Looking for Mikaela

Author: Rolandinho1

All’alba della stagione che verrà, è normale porre in essere una normale riflessione in merito all’autentico Prodigio con la P maiuscola che ha caratterizzato, che caratterizza, e che sicuramente caratterizzerà il circo bianco al femminile dello sci alpino, vale a dire Sua Maestà Mikaela Shiffrin.

Mikaela ha avuto il merito attraverso non soltanto il talento che le ha donato madre natura agganciando il suo paio di sci scrivendo giorno dopo giorno, anno dopo anno immense pagine di storia, ma bensì anche grazie ad una dedizione fuori dal comune nel mondo non soltanto della sua disciplina ma anche dello sport in generale, costituendo un’autentica era sportiva rappresentante il fiore all’occhiello dello sport mondiale.

Arrivati alla stagione agonistica numero 14 nel massimo circuito intercontinentale e, considerando tutto il bagaglio di soddisfazioni e di vittorie ottenute nel corso di questo lucente e magnificente arco di tempo per lei, la domanda sorge spontanea: come può anche un’atleta di questo calibro, rappresentante il Gotha sportivo, trovare ulteriori motivazioni per un’altra annata? La risposta è più semplice di quanto si pensi.

Per una atleta o un atleta in normali standard, arrivati a un certo punto diventa anche fisiologico attestarsi su quei livelli e magari abbassare il livello della pressione e dell’attenzione, quando però si va a descrivere un qualcosa fuori dal comune la storia cambia eccome: Mikaela Shiffrin, appartenente a questo “particolare” novero di persone, ha il suo fiero alleato nel salone dei numeri, una particolare sala nunziale dove si sposano perfettamente la sua voglia sempre più di farsi trovare pronta davanti al mondo per cercare di stupirlo ancora di più da un lato, e l’amore in quel che riesce a fare. E non importa se tutti o quasi i record sono stati raggiunti, la voglia e la capacità mescolate con il lavoro minuzioso con il suo staff.

Non vi è numero che possa appagare la sete di vittoria e la fame di trofei di questo talento, uno dei più importanti nella storia dello sport, perché la capacità di andare sempre oltre o la possiedi nel DNA da sempre o non la possiedi, e lei non soltanto la ha ma l’ha sempre relegata nella parte più speciale del suo cuore facendole sprigionare il profondo mare di emozioni che si nota dal suo sguardo, dolce e determinato da vera guerriera, donando al mondo uno degli spettacoli agonistici più belli di sempre.

Ayrton Senna disse una volta di voler vincere sempre , e che l’opinione secondo cui la cosa più importante è competere è un’assurdità; trovandoci perfettamente d’accordo con il più grande pilota che questo mondo abbia mai ammirato, non possiamo che inserire quest’aforisma di “Magic” su questo umile trattato su una ragazza normale che ha inseguito il sogno e, realizzandolo, continua e continuerà a stupire questo corpo celeste facendo ancora e ancora questa attività: appunto, vincere. Incantandoci.

Il pettorale rosso e il suo numero, l’1, dirà sempre chi è lei al di là di ogni tempo, spazio, numero, e record: Mikaela Shiffrin.

Gli Oscar della Coppa del Mondo: Mikaela Shiffrin e il suo dominio incontrastato verso la storia e oltre la leggenda

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Con la vittoria di oggi a Soldeu nella prova di slalom speciale, Mikaela Shiffrin fa calare il sipario sulla stagione agonistica femminile di Coppa del Mondo, una stagione che l’ha vista non soltanto giganteggiare in lungo e in largo nel segno della vittoria e che l’ha contraddistinta oramai ancor di più come leggenda vivente avendo superato (E rimpinguato, oggi siamo a 88) il record di 86 vittorie di Stenmark a testimonianza della grandezza di questa atleta e di questa ragazza che, ogni anno di più, riesce a stupire il mondo a forza di classe e di trionfi.

Visto il rinvio della gara di Sölden, la Coppa del Mondo si apre a Levi e ad aprire le danze è proprio lei, incantevole e forte come sempre, a fare un back-to-back il 19 e il 20 novembre che lascia già presagire che alle avversarie anche quest’anno, in tecnico e in complessivo, che servirà qualcosa di estremamente speciale per sorprenderla.

Un trailer di una stagione per lei magica ed indimenticabile, una stagione che ha meritato dopo tante sofferenze e un periodo davvero brutto che l’ha segnata ma non l’ha piegata, dimostrando ancora una volta a se stessa il grande cuore che batte nel suo corpo.

Al di là delle vittorie, la sinfonia questi mesi è stata suonata a suo di record che hanno avvolta se stessa in una dimensione nuova, più grande, che può essere vissuta soltanto da coloro che non hanno paura di vertigini ai piani alti, che può essere vissuta soltanto da atlete come lei che fanno della storia la miglior arma vincente: tanti momenti come il trionfo in terra slovena nel gigante di Kranjska Gora disputato dopo le feste natalizie l’8 gennaio dove è andata ad eguagliare la sua ex compagna di squadra, l’indimenticabile Wondr Woman Lindsey Vonn centrando quota 82 vittorie divenendo così l’atleta più vittoriosa nella storia della Coppa del Mondo femminile.

Ma Mikaela è stata protagonista alla rassegna iridata di Courchevel/Méribel dove in terra transalpina ha vinto la medaglia d’oro nello slalom gigante davanti a Federica Brignone mettendo uno dei pochi sigilli che mancava alla sua carriera, quella d’argento nel supergigante della nostra Marta Bassino e nello slalom speciale, mentre esce praticamente all’ultima porta mentre era in testa nella manche di slalom di combinata che ha vissuto il trionfo di Federica Brignone.

Ma il momento importante è stato il 30 marzo scorso quando, vincendo lo slalom gigante di Åre, ottiene il successo numero 86 in Coppa del Mondo eguagliando il record stabilito da Stenmark, successo eguagliato e poi superato il giorno dopo nello slalom speciale facendo diventare lei il punto di riferimento nella numerologia dello sci alpino mondiale.

Mikaela quindi conclude la stagione portandosi a casa non soltanto la quinta Coppa del Mondo generale a cui vanno affiancate quelle di specialità in slalom speciale e slalom gigante per un totale di 14 vittorie su 23 podi, ma anche il titolo iridato a Méribel in gigante e gli argenti in super-g e tra i paletti stretti, un bottino di enorme rispetto che la contraddistingue ancor di più un mito non soltanto nel suo sport ma anche in quello inteso in senso generale, per un futuro sempre più luminoso a caccia di nuovi ed incontrastati record affinché si possa rendere sempre più corposo, un tomo di storia che porta la firma dell’autrice più speciale, la sua.

Mikaela si prende la storia e la Coppa

Oramai parlare di quali record di Mikaela Shiffrin ogni volta va a centrare comincia ad essere anche anacronistico per la grandezza e l’immensità di questa inarrivabile atleta non soltanto nello sci alpino ma nel mondo sportivo femminile, ma quello che è accaduto poco fa ad Are nel gigante in terra svedese è di quelli da ricordare nella maniera più assoluta in quanto segnano uno spartiacque assolutamente pazzesco considerando, che, la fuoriclasse di Vail finalmente è riuscita a raggiungere la vetta degli 86 successi in Coppa del Mondo detenuta da Stenmark per tanti anni scrivendo una pagina di storia assolutamente indelebile.

Un successo annunciato e che non era stato possibile arpionare prima di Campionati del Mondo di Courchevel – Méribel ma che oggi diventano una granitica realtà addolcita altresì dalla conquista anche della Coppa del Mondo di specialità gigante, l’ennesima gemma che va ad incastonarsi in una corona luminosa da regina immensa quale lei è al termine di una giornata agonistica straordinaria e per lei spettacolare ed indimenticabile.

Sulla gara, poco davvero da dire se non soffermarsi sul fatto che oggi non ce ne stava praticamente per nessuno; Mikaela infatti oggi ha fatto semplicemente un altro sport dominando il tutto sin dalla prima manche per poi completare la sinfonia nella seconda gestendo al meglio un ottimo margine di vantaggio sulle avversario sino a giungere alla tanto fatidica luce verde che significa storia. Avversarie che si inchinano a lei ma che ci raccontano di una splendida Federica Brignone che chiude seconda a 64 centesimi e Sara Hector che completa il podio a 92.

Ma Mikaela non si ferma di certo qui e, domani, appuntamento con la gara tra i paletti stretti per prendersi la vetta solitaria di una Leggenda che, da oggi, è entrata nella sala più lucente del Mito.

Shiffrin e Odermatt verso l’infinito e oltre

Se Buzz Lightyear vedesse questa edizione di Coppa del Mondo di sci alpino, non potrebbe che ammirare la grandezza di questi due autentici supereroi, Shiffrin ed Odermatt, che anche oggi scrivono una pagina di storia impressionante attraverso delle prestazioni straordinarie tra la Repubblica Ceca e il nostro paese.

Partiamo dalle ragazze, siamo a -1 dall’aggancio: Mikaela Shiffrin vince anche lo slalom di Spindleruv Mlyn e si avvicina sensibilmente oramai alla vetta leggendaria delle vittorie complessive detenuta da Stenmark, oramai, ancora per pochissimo tempo; senza soffermarsi troppo sui numeri, perché la grandezza di questa meravigliosa atleta li rende anche superflui, anche oggi detta legge sia in prima che in seconda frazione e pone in essere l’ennesima perla di una stagione sin qui da incorniciare, e che vede in lei la direttrice d’orchestra massima per una sinfonia divina: Mikaela precede sul podio Duerr di 60 centesimi e Holdener addirittura di 1.31 facendo letteralmente il vuoto in maniera paurosa.

Tra gli uomini in super-g torna di prepotenza in auge l’acuto di un divino Marco Odermatt: a Cortina d’Ampezzo è l’elvetico a fare la voce grossa andandosi a prendere il successo nel quinto presente format di questa stagione dando vita ad un duello meraviglioso per l’ennesima volta con Kilde. Odermatt oggi è semplicemente perfetto, scia in maniera regale e va a sancire la sua leadership anticipando proprio il suo rivale norvegese, altrettanto super, di 35 centesimi portandosi a più 48 in ottica generale sempre nei confronti dello stesso dopo lo stop a Kitzbühel e Schladming. Un super-g che sorride ai nostri azzurri con un podio completato da un grandissimo Mattia Casse che chiude terzo al miglior risultato in carriera in questa specialità dopo i due podi ottemperati in stagione ma in discesa libera.

Domani appuntamento con le ultime gare prima della rassegna iridata di Courchevel, con ancora slalom femminile e super-g maschile rispettivamente alle 9.15 con seconda manche alle 12.15, e alle 10.15.

83 and counting

Nello slalom gigante di Plan de Corones Shiffrin ci riesce: vince una bellissima gara, e si prende la vetta solitaria del record di vittorie femminili nella storia dello sci alpino in Coppa del Mondo staccando Lindsey Vonn e avvicinandosi a -3 nel record assoluto del leggendario Stenmark.

E’ una sinfonia Mikaela, di quelle preziosi e sublime da ascoltare mentre pennella con i suoi sci la neve scrivendo nuove ed infinite pagine di storia incantando il mondo come poche cose presenti allo stesso facendo valere una volta ancora la legge della più forte o forse, meglio dire, dell’infinito.

La fuoriclasse di Vail scia divinamente sin dalla mattina e, anche nel corso della seconda manche gestisce al meglio sul fondo ottimale della pista azzurra e si guadagna il gradino più alto del podio (E il pettorale rosso strappato al momento alla nostra Marta Bassino), precedendo sul podio due velocissime Lara Gut-Behrami e Federica Brignone rispettivamente staccate di 45 centesimi e di 1 un secondo e 43 facendo letteralmente il vuoto e dimostrando, ancora una volta, il suo essere assolutamente stratosferico.

Seguono Worley, Hector, Gasienica-Daniel, Robinson, Grenier e la nostra Marta Bassino che oggi non riesce a trovare un buon feeling con la pista e non riesce a migliorare la prima frazione. Nota di merito per la nostra Lara Colturi che corre per la nazionale albanese: la neo campionessa iridata juniores in super-g chiude in decima posizione. Niente start di seconda manche Asja Zenere, Roberta Melesi, Elisa Platino, Laura Pirovano, Laura Steinmair e Karoline Pichler che raccontano una giornata un pò agro-dolce per i nostri colori.

Stasera appuntamento ancora con lo sci alpino con lo slalom maschile di Schladming in notturna che riserva come sempre delle splendide sorprese: start prima manche alle 17:45

Le emozioni di Mikaela

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Ieri con il sigillo numero 82 di una carriera assolutamente incredibile, che le è valso l’aggancio a “Wonder Woman” Lindsey Vonn, Mikaela Shiffrin non solo ha messo un mattoncino in più all’interno di un mondo da lei creato con una composizione formata da fattori leggendari e alle volte anche irreali, ma ci ha fatto letteralmente emozionare in una maniera differente.

Ci ha fatto emozionare perché le sue lacrime sul gradino più alto del podio sono il significato non soltanto di un’atleta assolutamente inarrivabile per tutti, ma anche perché ha messo in mostra in quegli attimi tutti i sacrifici per arrivare dove adesso è mentre guarda tutte e tutti dall’alto; non ingannino i numeri, dietro le quinte c’è fatica, sacrifici, tanto dolore considerando i recenti anni, e la voglia di andare oltre ancora e ancora come un antico navigatore quando andava a solcare mari inesplorati per meravigliarsi poi delle gemme della natura.

Ci si incanta a vedere questa ragazza, lo si fa in pista dove sta riscrivendo le pagine di storia di questo sport andando alle volte anche oltre l’umana comprensione agonistica vista la magnificenza applicata, e lo si fa anche fuori vedendo la sua spontaneità e la naturalezza di essere semplicemente “Miki” al di là delle imprese poste in essere.

Quando si è dinnanzi a un monumento dello sport in generale, un affresco che si rinnova gara dopo gara attraverso delle prestazione assolutamente uniche frutto di programmazione, sudore, e lavoro misti a ciò che l’esistenza ti ha donato, ossia l’essere un prodigio stellare, si è semplicemente grati allo spazio e al tempo di poter vivere nell’epoca di chi sovverte il contesto con delle imprese che si racconteranno in eterno, esattamente come delle storie epiche che tanti secoli fa rimanevano impresse nell’immaginario collettivo cavalcando i secoli; di poter ammirare un capolavoro che alla fine è sempre rimasto se stesso, la stessa ragazza che tanto tempo fa ad Are mise il primo sigillo e che osservava il mondo con tanta curiosità e speranza.

Quegli occhi sono sempre gli stessi di allora, e non conta assolutamente il fatto di aver accumulato oggi numeri su numeri e trofei su trofei, conta solo che quello sguardo è uguale e che ci racconta di una ragazza che, con la sua semplicità, è diventata grande sviluppando quella primordiale emozione che poi ha deciso di condividere con il mondo, ammirandola e custodendola come una gemma dei Silmaril di Tolkeniana memoria.

È stato bello ieri, e sarà bello sempre a prescindere da un semaforo verde o rosso al traguardo, perché il sapore di un’emozione pure già non ha prezzo, ma figuriamoci se a crearla è colei che sta rendendo il mondo dello sport migliore con la sua presenza la quale, senza alcun tipo di discussione, già basta per giustificare il nostro inchino al suo cospetto come la più regale delle Regine a questo mondo.

La formula vincente Shiffrin – Odermatt

Cartesio disse: “sono persuaso che la matematica sia il più importante strumento di conoscenza fra quelli lasciatici in eredità dall’agire umano, essendo la fonte di tutte le cose.”

Se dovessimo analizzare nel più minuzioso dei dettagli sin qui la stagione di Mikaela Shiffrin e di Marco Odermatt, dominatrice e dominatore rispettivamente del circuito femminile e maschile della Coppa del Mondo 2022/23 dello sci alpino, saremmo davanti a un’equazione matematica di facile risoluzione che ha il merito di affascinare ogni cosa, perché i numeri prodotti da questi due autentici prodigi dello sport invernale (E non solo), travalicano spesso non soltanto l’umana comprensione ma anche le regole dello sci alpino andando ad approdare nel porto sicuro dello sport in generale.

L’approccio da parte di entrambi è assolutamente lo stesso, ossia quello mirato a vincere ponendo in essere questa attività nel modo più creativo possibile, ossia attraverso una ricetta che finisce per sfornare una prestazione incantando con regalità e classe infliggendo, allo stesso tempo, dei distacchi abissali agli avversarsi lasciando poco spazio a teorie e a varie interpretazioni.

E’ la celebrazione del numero 1, quello di Shiffrin e di Odermatt, due predestinati che sin dagli albori si aveva la certezza che potessero avere delle grosse opportunità di scrivere una storia infinita: Shiffrin nettamente più consolidata nella vetta della Leggenda dall’alto dei suoi numeri (Oramai prossimi al sorpasso di Vonn e Stenmark), Odermatt che si sta apprestando in questi ultimi anni a imboccare lo stesso viale che lo potrebbe veramente portare a scalare vette e numeri che sembravano essere inattaccabili, eppure…

Eppure siamo qui a commentare e a godere di due atleti assolutamente straordinari, polivalenti in grado di dettar legge in quasi tutte le discipline (Shiffrin ha vinto anche in discesa ed è competitiva alla grande in super-g, Odermatt no nei paletti stretti) ed avere una capacità di lettura gara e di scorrevolezza assolutamente innate. Basta guardarli nell’istante in cui si lanciano giù dal cancellato di partenza per capire quanto desiderio hanno di creare ancora una volta un’impresa ed aggiornare i tomi storici della loro disciplina. La stagione in corso ci sta raccontando sapientemente che questi due atleti nell’anno dei campionati iridati, vogliono fare qualcosa di più spostando ancora più in alto l’asticella tra loro e gli avversari rischiando di annientare già da subito la concorrenza mettendo in chiaro che, probabilmente, per la corsa finale nel circuito intercontinentale ci sarà ben poco da fare. Il trittico di Shiffrin a Semmering e l’acuto di Odermatt a Bormio sono le ultime perle di una collana già incastonata di pregiati materiali.

Se Gilles Villeneuve disse, “se mi vogliono sono così, di certo non posso cambiare: perché io, di sentire dei cavalli che mi spingono la schiena, ne ho bisogno come dell’aria che respiro”, per questa ragazza e per questo ragazzo è sostanzialmente lo stesso: non vedrete mai una gara di gestione, si scende al massimo per vincere e far tesoro dei propri record e dei propri successi, perché è nel loro dna, è la loro benzina, ed è nel loro destino ancora e ancora.

E così sarà sempre, finché avremo il privilegio di ammirarli in ogni gara.

78 volte Sua Maestà Shiffrin, ma Marta Bassino è gigante

Scegliere le parole per identificare la performance di Shiffrin spesso e volentieri risulta sempre più complesso per ciascuno di noi perché i numeri, voluminosi e di tratto oramai storico, ci mettono in seria difficoltà perché vanno a raccontare la storia di una ragazza che riesce a trovare sempre il meglio alzando più in alto l’asta quando in precedenza si pensava che difficilmente si potesse fare meglio. E invece Mikaela non finisce mai di stupire, anzi, continua a rendere complicato il nostro lavoro basato sull’elogio piazzando un’altra vittoria, oggi a Semmering in slalom gigante, che fa suonare la campana numero 78 per lei nella Coppa del Mondo di sci alpino.

Grande e maestosa come sempre, fa il vuoto nella prima manche e gestisce nella seconda con le condizioni di pista che andavano sensibilmente anche a migliorare, portandosi a casa l’alloro numero 3 nella località elvetica mettendo dietro una sontuosa Petra Vlhová staccata di soli 13 centesimi che prova di tutto ponendo in essere un gara bellissima sopravanzando Marta Bassino ma che deve accontentarsi anche questa volta della piazza d’onore alle spalle del fenomeno a stelle e strisce che si avvicina sensibilmente alle figure di Stenmark e della collega Vonn, per un countdown che ha tutti i crismi della leggenda. Shiffrin e Vlhová super certamente, ma Marta Bassino ci regala ancora una volta una grande prestazione: solidissima ed elegantissima come sempre, nella parte finale della seconda manche attua una performance assolutamente regale: Marta è cresciuta molto in questi mesi, non ci stancheremo ma di affermarlo soprattutto dal punto di vista mentale in quanto adesso gestisce molto meglio le gare e ha trovato il suo equilibrio perfetto che la vede posizionare oramai nelle posizioni top mondiali regalandoci sempre una grande emozione: oggi si ferma a 31 centesimi da Shiffrin, ma è un altro passo nella consacrazione della gloria che merita e che, sicuramente, avrà.

Completano le prime 5 Mowinckel e un’altrettanto fantastica Brignone sempre più in fiducia e che si sta preparando al meglio sul tecnico in vista dei campionati del mondo nei prossimi mesi a Courchevel / Meribel. L’appuntamento con la Coppa del Mondo di sci alpino è previsto per domani con un’altra prova di gigante femminile con lo stesso orario odierno con prima prova alle 10 e seconda alle 13, e in più la discesa libera maschile a Bormio alle 11:30.

Le sensazioni oltre Shiffrin

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La sorpresa che si è avuta ieri nello slalom del Vermont di Killington, va ben oltre le relative graduatorie perché va ad instaurare una situazione ben più ad ampio raggio che era intuibile da Levi, ma che adesso si è manifestata in una nitida fotografia. Si badi bene, Shiffrin è umana e capita di fare un passaggio a vuoto, e altresì restano assolutamente fermi i concetti esplicati in Finlandia con una Mikaela che è stata assolutamente da impazzire tirando fuori delle manche assolutamente sontuose, soprattutto quella del secondo slalom, dove soltanto una fuoriclasse assoluta poteva sopravanzare la prestazione di Holdener; ma è qui che dobbiamo fissare il nostro punto, il livello assolutamente innalzato dalle sue relative concorrenti.

Perché nella vittoria a pari merito di Swenn-Larsson e Holdener, c’è tutta la voglia delle altre competitors di alzare indubbiamente l’asticella e rendere la vita difficile alla fuoriclasse di Vail ponendo in essere un livello assolutamente elevato; se vuoi battere Shiffrin, devi andare ben oltre l’ordinario. Ed è quello che appunto il resto della truppa sta facendo indipendentemente dalle prestazione dell’americana. Non è un caso che Holdener abbia brillato in Europa una settimana, non è un caso che lo abbia fatto ancor di più ieri sulla Superstar.

E con lei anche Swenn-Larsson, Truppe, anche Lena Duerr che ha fatto sempre delle prime manche ottime, in attesa anche di Vlhová che sembra esser partita un pò in sordina ma che, dall’alto della sua classe, esce sempre alla distanza e lo rifarà indubbiamente: insomma la concorrenza c’è anche tra i paletti stretti ed è assolutamente un bene, perché ne beneficerà lo spettacolo e con una Shiffrin che si rifarà assolutamente nel prossimo periodo (Da vedere se disputerà le gare veloci) ci saranno atlete che hanno capito la strada per tenerle testa e cercare di disputare ad armi pari o quasi, questa nuova stagione di Coppa del Mondo di sci alpino.

Nel gelo di Levi la principessa del primo slalom è Sua Maestà Mikaela Shiffrin

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Goethe diceva: “Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. ”; e magia è stata per questo esordio di Coppa del Mondo di sci alpino femminile in quel della Black Levi in Finlandia che, dopo tanti rinvii nelle precedenti gare, ha sancito il semaforo verde per le atlete e dove oggi nel primo dei due slalom previsti in questo fine settimana ha visto l’acuto firmato da una sublime Mikaela Shiffrin.

La fuoriclasse di Vail non si fa trovare impreparata e piazza la 75ma vittoria totale, la numero 49 tra i paletti stretti, per un totale di 121 podi. Dei numeri assolutamente impressionanti per la regina dello sci che ha dato vita ad una seconda prova, in un tracciato designato dall’allenatore della sua rivale Vlhová, assolutamente regale che va a rimontare le due posizioni di svantaggio rispetto alla prima manche. Sicura, determinata, cattiva e allo stesso tempo elegante pone in essere una prova assolutamente perfetta soprattutto su un muro che ha dipinto alla stessa stregua di un capolavoro, l’ennsimo, di una carriera assurda che la inserisce da anni nel Gotha dello sport in generale. Una Mikaela che ha tutte le carte in regola per riprendersi lo scettro del tecnico dello sci alpino e che sin da oggi ha messo in chiaro le cose mandando un monito severissimo alle avversarie. Seconda posizione per Anna Swenn-Larsson che centra l’ottavo podio in carriera, molto brava anche lei a gestire tutta la pressione delle sue avversarie e senza paure porta a casa una bella gara staccata di 16 centesimi, mentre va a completare il podio Petra Vlhová a 20 centesimi con la sua solita e immensa sciata aggressiva, forse oggi un pò troppo dove bisognava probabilmente andare a gestire un pò meglio il tutto, però altro appuntamento con il podio a Levi località che l’aveva vista vincere nelle ultime quattro prove, 5 in complessivo come detto nelle “puntate precedenti”.

Capitolo azzurre: Anita Gulli è stata l’unica a sopravanzare nella seconda parte di gara concludendo in posizione numero 28, grande peccato per lei che aveva iniziato bene poi un errore sulla doppia le ha compromesso la gara; la 24 enne torinese è stata oggi l’unica ad andare in seconda manche: infatti, ampi distacchi per le altre della spedizione tricolore con Della Mea cha ha concluso alla piazza 35, Tschrtschenthaler alla 45, e Rossetti alla 50; da segnalare la bella prova di Lara Colturi, atleta italiana che gareggia per la nazionale albanese, che con il pettorale numero 53 non si qualifica per la frazione numero 2 per soli 9 centesimi a soli 16 anni. La ragazza certamente si farà e alla grande.

Nel corso della prima sessione di gara, la prima manche aveva visto una grandissima prestazione da parte di Lena Duerr, che ha concluso quarta alla fine a 75 centesimi da Shiffrin, che approfittava alla grande del tracciato che era stato designato dal suo allenatore, e aveva messo in fila le avversarie a partite dalla svedese Anna Swenn-Larsson che era staccata di 45 centesimi, per poi riscontrare Mikaela Shiffrin a 55, Vlhová a 57, poi Holdener e Bucik.

Detto quindi di oggi, l’appuntamento per il secondo slalom lappone è previsto ovviamente per domani con un leggero cambio di orario rispetto alla giornata odierna, con la prima manche prevista per le 10:15 e la seconda alle 13:15, quindi solo un piccolo scarto di un quarto d’ora.