Alla scoperta di una fuoriclasse silenziosa e vincente
Arianna Fontana.
Alle volte nella vita, quando si parla di qualcosa, per identificare il tutto basta utilizzare semplicemente un nome ed un cognome; operando così quando ci sono tutti gli elementi del caso, non si fa altro che acquisire i crismi della leggenda e dell’essenza aggiunti (Nel nostro caso egoisticamente) all’orgoglio tricolore svolazzante nelle vette più alte degli strati dei trionfi e degli onori.
Trionfi ed onori che spesso sono griffati dalla penna autorevole di un’atleta incredibile che, al di là degli anni che trascorrono inesorabili lungo il circuito delle lancette di un orologio, trova ogni giorno la voglia dentro di sé di migliorarsi ancora e di vincere per se stessa e per il proprio paese all’interno di una disciplina, lo short-track, che l’ha contrassegnata come una delle più grandi atlete di sempre.
Raccontare chi sia Arianna Fontana per lo sport italiano e per quello in generale è cosa assai complicata solamente per il fatto che non si sa nemmeno da dove iniziare: nata 27 anni fa a Sondrio, in Valtellina, direi che per quanto le riguarda sarebbe alquanto banale iniziare con il suo palmares ottenuto nel corso di 12 anni di carriera ufficiale a partire dal suo esordio in Coppa del Mondo a sole 15 primavere.
Perché se hai la stoffa, se hai la caparbietà, se hai quella voglia di vincere che ti esplode dal profondo del tuo cuore in ogni momento della tua giornata non puoi che schizzare prima o poi nell’orbita dei Campionissimi, e così è stato.
Non poteva essere altrimenti, e i risultati di certo non si sono fatti attendere considerando che, in quest’arco di tempo, è riuscita a portare a casa 5 medaglie olimpiche (un argento e quattro bronzi), un titolo mondiale, un classifica generale di coppa del mondo, ed innumerevoli titoli europei, italiani, e militari conditi da record personali notevoli; ma al di là di questi numeri, ciò che risalta di più è la classe incredibile di questa atleta che incarna non soltanto dentro ma anche fuori dalle piste di short-track.
E’ l’esempio che spesso nello sport fa la differenza molto più dei risultati. L’esempio della cultura del lavoro incarnata nella propria professione e nel desiderio di andare avanti ancora e ancora senza fermarsi mai, senza porsi dei limiti, studiando chi sta avanzando nel circuito valutando i relativi punti di forza e cercando di prevalere.
Ecco chi è Arianna Fontana, non solo un’atleta strepitosa come detto ma anche un modello a cui ispirarsi oggi per migliaia di ragazzi che vogliono intraprendere una carriera sportiva. Nello short-track certamente ma non solo.
Perché se sei questo tipo di atleta, testarda in pregio e in difetto come lei stesso ha di recente affermato, non puoi far altro che andare lontano e andare a vivere quella quarta partecipazione ai Giochi Olimpici per tentare di coronare quell’ultimo sogno che manca a una già pazzesca bacheca.
Perché se sei questo tipo di atleta, non puoi che essere premiata come meriti, ossia portando, oltre che in pista, in alto in una veste diversa il nostro tricolore dopo averlo onorato per anni come merita sulle vette più importanti che lo sport possa immaginare, ossia sfilando davanti a 35 mila persone festanti come portabandiera nella Cerimonia di Inaugurazione ai XXIII Giochi Olimpici di PyeongChang.
Un giusto tributo e un riconoscimento meritatissimo nei confronti di questa atleta azzurra che davvero ha reso e continua a rendere grande il nostro paese con le sue gesta, portando anche in questo modo l’eccellenza della nostra nazione fuori dai nostri confini e nell’immenso splendore della vittoria e della nobile eccellenza.
Frank Lloyd Wright disse: “si realizzano sempre le cose in cui credi realmente, e il credere in una cosa la rende possibile.”
Tutto abbastanza coincidente con l’argomento in questione e la sua voglia di vincere: Arianna Fontana.
Giovanni Platania. Blogger sportivo, laureato in legge, appassionato di sport soprattutto invernali. Una frase su tutti, da inserire in questo “viaggio”:
“non leggete come fanno i bambini per divertirvi,o,come gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere.”
(Gustave Flaubert)