News clamorosa da Sölden: Lucas Braathen dice addio all’agonismo

Autore: Krzysztof Golik

La Coppa del Mondo di sci alpino 2023/24 non è ancora iniziata (Start domani col gigante femminile alle ore 10 con la prima manche e alle 13 per la seconda, meteo permettendo), che dal ritiro austriaco di Sölden viene fuori una notizia bomba che ha del clamoroso: il vincitore uscente della Coppa del Mondo di slalom va in conferenza stampa e annuncia il suo ritiro dall’attività agonistica apprendendo gli scarponi al chiodo a soli 23 anni.

Il movente è prettamente nato dallo scontro che sussiste da un pò di tempo tra alcuni atleti (non solo dello sci alpino ma anche nordico) norvegesi e la loro federazione per questioni di carattere commerciale, dove quest’ultima è legata ad un brand fisso mentre i primi preferirebbero rimanere liberi nell’esercitare le proprie linee di merchandising con marchi scelti in via personale.

Queste le sue parole: Per poter continuare a sciare con questo sistema, non devo solo mettere da parte i miei sogni. Devo mettere da parte anche la mia gioia. Non sono disposto a farlo… Detto questo, sono felice di annunciare che nel luogo in cui ho vinto la mia prima gara di Coppa del Mondo, mi ritirerò. Ho finito. Non mi arrendo per protesta. Non ho la pretesa di essere vendicativo. Vivo secondo il motto che dovrei fare sempre ciò che mi rende più felice. Penso che il sistema che abbiamo oggi sia contro la legge e non funziona più.

Lo sci alpino perde così uno dei suoi talenti più cristallini a causa di avvenimenti burocratici che, di fatto fanno, alla fine con tanto logoramento, scavare un solco insormontabile tra gli atleti e la loro passione privandoli di quest’ultima e annullando l’amore che si prova attraverso un risultato sportivo. Braathen sin qui aveva conquistato la summenzionata coppa di specialità tra i paletti stretti con un totale di 5 vittorie (La cui prima proprio a Sölden nel 2020) in Coppa del Mondo su 12 podi.

Di certo, oggi, è un giorno abbastanza triste dove molti avranno modo di riflettere. Si spera.

Anche perché, così, certamente non vince nessuno.