L’uomo dalla tempra d’acciaio che vola come un falco: Kamil Stoch

Segnando l’epoca moderna del salto, Kamil Stoch è diventata un’autentica icona degli sport invernali

Stoch

“E volo così, a braccia aperte tra le nuvole 

Volo così, nell’aria tersa senza limiti
Volo nell’anima di queste notti tenere
Volo così perchè è così che devo vivere”
                                                                                         (“Volo Così” – di P. Turci – 1996)

Kamil Wiktor Stoch.

Nato quasi 31 anni fa a Zakopane , località polacca famosissima e sportivamente parlando celebre in fatto di salti con gli sci, con il suo nome in sede di presentazione il tutto basterebbe da solo a concludere l’articolo e a spiegare di cosa si stia parlando.

In questi giorni lo stiamo vedendo saltare nelle ultime gare di Coppa del Mondo da lui agevolmente portata a casa dove, per l’ennesima volta, ha dimostrato di realizzare decisamente un altro sport rispetto ai suoi colleghi vincendo per dispersione la stragrande maggioranza delle gare: è oltre di più di un atleta, è semplicemente un fenomeno.

Qualche settimana fa realizzai un articolo in merito a Matti Nykänen dove, nel suo interno, disquisivo sul quesito basato se fosse il finnico o Stoch il più grande di sempre nella storia. Per quello che stiamo vedendo in questi anni, il dibattito si è acceso sempre di più ma realisticamente parlando il finlandese rimane anche oggi soprattutto come palmares ancora saldamente in testa anche in virtù dei risultati ottenuti in format di volo a differenza del polacco.

Ma Stoch è su quei livelli. Stiamo parlando di alta accademia.

Meticoloso, ermetico, preciso, Kamil è un’icona del salto moderno che gli ha permesso di conquistare 3 titoli olimpici, 2 mondiali, e 2 coppe del mondo condite da altrettante Tourneé dei Quattro Trampolini; la cosa che impressiona più di lui è l’estrema sicurezza e tranquillità prima della luce verde che gli consente di scendere come solo lui sa fare, è essenziale.

E questa essenzialità fa mettere in moto un meccanismo apparentemente calmo ma che cela dietro un fuoco dentro che gli imprime quella forza che nella stragrande maggioranza dei casi gli consente di realizzare una quota extra consentendo di prevalere. Soprattutto nell’ultimo periodo dove sta dimostrando di essere paradossalmente il miglior Stoch di sempre.

Se l’acqua cheta scatena i ponti allora questa massima è da attribuire indiscutibilmente a lui. E’ un motore, un V8 478cv di una Ferrari F40, uno di quelli che quando decide di alzare il livello della radio allora non c’è vento contrario che possa tenere.

La quota che assume uscendo dal detto è spesso impressionante. Ma la cosa sconvolgente è la sua capacità e rimanere il più alto possibile immobile in aria come una statua soprattutto nella fase decisiva sul gomito; è uno stile incredibile. E’ una sentenza priva di appelli che spesso si abbatte all’interno della povera truppa dei colleghi che spesso e volentieri non possono far altro che ammirarlo da lontano considerando i distacchi incolmabili che già in sede di prima serie riesce ad imprimere.

Il movimento polacco negli ultimi anni ha fatto dei passi importanti andando a conquistare sonore vittorie in giro per il mondo durante coppa e mondiali nonché Olimpiadi attraverso un gruppo di atleti validissimo che ha trovato in Kamil il suo alfiere più fidato. Un leader assoluto dentro e fuori la pista, carismatico, silenzioso ma allo stesso tempo estremamente rumoroso attraverso i fatti che ha dimostrato in questi anni e la prepotenza di essersi arrampicato nelle vette del salto e dello sport in generale.

Si fatica ampiamente a riconoscere dei difetti ad atleti di questo tipo, atleti inimitabili che riescono a far vibrare le corde delle emozioni a tutti coloro che amano lo sport e che non possono rimanere indifferenti davanti a spettacoli di questo tipo, se dobbiamo dirne qualcuno a Stoch forse è l’ambito di volo; probabilmente è qui la chiave di lettura che ancora separa Nykänen da lui: Kamil in questo format di gara ha portato a casa una medaglia d’argento (Individuale) e di bronzo (A squadra) ai campionati mondiali ai recenti mondiali di Oberstdorf del 2018 dominati dalla Norvegia, e una sola vittoria in Coppa del Mondo datata il 17 marzo dell’anno scorso a Vikersund con un HS fissato a 225 metri, mentre Matti qui il mondiale lo ha portato a casa in quel di Planica nel 1985 più una medaglia d’argento e tre di bronzo

Dettagli che sicuramente fanno la differenza, ma che non sminuiscono minimante la grandezza di questo atleta senza precedenti che ha rivoluzionato l’epoca recente di questo sport diventando una vera a propria guida per colleghi ed addetti ai lavori.

Richard Bach disse: “perché volare? Semplice. Non sono felice a meno che non ci sia un po’ di spazio tra me e la terra.”

Il tutto sembra abbastanza applicabile in merito a questa tesi. Una tesi che racconta non solo questo spazio geografico, ma anche in sede di predominanza sportiva. Una tesi accademia da utilizzare su una Lectio Magistralis raccontata dalle gesta del Professor Kamil Stoch, che in questi anni ha portato a scuola tutti con l’intenzione di fare altrettante attività anche nell’immediato futuro, senza fermarsi mai.