Dal sogno alla realtà: la favola di Dorothea e Dominik

Gli occhi di Dorotea e di Dominik.

Gli occhi di due ragazzi che hanno lavorato sodo il giorno dopo giorno e che ieri finalmente hanno visto ripagati tutti i loro sacrifici; occhi che trasudano di gioia e di soddisfazione per sé stessi e per chiunque li abbia spinti oltre il vento attraverso un poligono e un paio di sci.

Le gesta ieri di Wierer e di Windisch hanno commosso tutta l’Italia, perfino coloro che di Biathlon non si occupano mai, perché è stato il raggiungimento di un risultato incredibile che va al di là della storia che riunisce ogni persona sotto la lunga ala della commozione e della vibrazione delle emozioni all’ombra dell’orgoglio tricolore pronunciato dalla nostra bandiera.

Una vittoria incredibile che avrebbe meritato più spazio all’interno delle cronache sportive nazionali laddove le copertine si sono dedicate tutte o quasi per un derby calcistico che valeva addirittura un terzo e un quarto posto, una roba veramente inconcepibile che cozza davanti alla conquista del risultato più grande per la carriera di un atleta e, in questo caso di atleti sulla vetta più alta del pianeta ne abbiamo piazzati ben due.

La conquista ieri da parte dei nostri due fuoriclasse al campionato del mondo di Biathlon è stata quella che generalmente si può rappresentare come più importante all’interno di un percorso professionale di vita che un atleta decide di intraprendere il quale, attraverso sacrifici e dedizione massima, cerca di coronare il sogno della propria vita, un sogno trasformato in realtà ieri per tutti e due; vincere un mondiale non è una cosa da poco, è semplicemente la raccolta dei frutti dopo tutto ciò che si è seminato nel corso della propria vita, non mollando mai, rifiutandosi di arrendersi anche davanti alle salite più ripide che alla sola visione ti incitano a mollare.

L’insegnamento che ci han dato questi due ragazzi è un serio monito posto davanti a tutti coloro che vogliono intraprendere una qualsiasi sfida, professionale e non necessariamente sportiva, concernente il non ritrovarsi ma in uno stato di resa ma lottando sempre comunque raggiungere quelli che sono i propri obiettivi. Come Dorothea. Come Dominik. Che ieri sono stati unici e che han rappresentato una elevazione nel mondo dello sport facendo vibrare le corde delle emozioni all’interno del nostro cuore.

Ora più che mai dobbiamo più di un grazie a Dorotea e a Dominik perché loro due, sì, sono l’orgoglio di tutti noi e la speranza per tanti giovani che vanno alla ricerca della trasformazione dei loro sogni più nitidi, rappresentando un esempio genuino da seguire, leale, dove si mette in risalto che la vita in un attimo ti ripaga di un enorme tempo speso rincorrere un qualcosa di tanto agognato.

Alle volte, si sa, basta un semplice attimo per far scorrere la vita.

 

2018, l’anno d’oro dell’Italia negli sport invernali: Greggio e Goggia in auge su tutti

Alla scoperta della stagione degli azzurri nei vari circuiti di Coppa del Mondo

Goggia

Nell’articolo di ieri abbiamo disquisito di quanto sia stata intensa, in senso generale, la stagione agonistica sulle nevi nei vari circuiti di Coppa del Mondo in questo 2018.

Ci eravamo lasciati con la promessa di parlare degli azzurri evidenziando quelli che sono stati i risultati che hanno contraddistinto la maggior parte delle discipline e, si può dire tranquillamente, che i risultati sono stati altamente confortanti: siamo a ben otto sfere di cristallo già portate a casa con la possibilità (Come fra poco vedremo) di incrementare ancora il bottino.

Menzione immediata per la donna più veloce del pianeta nonché una delle migliori sciatrici di sempre che dà, al nostro paese, un grande lustro sportivo e non soltanto: si sta parlando ovviamente della meravigliosa Valentina Greggio che proprio nel weekend appena terminato a portato a casa, sulle nevi svedesi,  la quarta Coppa del Mondo di Sci di Velocità di fila proseguendo in un filotto incredibile di vittorie consecutive portando il livello al numero 25 e creando un vero e proprio solco con tutto il resto delle avversarie creando una progressione impressionante in termini tecnici e di risultati che ha fatto sognare tutti gli appassionati della velocità più pura; Greggio sempre più nel mito che si avvicina sempre più ai risultati delle grandi del passati che portano i nomi e i cognomi Tracie Sachs e Sanna Tidstrand, le uniche a vincere 5 sfere di cristallo in questo sport; sfere di cristallo che potrebbero aumentare per l’Italia con l’opportunità, da parte di Simone Origone, di conquistarne un’altra cercando di battere Manuel Kramer, suo rivale austriaco, in una fantastica battaglia che al momento vede i due atleti parificati in classifica a due gare dal termine della stagione; l’appuntamento sarà il 6 e il 7 aprile in quel di Grandvalira in Romania per capire l’epilogo.

Detto dello Sci di Velocità, i riflettori li puntiamo su Sofia Goggia e lo Sci Alpino: l’aver vinto la medaglia olimpica in discesa libera è stato un momento altamente importante per lei e per lo sport italiano conquistando un risultato aspettato da lungo tempo che ha dato delle certezze importanti, ma la nostra fuoriclasse della velocità alpina non si è fermata qua e, in un testa a testa incredibile nella finale di Åre, pur classificandosi seconda nella decisiva prova di discesa alle spalle di Lindsey Vonn è riuscita a prevalere sulla statunitense portandosi a casa la prima coppa di specialità della sua carriera suggellando così una stagione incredibile e sicuramente indimenticabile che ha segnato una tappa del suo percorso di crescita il quale, siam certi, sia ancora all’inizio e che la porterà lontano. Un talento straordinario coadiuvato anche da una splendida Federica Brignone che l’Italia probabilmente non vedeva nella sua essenza più profonda da tanto, troppo tempo. Sofia ha regalato all’Italia la Coppa del Mondo di discesa libera dall’ultima portata a casa da Isolde Kostner ben 16 primavere fa nel 2002.

Sci Alpino che ha visto l’affermazione anche l’acuto di Peter Fill: in una stagione purtroppo avara di soddisfazioni per gli uomini sia in campo tecnico che in campo veloce a parte la splendida vittoria di Dominik Paris a Bormio sulla Stelvio e , il nostro atleta atleta di Bressanone dopo due sfere di cristallo di fila nei scorsi due anni in discesa libera quest’anno ha vinto quella di combinata alpina grazie ai piazzamenti nelle due gare previste (Secondo posto a Bormio, terzo a Wengen). Di certo una piccola luce all’interno di un movimento che, siamo certi, si aspettava molto più e che farà sicuramente meglio nella stagione che verrà viste le potenzialità che detiene nelle sue ampie faretre.

Italia che ha visto la sua stagione crescere di livello in maniera prepotente e decisiva nello snowboard attraverso una tripletta di valore incredibile: a Michela Moioli spetta naturalmente la copertina d’oro per l’Italia in questo sport; in categoria cross ha fatto la voce più grossa possibile ripercorrendo le stesse orme di Goggia in quel dell’Alpino: medaglia olimpica del metallo più pregiato e coppa del mondo di specialità. La ventiduenne bergamasca ha saputo rialzarsi al meglio dopo l’infortunio di Sochi nel 2014 e si è presa con estrema determinazione tutto ciò che il fato aveva momentaneamente sottratto al suo infinito talento. Snowboardcross che ha arricchito in ambito azzurro il suo bottino grazie alla coppia composta da Emanuel Perathoner ed Omar Visintin i quali, nella specialità a coppie maschile, han portato a casa la Coppa del Mondo attraverso uno score che parla di due vittorie ed a ottimi piazzamenti. Piazzamenti che han fatto bene anche a Roland Fischnaller che a 37 anni ha completato l’opera conquistando la sfera di cristallo in modalità PSL numero 3 della sua grande carriera trionfando nell’ultima gara in scena a Winteberg prevalendo proprio al termine della stagione sul russo Loginov. L’ennesima dimostrazione che, spesso, la carta di identità rivela dei numeri in eccesso solo nelle biografie e non nelle piste in un periodo in cui il talento sta anche allungandosi dal punto di vista anagrafico facendo rimanere intatti i risultati di valore.

Altri successi li abbiamo raccolti nel Biathlon: avevamo lasciato la nostra staffetta mista in un risultato prestigiosissimo sul palcoscenico olimpico nella conquista di una storica medaglia di bronzo per l’Italia, oggi invece la ritroviamo sul gradino più alto del podio ma con gli stessi soggetti in Coppa del Mondo: Dorothea Wierer, Lisa Vittozzi, Dominik Windisch e Lukas Hofer han portato i nostri colori alla vittoria per la prima volta nella storia in questo format di gara a Kontiolahti dove la nostra truppa azzurra ha realizzato una gara leggendaria che entra di diritto nella storia del Biathlon a conferma di come il nostro movimento sia in crescita. Un grandissimo Hofer nella parte finale ha fatto la differenza arrivando davanti all’Ucraina e alla Norvegia che con il terzo posto di Tarej Boe compromette la conquista della sfera di cristallo.

E come non menzionare infine anche la nostra Francesca Lollobrigida nello speed skating che classificandosi al terzo posto nella MS di Minsk, ha portato a casa la seconda sfera di cristallo della sua carriera dopo il trionfo datato 2014. Una soddisfazione enorme per la fuoriclasse di Frascati che pone in essere una splendida doppietta dopo l’oro europeo arrivato quest’anno in quel di Kolomna.

Una menzione d’obbligo va anche al nostro Chicco Pellegrino: non avrà vinto sfere di cristallo overall o di specialità il nostro campione del mondo e vice campione olimpico valdostano, ed oggettivamente contro un Klæbo in queste condizioni era un “tantino” difficile, ma è stato tenace ed ha tenuto duro sino al termine della stagione risultando l’unico in grado di mettere in seria difficoltà nelle gare sprint il fuoriclasse norvegese: Chicco ha dimostrando sia in ottica olimpica che in quella di coppa di potersela giocare al meglio delle sue possibilità e le vittorie ottenute a Dresda e a Lahti dove nemmeno Klæbo è riuscito a tener botta all’atleta delle fiamme oro, lasciano sperare davvero in positivo per la stagione che verrà. Chicco è cresciuto tantissimo dai mondiali dello scorso anno, e senza dubbio, ha tutte le carte in regola per continuare a recitare una parte da protagonista nel fondo a 360°.

L’Italia quindi mette agli archivi una stagione sin qui positiva: con tante luci e qualche ombra ma con la consapevolezza di avere dei margini di miglioramento notevolissimi. Margini già visti in quel di PyeongChang che han messo in risalto delle qualità notevoli da parte dei nostri azzurri che, aspettando la conclusione definitiva delle gare, in ambito invernale han detenuto un bottino notevole in fatto di vittorie, piazzamenti, e sfere di cristallo.

L’auspicio è che possano migliorare questi risultati attraverso anche un maggiore impegno che il nostro stato può dare in sede di supporto ai nostri atleti e agli addetti ai lavori per migliorare sensibilmente il tutto e dare una marcia in più ad essi mettendo a disposizione ancora più mezzi e strutture per far esprimere al meglio il loro talento, la loro audacia, e il loro spirito di sacrificio.

L’Italia c’è più che mai.

PyeongChang: la giornata indimenticabile di Dominik Windisch

Delusione nello slittino per uno sfortunato Dominik Fischnaller che manca il podio per soli 2, clamorosi, centesimi

Windisch

La gioia enorme dell’Italia per il bronzo di Dominik Windisch.

In una gara pazzesca nello sprint maschile di Biathlon, vediamo innanzitutto la caduta degli dei di questa disciplina, ossia Johannes Bø e Martin Fourcade letteralmente IRRICONOSCIBILI al poligono che sbagliano l’impossibile e spianano la strada agli outsider.

Gara praticamente PERFETTA di Windisch che al poligono sbaglia SOLO l’ultimo bersaglio (E chissà se lo avesse centrato cosa sarebbe successo… Ma la storia di certo non si fa con i se e con i ma) ma che, con grande forza e tenacia, compie un’ultima parte incredibile sugli sci e porta a casa un podio incredibile battendo al fotofinish Eberhofer. Gara che va al tedesco Peiffer che vince l’oro davanti al ceco Michal Krcmar che agguanta l’argento.

Nelle altre gare della giornata, menzione d’obbligo per Sven Kramer entra ancor di più nella leggenda dello Speed Skating conquistando la quarta medaglia olimpica della sua carriera ai Giochi Invernali la terza di fila sui 5000m ritoccando il record olimpico. Argento al canadese Bleomen e bronzo alla Norvegia con Petersen. Tumulero per l’Italia chiude ottavo. L’olandese letteralmente un GIGANTE

.Nello Sci Di Fondo, categoria skiathlon, maschile (15km TC +15km TL) tripletta norvegese con la vittoria a sorpresa di Krueger davanti a Sundby ed Holund. Cologna non riesce a tenere il ritmo mentre si classificano attardati sia gli azzurri che il fenomeno di Coppa del Mondo Klaæbo.

Slittino che sa di beffa per l’Italia con Dominik Fischnaller che ottiene il record della pista ma che resta fuori dal podio per 2 soli centesimi. Beffa per lui ma non solo a contorno di una gara dai risvolti sportivamente drattamtici per un’altra eccellenza, ossia l’attesissimo Felix Loch che clamorosamente spreca tutto nel finale assieme alla possibilità della terza medaglia olimpica di fila. Titolo all’austriaco Gleirscher, argento allo statunitense Mazdzer (Primo Usa nella storia di questo sport), e bronzo al tedesco Ludwig.

Il discorso medaglie termina con l’ultimo titolo della giornata che viene assegnato nel Freestyle femminile dove la medaglia d’oro  va alla francese Perrine Laffont che con il suo acuto regala ai transalpini il titolo a cinque cerchi; alla canadese Dofour-Lapointe l’argento sconfitta di soli nove centesimi, ed infine Yulia Galysheva che a sorpresa dà al Kazakistan una medaglia inattesa.

Nel resto delle gare nel Curling spareggio che va a favore della Norvegia che batte la Cina 9-7 e va a completare il quadro delle semifinali in quel del doppio misto che in codesto modo saranno composte: Norvegia – Canada (Stanotte all’una circa) e Svizzera – Oar (Domani alle 12).

Infine continuano i match nei gironi femminili di Hockey con gli USA che battono 3-1 la Finlandia, e Canada che travolge le russe per 5 goal a 0.