Mikaela Shiffrin inafferrabile a Maribor: dominio totale in slalom speciale

A 23 anni Mikaela Shiffrin sta scrivendo cose letteralmente fuori dal mondo in questa disciplina, riuscendo a vincere anche in slalom a Maribor dopo la vittoria di ieri in gigante sempre in terra slovena ma a pari merito con Vlhová oggi deludente in seconda manche, andando a stampare la vittoria numero 56 in carriera, la 38ma in questa specialità.

Grande podio per Anna Swenn-Larsson seconda al miglior risultato in carriera, piazzamento che si meritava dopo tanti sacrifici e tanta sfortuna per la svedese, ancora un terzo posto invece per Wendy Holdener che va a completare il podio risultando ancora una volta velocissima.

Migliore delle italiane Chiara Costazza che prende un ottimo ottavo posto, per tutto il resto dei risultati consultare come sempre il sito della Federazione: http://live.fis-ski.com/lv-al5078.htm#/short

Per gli uomini, invece, cancellata la prova di discesa a Garmisch-Partenkirchen a causa delle cattive condizioni meteo.

Sci Alpino: a Maribor nel gigante è un super pari merito tra Mikaela Shiffrin e Petra Vlhová

Anche nel gigante sloveno femminile di Maribor, il nome connesso al fattore di dominio è sempre quello corrispondente Mikaela Shiffrin che va a piazzare la vittoria numero 55 in carriera, la nona in gigante, la 12ma in stagione per un arricchimento di numeri che fa impressione soltanto a pensarli condividendo però questa volta il gradino più alto del podio con Petra Vlhová per il primo ex/aequo stagionale in vittoria di Coppa del Mondo con queste due atlete dimostrano di essere davvero estremamente competitive sul filo dei centesimi in questa specialità: per Vlhová si tratta dell’ottava vittoria in carriera e la quarta in stagione: completa il podio Mowinckel in seconda piazza.

Shiffrin che compie una seconda manche in sicurezza tranne una piccola sbavatura sulla parte finale del tracciato che gli fa perdere tutto il vantaggio salvando il trionfo soltanto sulla linea del traguardo costringendola, però, a condividere questa volta gli allori con la slovacca.

Per le italiane abbiamo rivisto, seppur con un solo allenamento sulle gambe, una ottima Sofia Goggia che si piazza in 19ma posizione riprendendo confidenza con una disciplina che non provava da tanto tempo realizzano una sontuosa prima parte di gara nella seconda manche, mentre la migliore delle italiane è risultata Marta Bassino che ha chiuso in settima posizione (Quinta nella prima), mentre 27ma Francesca Marsaglia.

Appuntamento con lo sci alpino è per domani con lo slalom speciale femminile sempre a Maribor alle ore 10 per la prima manche e alle 13 per la seconda esattamente come oggi, mentre gli uomini saranno impegnati a Garmisch-Partenkirchen con la discesa libera in queste che sono le ultime gare prima dei Mondiali svedesi.

Sci Alpino: a Schladming il ritorno del Re Marcel Hirscher

Hirscher

Se vai a pungolare nell’orgoglio i Campioni, i Fuoriclasse con le vocali e consonanti rigorosamente maiuscole che iniziano il sostantivo per questioni di perenne grandezza verso chi definiscono, questi ritornano sempre sul loro luogo di lavoro sfoderando una prestazione a dir poco innata.

Anticipato per ben due volte sia a Wengen che a Kitzbühel da Clement Noel, oggi vittima di un’inforcata a poche porte dall’avvio, Marcel Hirscher in quel dello slalom nella classica di Schladming edizione notturna in terra austriaca nel mitico Planai, la terra sacra dello slalom speciale, non si fa attendere e sin dalla prima manche mette subito in chiaro le cose andando a suggellare nella seconda poi la vittoria numero 68 in carriera, la 32ma in speciale.

Un grande ritorno quindi del Salisburghese che va sul gradino più alto di podio davanti al pubblico di casa per la decima volta in stagione, in una pista estremamente ghiacciata e scivolosa con un fondo durissimo in uno dei ripidi più impegnativi di tutto il circuito di Coppa del Mondo; un tracciato complicato interpretabile alla perfezione soltanto dai grande Campioni, e King Marcel compie l’ennesima perla della sua carriera e va a suggellarla con una prova di forza notevole davanti ad un magnificente Alexis Pinturault sempre più in forma anticipandolo di ben 1 secondo , mentre il terzo posto lo conquista l’elvetico Yule a +1.60 dalla vetta ; chiudono i primi cinque Zenhausern in rimonta di ben 13 posizioni, e poi Schwarz.

Per gli italiani gara senza acuti con i soli Moelgg e Vinatzer che accedono alla fase finale conquistando rispettivamente la 12ma e la 16ma posizione

L’appuntamento con lo sci alpino è per venerdì con lo slalom gigante femminile a Maribor con la prima manche alle ore 10 e la seconda alle 13 sempre in diretta su RaiSport ed Eurosport.

L’essenza di un fuoriclasse abbinata alla semplicità: Aksel Lund Svindal

Aksel Lund Svindal, FIS Alpine Ski World Cup, Hinterstoder 2011 – https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/ Author: Christian Jansky

Ci sono degli atleti che, per identificarli, non serve chissà quale preambolo semplicemente perché attraverso quella che é la loro essenza e la loro specialità nel corso della loro carriera, sono sempre andati direttamente al punto senza fare tanti giri di parole, senza tergiversare, e ponendosi concreti obiettivi nella stragrande maggioranza dei loro casi hanno posto in essere concreti trionfi.

Quello che ha sempre conquistato di Aksel Lund Svindal, atleta senza tempo in grado di mettere d’accordo tutti sotto la grande bandiera della vittoria, sono stati principalmente tre fattori cardine sulla quale ha basato l’intera sua carriera all’interno dello sci alpino nell’arco della velocità:

la sua centralitá: quel suo essere così in mezzo, così preciso nell’esecuzione del suo gesto atletico lo ha reso una delle rarità più grandi dello sport alpino contemporanep, attraverso quella posizione che ti dava già dall’inizio la sensazione di poter dominare qualsiasi gara anche solo guardando quell’intensità talmente profonda del suo sguardo che nemmeno i colori di una maschera da sci riusciva a celare, dritta e mirata sempre al trionfo;

la sua caparbietà: se bisogna parlare di un atleta caparbio, questo è senza ombra di dubbio Axel Svindal, perché nonostante tutti i suoi infortuni purtroppo collezionati nell’arco della sua carriera e tali da portargli via anche le cartilagini, non si è mai arreso ed ha continuato a gareggiare per amore del suo sport cercando sempre di vincere al di là di tutta la sfortuna e al di là di tutti gli incidenti di percorso con una serie di operazioni anno dopo anno; osservare una simile dedizione anche nell’ambito di uno sport che si rappresenta praticandolo, é una cosa abbastanza rara mantenendo sempre quello che é l’aspetto positivo di ogni vicenda e cercare di dare il meglio da ogni esperienza;

la sua positività: e qui ci si ricollega a quella che è l’ultima argomentazione poc’anzi definita il secondo punto: nella stragrande maggioranza dei casi, Svindal lo abbiamo visto sempre con il sorriso sulle labbra: quando subisci una serie di operazioni talmente numerose da perdere il conto e riesci sempre a mantenere quel senso positivo della vita da atleta e non, allora non puoi che essere definita una persona speciale. Aksel é davvero così, amato da tutti colleghi e non, dimostrando ogni giorno sempre di più di essere un punto di riferimento dell’approccio ad una determinata disciplina con l’educazione e la semplicità che possono portarti a diventare grande sino a farti raggiungere la vetta dove dimora la sala dei Re e dove puoi sederti all’interno di essa come uno dei migliori atleti di ogni tempo.

Svindal ha lasciato l’attività agonistica al termine dei Campionati del Mondo di Are concludendo la sua storia d’amore con lo sci da Campione quale è stato, ossia portandosi a casa la medaglia d’argento nella discesa libera, ultima gara della sua carriera, dimostrando ancora una volta l’immensità di questo ragazzo che ha ricevuto tanto dalla neve ma che alla stessa ha dato una dimensioni totalmente nuova.

Dire che ancora ci manca, è davvero un eufemismo.


Sci alpino: Sofia Goggia ancora incantevole a Garmisch: altro secondo posto alle spalle di Venier

Goggia

“Per quanto tempo è per sempre?
A volte, solo un secondo.”

A volte forse anche meno, bastano infatti nello sci una manciata di decimi , ma la magia rimane intatta, perché la concezione pura dell’eternità è racchiusa, in questo caso sportivamente parlando, nelle pieghe e nella velocità coadiuvate dalla tecnica di una straordinaria atleta che di nome e cognome fa Sofia Goggia.

Un’altra prestazione sublime da parte della nostra azzurra consente alla stessa di prendere il secondo podio di fila alla seconda gara stagionale in quel di Garmisch-Partenkirchen oggi in discesa libera dopo lo splendido podio di ieri in super-g: anche oggi deve arrendersi ad una austriaca, Stephanie Venier, solida e brillante, che precede la bergamasca di 25 centesimi; completa il podio la padrona di casa Kira Weidle con un gap di 54 centesimi dalla vetta. Mentre deludono le favorite nella velocità, per il resto quarta Suter e quinta Stuhec ma un grandissimo applauso a Nadia Fanchini che chiude sesta trovando un ottimo feeling con la Kandahar a quasi un secondo di distacco da Venier; 17ma Elena Curtoni, out purtroppo Delago e Brignone. Per gli altri risultati ecco il link della federazione con la graduatoria finale: http://live.fis-ski.com/lv-al5041.htm#/short

Ci hai fatto sussultare e mozzare il respiro in quel salto, per un attimo probabilmente anche il tempo si è congelato per la paura per poi, riprendere a girare come un battito cardiaco lungo il corso delle emozioni centimetro dopo centimetro, sciata dopo sciata, che ha aperto la breccia per arrivare nella piazza della gloria e degli onori prendendo un altro podio che meriti.

Sofia anche oggi ha dimostrato di esserci, che già è il tempo di raccogliere i primi frutti del duro, durissimo lavoro effettuato e che si può dire la proprio assieme al resto della pattuglia azzurra in ottica dei campionati del mondo, con estrema calma e con le giuste consapevolezze.

Il futuro, è già adesso.

Nello slalom di Kitzbühel trionfo ancora una volta di Clement Noel davanti a Marcel Hirscher

Quando vinci due gare di fila nello slalom nell’epoca del più forte sciatore di ogni tempo finendogli davanti, Marcel Hirscher oggi secondo in rimonta dalla nona posizione della prima manche, si può dire che sei un gran bell’atleta che sta trovando una certa continuità; quando però, oltre a fare questo, compi questi risultati prima a Wengen e poi a Kitzbühel, allora si può cominciare a parlare di essere davanti a un nuovo fenomeno dello sci alpino.

Clement Noel comincia a raccogliere i frutti della sua semina, e realizza tale attività in maniera più che pesante cominciando a far capire al mondo che il futuro porterà quasi certamente molte volte il suo nome grazie alla sua sciata elegante e soprattutto efficace: il transalpino vince il suo secondo slalom di fila in Coppa del Mondo 2018/19 davanti al fenomeno austriaco e a un ritrovato Pinturault nuovamente sul podio.

Una prestazione precisa e sontuosa che dà seguito alla prima manche dove aveva chiuso secondo alle spalle di Zenhausern (Poi, quest’ultimo, finito sesto) che sa molto di consacrazione e che dovrà spingere sicuramente Hirscher a realizzare delle super prestazioni già a partire dalla prima manche anche perché, queste nuove leve, stan cominciando a venir su davvero piuttosto bene anche in prospettiva.

Migliore dei nostri italiani il nostro Giuliano Razzoli che finisce 14mo guadagnando due posizioni rispetto alla prima frazione, 23mo Tonetti, mentre 27mo in ultima posizione Maurberger.

Sci Alpino: a Garmisch Nicole Schmidhofer c’è, ma brilla la stella di Sofia Goggia

Goggia

Per iniziare questo racconto di cronaca di gara in quel di Garmisch-Partenkirchen, dove, alla fine alle ore 11:30 italiane, si è svolta finalmente la prova di super-g femminile di Coppa del Mondo di sci alpino dopo vari rinvii causa meteo ballerino, è necessario utilizzare una bel pezzo di Eros Ramazzotti di 19 primavere orsono:

“Quando la festa comincerà, tu sarai regina… Tutta la gente si fermerà… A guardarti stupita…”

L’emozione di ritornare in pista, il coraggio di lanciarsi mollando tutti gli sci in velocità, la voglia di mettere subito tutti i fattori in chiaro… Son cose tali da mozzare il fiato a tutti coloro che oggi hanno osservato con trepidazione Sofia Goggia nel suo ritorno alle gare: oggi a salire sul gradino più alto del podio è Nicole Schmidhofer, ma a 23 centesimi di distacco c’è proprio questa Regina la quale, dopo aver posto in essere una prestazione sublime degna della sua grandezza mostrando al mondo intero, omaggiandolo tramite le sue qualità, al primo start in stagione piazza il primo podio concludendo seconda lasciandoci sognare e consolidandoci tutte le certezze in fatto di meraviglia e di specialità di questa ragazza unica, forte, e desiderosa di riprendere da dove aveva lasciato.

Non ci sono parole per descrivere le qualità di Sofia; c’è solo tanto orgoglio nell’avere una atleta di questo tipo capace subito di imprimere alla competizione il suo ritmo, ed una infinita gioia mista a commozione nel rivedere quello sguardo colmo di rabbia e di voglia tipico soltanto di quegli atleti capaci di ritrovarsi immediatamente lasciandosi alle spalle tanta sfortuna utilizzata poi come arma per aggredire gli obiettivi che si vuole tramutare da sogni in solidissime realtà; per l’atleta bergamasca si tratta del 23mo podio in quel della Coppa del Mondo.

Al terzo posto si piazza una ritrovata Lara Gut-Behrami a 0.45” dalla vetta occupata dalla forte austriaca, quarta l’altra nostra Federica Brignone che sfiora il podio trovando un ottimo feeling con la pista tedesca a 55 centesimi sfoderando una splendida prestazione in ambito veloce, mentre chiude i primi 5 la francese Miradoli a 75; ottima prova in generale per le altre italiane con Marta Bassino splendida nona, Francesca Marsaglia che chiude decima, e Nadia Fanchini undicesima; per il resto degli altri risultati ecco la classifica dal sito della FIS: http://live.fis-ski.com/lv-al5042.htm#/short

L’appuntamento con lo sci alpino femminile è previsto per domani con la discesa ovviamente sempre a Garmisch per la seconda prova veloce di fila in questo weekend straordinario di gare.

P.S. ultimo pezzo di strofa sempre di quella canzone:

“Quando la festa poi finirá, torneremo a terra, tutta la gente si ricorderà, d’aver visto una stella…”

Non c’è altro da dire in merito a questa strofa, alle volte basta chiudere gli occhi e pensare che quella stella, sì, finalmente è ritornata dove merita di stare, ossia in cima a quella vetta dove scorre il lungo viale delle emozioni e degli onori che lei ha reso ancora più lucente con il suo semplice esistere. Sofia è tornata, il resto dello sci alpino è avvisato.

Bentornata Sofi, il meglio deve ancora venire.

Sci Alpino: Dominik Paris è nella storia dello sci con il terzo sigillo in discesa sulla Streif

Della Streif di Kitzbuhël e del suo aspetto mitologico che al sol sentir nominare fa venire la pelle d’oca per la storia che è stata scritta e per le sensazioni che trasmette ne abbiamo parlato ieri, oggi invece menzioniamo le celebrazioni che consentono di arricchire la storia di questo grande tassello del mosaico dell’immenso mondo dello sport e che, per la quinta volta nell’albo d’oro della discesa libera, colorano d’azzurro il bianco cielo austriaco.

Il re, per questo 2019, della discesa libera maschile più famosa e suggestiva al mondo è ancora Dominik Paris che dopo il 2013 e il 2016 pone in essere una gara assolutamente fuori dal mondo riuscendo a battere di 20 centesimi un Beat Feuz che sembrava irraggiungibile dopo un tratto di scorrevolezza che è stato pura poesia per l’elvetico, interpretando al meglio il tracciato più difficile sulla faccia della terra; Paris così facendo entra nella storia dello sci con quattro affermazioni a Kitzbuhël con 3 appunto come detto in discesa cui bisogna aggiungere anche l’affermazione in super-g datata 23 gennaio 2015, un fuoriclasse incredibile che ancora una volta dimostra non soltanto il suo talento ma il suo stato di forma pazzesco dimostrando di essere uno dei migliori atleti presenti sulla faccia della terra in tratto veloce e di avere la certezza di stare all’interno di una dimensione che denota diverse categorie di differenza sopra molti avversari.

Scorrevolezza, attenzione nelle curve interpretandole maestosamente, e una concentrazione massima sono soltanto tre degli innumerevoli fattori e qualità che han permesso al nostro atleta di fare la differenza e di essere sommerso dagli onori della cronaca sportiva odierna scrivendo un’altra importante pagina di sport per l’Italia. Terzo posto per l’austriaco Streidinger che col pettorale numero 27 beffa Christof Innerhofer che chiude quarto staccato di 93 centesimi dalla vetta dove sventola fiero il nostro tricolore, e completa il podio chiudendo al terzo posto a 37 centesimi di distacco. Chiude i primi 5 l’austriaco Dunklemeier.

L’appuntamento con lo sci alpino, tempo permettendo, in Coppa del Mondo è previsto per domani con alle 09:30 la prima manche di slalom speciale a Kitzbuhël (Con la seconda alle 12:30), e alle 10:00 la discesa libera femminile a Garmisch-Partenkirchen

Nel tempio della velocità e della gloria respirando l’aria della storia: semplicemente Streif

“È difficile camminare sulle orme degli eroi, la loro falcata è troppo ampia.”

Prendendo in prestito un punto di vista molto caro a Turhan Raisev, letterato molto importante in terra bulgara, si può iniziare a definire un primo contorno ad ampio raggio per introdurre l’argomento di discussione inerente a quella che è semplicemente la pista più suggestiva di tutto lo sci alpino.

La località è Kitzbühel, un comune delizioso e incantevole con più di ottomila anime nel suo interno situato nel Tirolo in terra austriaca che dal lontano 1931 ospita annualmente il trofeo dell’Hahnenkamm, nome preso dalla montagna Hahnenkammrennen dove sulle piste Streif per l’ambito veloce, e Ganslern per l’ambito tecnico, vengono svolte le gare di Coppa del Mondo.

Oggi andremo alla scoperta della prima: quando senti nominare la Streif, capisci immediatamente che per quanto concerne lo sci alpino, lo sport invernale, e lo sport in senso generale (Come una sorta di insiemi dove gli uni contengono gli altri e si completano reciprocamente come una incantevole unità di intenti fra il cielo e il mare), questo nome è assoluto sinonimo diretto di storia, di imprese memorabili ed indelebili, e di coraggio.

Ci sono dei posti, all’interno del mondo dello sport, dove alcune cornici rappresentano l’esatta perfezione entro il quale poi si dipingerà un’opera che a prescindere sarà straordinaria: basti pensare a Montecarlo per la F1, all’Alpe d’Huéz per il ciclismo, a Wimbledon per il tennis, e proprio alla Streif per lo sci dove, quando vinci, hai quasi le stesse sensazioni degli allori forgiati dal sacro fuoco di Olimpia: pensate al cancelletto di partenza, dove gli atleti respirano non soltanto la tensione ma anche il peso della storia e del prestigio di questa pista praticamente unica al mondo: ci si lancia e si affronta subito la Mausefalle con il primo salto, poi è il turno della Steilhang, una doppia curva in contropendenza che anticipa il tratto centrale della pista, con il passo strettissimo del Brückenschuss cui segue la Steilhang dove l’atleta cerca la velocità massima e dove, probabilmente, si deciderà la prestazione; fase di ripido con l’Hausbergkante, che immette sul rettilineo finale dello Zielschuss.

Per i grandi campioni forgiati dagli onori di questo autentico tempio dello sport, l’albo d’oro dice che il primatista assoluto in discesa libera con cinque trionfi più una in super-g è l’elvetico Didier Cuche, mentre il percorso inverso è stato posto in essere dal grande Hermann Maier, con cinque vittorie in super-g e una in discesa; ad ogni modo entrambi sono nella storia di Kitzbuhël in ambito veloce con uno score totale di sei. Mentre in discesa si corre, come detto, dal 1931, in super-g la storia è molto più recente visto che si è partiti dal 1995. Le gare sono esclusivamente maschili anche se dal 31 al 61 anche le donne hanno avuto la possibilità di gareggiare con Traudl Hecker, 10 volte campionessa austriaca, ha ottenuto due affermazioni (Record) nelle ultime 2 edizioni disputate.

Anche l’Italia, e soprattutto nella storia recente, ha un grande lustro in questa pista: in discesa fu il grande Kristian Ghedina, il 24 gennaio del 1998, a bagnare l’appuntamento azzurro con la vittoria; nel 2013 e nel 2017 invece Dominik Paris fu l’eroe della Streif entrando nella storia come l’unico azzurro a vincere ben 2 volte la discesa qui in Coppa del Mondo; Peter Fill invece è stato l’unico italiano a vincere in entrambi i segmenti di gara alzando il trofeo nel 2015 in super-g (Primo italiano) e nel 2016 in discesa.

La tavola l’abbiamo apparecchiata, e adesso non ci resta altro che sederci e goderci lo spettacolo offerto da questi autentici eroi alpini capaci di lanciarsi da 1.665 metri di altitudine anche a 145 km/h; l’appuntamento con la velocità a Kitzbuhël è previsto per domani alle 11:30 con il super-g, e sabato alla stessa ora con la discesa; ricordiamo altresì che le ragazze saranno impegnate a Garmisch-Partenkirchen sabato alle 10 con la discesa, e domenica alle 11.30 con il super-g.

Una nuova alba sulle nevi, piccola grande Sofia

Dobbiamo essere grati alle persone che ci rendono felici, sono gli affascinanti giardinieri che rendono la nostra anima un fiore.

Marcel Proust, in un aforisma pazzesco, ha identificato una serie di sfaccettature fondamentali della vita un poco più di quattro righe: ha menzionato la felicità, il fascino, la bellezza, e anche la luce che ci circonda rendendo tutto più magico quando tutti questi fattori vanno a coniugarsi per comporre alla fine la sintesi più definita del sentirsi vivi.

Senza filosofeggiare più di tanto in dubbio che questa serie di emozioni possa scaturire anche nella vita di un atleta quando riesce a trasferire in professione quello che é il proprio amore: di quello di Sofia Goggia nei confronti dello sci ne abbiamo parlato in tutti gli aspetti fondamentali, e conoscendo quanto sia viscerale è difficile anche solo provare ad immaginare quanto siano stati questi mesi duri lontani da quel bianco magico e dalle competizioni; spesso quando le cose belle finiscono, ci intristiamo pensando che queste volano via facilmente rapidamente rubandoci anche gran parte del tempo, ma alla fine anche gli aspetti brutti terminano e ci insegnano sempre che una nuova alba sorge sempre, ed è possibile osservarla anche meglio di prima perché la vediamo con gli occhi più forti, più resistenti, forgiati dalla sofferenza e dai problemi, che alla fine fortificano. E’ il principio non solo del tempo che scorre inesorabilmente ma anche della vita.

In questi giorni la nostra atleta é in località Passo San Pellegrino per proseguire con gli allenamenti per poi spostarsi a Garmisch-Partenkirchen dove nel weekend riprenderá la Coppa del Mondo e dove la bella bergamasca parteciperá alla discesa di prova per testare il tutto. Ecco quindi il suo ritorno in pista dopo tanto tempo e dopo una sfortuna incredibile; ci vorrá del tempo naturalmente per riprendere la condizione e la confidenza con gli sci, ma questo é il primo mattoncino e la bella Sofia, dopo tanto tempo, si sta apprestando a metterlo; con calma e pazienza, con dedizione e serietà, la voglia di non fermarsi mai ha fatto anche questa volta la differenza e ha prevaricato sulla sfortuna.

Qui c’é un posto dove in estate, al mattino, si può ammirare la tranquillità del mare proprio sorgere del sole carpendo una calma difficilmente riscontrabile altrove e dove chi vi scrive si rifugia spesso e volentieri, una specie di calma apparente, come una sorta di preludio un qualcosa direttamente più determinante che sfocia nell’esplosione di una energia unica data dell’incrocio della nostra stella con le acque; con Sofia trovo delle analogie: basti pensare a quell’attimo prima che si apra il cancelletto di partenza, a tutta quella calma e a quel silenzio, provate anche solo per un istante a chiudere gli occhi contando sino a 3 e tentate di simulare quel momento, a fare quel carico di emozioni… E poi? E poi via. Giú con la fame, la rabbia nella discesa, e quelle linee a tratti poetiche ed eleganti e a tratti forti ed energiche, che denotano l’essenza di questa ragazza volta ad inseguire neve dopo neve un nuovo sogno per cui valga la pena esistere.

Tornando a Marcel Proust, Si parlava di felicità nel primo capoverso, e vedere quella che è stata la ragione scatenante di questo piccolo angolo di scrittura di mettere ai piedi con gli sci virgola e l’aspetto di gioia e dell’essere felice più ampio che si possa immaginare.

Si riparte quindi da Garmisch, verso una nuova alba da vedere ma sempre dallo stesso punto di ammirazione, quello situato al tuo fianco pronti a sostenerti che sia primo o ultimo posto, perché la gioia nel rivederti con quegli sci anche in un semplice allenamento o test, semplicemente, non si puó quantificare figuriamoci classificare.

Come diceva Ligabue qualche anno fa: “ora che ci sei, come io vorrei”, con quegli sci ai piedi e quel sorriso bello come quel mare su menzionato nel mese di agosto.

Bentornata Sofi, in bocca al lupo.