddisfazione enorme, con le sue potenzialità che soprattutto in prospettiva possono portarla decisamente lontano in quanto a una eccellenza tecnica va a coniugare una determinazione probabilmente unica nel circuito: la sensazione è che paradossalmente questo sia un punto di partenza, deve essere così. Perché il meglio si sa, deve ancora venire.

Nessuna donna, in Italia, aveva vinto la discesa libera olimpica in quel del femminile: per vedere un italiano trionfare in questa specialità in questo contesto, bisogna andare indietro ad un lontano 1952 con il trionfo del grande Zeno Colò. Sofia, quindi, è già storia. Di quella solida ed indelebile.

La seconda piazza va a una grandissima Mowinckel per la Norvegia che suggella ancor di più una stagione a dir poco straordinaria che prende il secondo argento di fila dopo quello arpionato in gigante; bronzo ad una immensa Lindsey Vonn, la più forte di ogni epoca, che conquista la sua terza medaglia a cinque cerchi della sua vita e saluta questo format con un podio meraviglioso colmo di commozione e allo stesso tempo di grandezza.

Purtroppo, tutte fuori, il resto delle italiane.

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Detto di questa immensa soddisfazione, quanto al resto c’è da menzionare un grande Brady Leman che è diventato il nuovo Campione olimpico di Ski Cross nel Freestyle. Il canadese corona il sogno della sua vita e si prende una medaglia d’oro più che meritata. Argento per Marc Bischofberger, svizzero leader della Coppa del Mondo, che era il superfavorito della vigilia. A completare il podio è il russo Sergey Ridzik che prende la medaglia di bronzo.

Nel Pattinaggio Artistico c’è da registrare nella prima giornata del programma libero femminile il record mondiale ottenuto dalla russa Alina Zagitova che, con un’eccellenza artistica praticamente oggi al massimo livello, pone in essere una prestazione superlativa a soli 15 anni confermando di essere la numero attualmente del mondo ottenendo uno storico punteggio di 82.92. Seconda Medvedeva mentre Carolina Kostner paga una serie di imprecisioni e chiude sesta.

https://www.youtube.com/watch?v=c0G9Wuaxq2U

Nello Sci di Fondo è stata giornata di staffette che ha regalato purtroppo un’amarezza all’Italia dove c’era tanta attesa: intanto in quel delle donne Jessica Diggins nell’ultima frazione scrive la storia, e regala  agli USA  la prima medaglia olimpica statunitense nello Sci di Fondo nella staffetta femminile assieme alla compagna di team Randall. La differenza l’han fatta dei materiali che oggi, per la Diggins, erano praticamente dei missili. Secondo posto per la Svezia con Kalla – Nilsson, bronzo per una delusa Norvegia con Falla – Bjørgen ma che con quest’ultima va ad aggiornare il libro dei record con la medaglia numero 14 per la leggendaria campionessa del fondo. Nessuno come lei; la staffetta maschile  è affare della Norvegia che coglie un oro per dispersione con la coppia Klaebo – Sundby che dimostra di essere attualmente l’eccellenza nel mondo demolendo letteralmente la concorrenza soprattutto con il giovane fenomeno. Secondo posto per OAR, terzo per la Francia. Purtroppo niente da fare per Noeckler e Pellegrino che chiudono al quinto posto con applausi ed onore tenendo sino alla fine con una tenacia che sia d’esempio per tutti.

Nello Speed Skating si è svolto la finale dell’inseguimento a squadre, con la medaglia d’oro che è andata alla Norvegia che prende il largo nel medagliere con la squadra composta da Havard Bokko, Simen Spieler Nilsen e Sverre Lunde Pedersen i quali, con un tempo di 3’37″32, battono i sud-coreani che arpionano l’argento. Bronzo per l’Olanda che sia accontenta del terzo posto nonostante erano per ovvi i motivi i super favoriti della vigilia. Italia squalificata per un’invasione di corsia da parte di Bugari.

L’ultimo titolo della giornata è andato alla Germania che risponde nel medagliere all’egemonia norvegese piazzando una grandissima vittoria nel Bob a 2 femminile: la coppia teutonica formata da Lisa Buckwitz e Mariama Jamanka vince la gara per sette centesimi davanti alla coppia a stelle e strisce statunitense composta da Elana Meyers Taylor e Lauren Gibbis. La medaglia di bronzo finisce ai canadesi il cui bob è formato da Kaillie Humphries e Phylicia George che non hanno centrato una storica tripla dopo Vancouver 2010 e Sochi 2014.

PyeongChang Day 14: programmi e orario della giornata di domani

Grandissima attesa per la discesa libera femminile

PyeongChang

Giornata di fondamentale importanza quella di domani a PyeongChang valida per il quattordicesimo programma di gare dei Giochi Olimpici invernali; fari puntati tutti sulla discesa libera femminile con l’Italia che auspica una parte notevolmente importante con Goggia, Brignone, e le altre. Occhio però a Lindsey Vonn che vorrà chiudere la sua carriera olimpica con un acuto che avrebbe il sapore di leggenda.

Gare fondamentali anche nel doppio misto di fondo e di short-track; insomma una giornata tutta da gustare.

Ecco gli appuntamenti in orario (Italiano) e i nostri azzurri protagonisti. La Rai coprirà il programma olimpico domani dall’01:45 alle 07:10 su Raidue, e dalle 11:55 alle 15:00 su Raisport. Il resto delle gare verranno trasmesse su Eurosport1, Eurosport 2, ed EurosportPlayer (Ricordiamo nuovamente che la visione di Eurosport sul piattaforma satellitare di Sky non prevede la programmazione olimpica). In grassetto sono contrassegnate le finali:

01:05     CURLING – Round robin, undicesima giornata (Femminile) /// EurosportPlayer

01:30     SNOWBOARD – Big Air, qualificazioni (Maschile) /// Eurosport1

(Alberto Maffei)

02:00     PATTINAGGIO ARTISTICO – Individuale programma corto (Femminile) /// EurosportPlayer

(Carolina Kostner, Giada Russo)

03:00     SCI ALPINO – Discesa libera (Femminile) /// Eurosport1

(Federica Brignone, Sofia Goggia, Nadia Fanchini, Nicol Delago)

03:30     FREESTYLE – Ski Cross, qualificazioni (Maschile) /// EurosportPlayer

(Siegmar Klotz, Stefan Thanei)

04:10     HOCKEY – QF Rep. Ceca – USA (Maschile) /// Eurosport2

05:15     FREESTYLE – Ski Cross,  Qualifiche e finale (Maschile) /// Eurosport1

06:05     CURLING – Round robin, dodicesima giornata (Maschile) /// EurosportPlayer

08:40     HOCKEY – QF OAR – Norvegia (Maschile) ///Eurosport2

08:40     HOCKEY – Finale per il bronzo (Femminile): Finlandia – OAR /// EurosportPlayer

09:00     SCI DI FONDO – Team sprint T.L. (Femminile), Semifinali /// Eurosport1

(Elisa Brocard e Gaia Vuerich)

09:44     SCI DI FONDO – Team sprint T.L (Maschile), Semifinali /// Eurosport1

(Federico Pellegrino e Dietmar Noeckler)

11:00     SCI DI FONDO – Team Sprint T.L (Femminile), Finale /// Eurosport1

11:30     SCI DI FONDO – Team Sprint T.L (Maschile), Finale /// Eurosport1

12:00     SPEED SKATING – Staffetta, semifinali e Finali (Maschile)  /// EurosportPlayer

(Nicola Tumolero, Riccardo Bugari, Andrea Giovannini in gara per 5° posto)

12:00     SPEED SKATING – Staffetta, semifinali e Finali (Femminile) /// EurosportPlayer

12:05     CURLING – Round robin, dodicesima giornata (Femminile) /// EurosportPlayer

12:40     BOB – Bob a 2, terza e quarta manche (Femminile) /// Eurosport1

13:10     HOCKEY – QF Canada – Finlandia (Maschile) /// Eurosport2

13:10     HOCKEY – QF Svezia – Germania (Maschile) /// Eurosport2

 

Oggi a PyeongChang è grande Italia nelle staffette di Short-Track e nel Biathlon

Le gare a squadra sorridono ai nostri azzurri dopo alcuni giorni di digiuno regalando la settima e l’ottava medaglia della spedizione

Windisch

Giornata indimenticabile e positiva per l’Italia che in questo martedì nell’ultima settimana di gare a PyeongChang, si porta a casa due medaglie che permettono di aggiornare ad otto lo score azzurro il quale, adesso, è decisamente migliorato

Andando per gradi e partendo per ordine di soddisfazione cronologico, menzione immediata per una pazzesca gara di Short-Track che oggi metteva in “menu” la staffetta femminile; il team delle azzurre composto da Arianna Fontana, Lucia Peretti Martina Valcepina, e Cecilia Maffei prende un immenso argento al termine della competizione odierna che ha visto una classifica rivoluzionata dopo la decisione dei giudici che dà l’oro alla Corea del Sud, l’argento come detto all’Italia, e il bronzo all’Olanda squalificando le cinesi e le canadesi!!! Una soddisfazione immensa, questa la settima, per i Giochi Olimpici dell’Italia che trova nello Short-Track una fonte di sicura affidabilità e con Arianna Fontana che entra nella leggenda diventando l’atleta più medagliata di ogni epoca in questa disciplina dal punto di vista dei cinque cerchi!!!

Un paio di minuti dopo è venuta la volta del Biathlon dove qui oggi era prevista la staffetta mista; un’Italia grandissima e tenace con sugli sci e al poligono ovviamente, arpiona con Lisa Vittozzi, Dorothea Wierer, Lukas Hofer, e Dominik Windisch la medaglia di bronzo al termine di una volata proprio di quest’ultimo con Peiffer (Dopo la gara, contestazione della Germania perché a loro detta Windisch aveva tagliato la strada al loro atleta sul rettilineo finale, ricorso giudicato infondato e confermata la medaglia all’Italia); da sottolineare una prova soprattutto significativa delle ragazze con Vittozzi precisissima al poligono con un doppio zero e una grandissima prestazione di Wierer sugli sci in particolare dimostrando tutto il suo feeling oggi con i materiali.  La vittoria va alla Francia con un sontuoso Martin Fourcade, mentre l’argento alla Norvegia; menzione d’obbligo per l’atleta francese più forti di tutti i tempi: Martin Fourcade porta a 5, nella sua splendida carriera, le medaglie a cinque cerchi collezionate in tutti questi anni ed oggi siamo a 3 ori nelle edizioni correnti, e non si osa immaginare se non fosse stato impreciso nelle 2 gare in cui non ha vinto per un soffio dove sarebbe adesso… Un Gigante dello sport invernale e generale che sta scrivendo pagine indelebili per se stesso e per la Francia nel Biathlon.

E’ stata anche una grandissima giornata anche per le altre gare dove c’è spazio di citazione ancora una volta per l’Italia: nel Pattinaggio di Figura, in quel della danza, intanto c’è da celebrare i più grandi danzatori che la storia conosca, i canadesi Tessa Virtue e Scott Moire, prendono la seconda medaglia d’oro della loro carriera dopo Vancouver 2010 e l’argento di Sochi di quattro anni fa ed entrano nella storia dello sport totalizzando 206,07 punti stabilendo il nuovo record mondiale al termine di un programma al limite della perfezione. Nessuno come loro. Argento per i francesi Papadakis/Ciceron distaccati di un punto, e bronzo per i fratelli Shibutani atleti USA. Grande prestazione per i nostri colori italiani: sesti i nostri Cappellini/Lanotte e decimi Guignard/Fabbri; in questa edizione coreana per la  prima volta l’Italia piazza due coppie nella top ten. Dei numeri importanti da tenere conto nella maniera più assoluta.

E’ ancora Canada d’oro nella notte italiana: Cassie Sharpe invece ha vinto la medaglia d’oro nel programma di Freestyle categoria Halpipe; la fuoriclasse battente bandiera contenente la foglia d’acero al termine di una prova a dir poco impeccabile, coglie un meritato successo regalando l’ennesima soddisfazione al suo paese in questa disciplina. Argento per la francese Martinod al secondo posto di fila dopo quello di4 anni fa, bronzo alla statunitense Sigourney.

Il discorso medaglie odierne si chiude con la Combinata Nordica: da registrare un pressoché totale dominio della Germania per la gara sul trampolino lungo seguita dalla 10 Km sugli sci Johannes Rydzek approfitta dello spazio finale concesso da Eric Frenzel, medaglia di bronzo, e conquista il suo primo titolo olimpico della carriera. Conclude il podio tutto teutonico Fabian Rießle che chiude secondo arpionando la medaglia d’argento. Terza tripletta di queste olimpiadi dopo quella olandese nello speed skating e norvegese nello sci di fondo.